Un’altra definizione descrive il forame ovale pervio come l’effetto di una chiusura non del tutto riuscita del septum primum e del septum secundum dopo la nascita, nel cuore.
La genesi del setto interatriale
Durante lo sviluppo del feto il muscolo cardiaco è sostanzialmente diverso da come si presenterà alla nascita e, successivamente, per tutta la vita extrauterina. I due atri del cuore, difatti, sono intercomunicanti, stante la presenza di un varco che viene delimitato da due, chiamiamoli “abbozzi” di setto interatriale, chiamati septum primum (da lato dell’atrio sinistro) e septum secumdum (dal lato dell’atrio destro). Per la verità all’inizio esiste solo il septum primum e quel varco viene chiamato ostium primum, poi, successivamente, si sviluppa il septum secundum e così anche il varco si modifica originando il forame di Botallo (dal lato dell’atrio destro) e l’ostium secundum (dal lato dell’atrio sinistro).
Quando nasce, il bimbo ha il cuore con ancora il forame di Botallo ed anche l’ostium secundum, ma con i primi atti respiratori questo varco si chiude. Questa chiusura si realizza grazie al sangue ed al suo ritorno ai polmoni, facendo aderire un septum all’altro. Quindi, quando parliamo di forame ovale pervio ci riferiamo alla pervietà data dall’ostium secundum insieme al forame di Botallo.
Muscolo cardiaco e circolazione fetale
Fino a che il bimbo è ancora all’interno dell’utero, egli riceve dalla madre il sangue già ossigenato, non potendo respirare autonomamente. Il sangue della mamma arricchito del prezioso ossigeno, si inserisce nella vena cava inferiore provenendo dalla vena che è posta nell’ombelico. Dalla vena cava inferiore, quindi, arriva all’atrio destro laddove per la maggior parte penetra il forame di Botallo per passare nell’atrio sinistro e, successivamente, nel ventricolo dello stesso lato. Da qui viene sospinto nel tratto ascendente dell’aorta per raggiungere le aree superiori del corpicino (arti superiori e cervello).
Quella piccola parte di sangue della mamma che arriva, invece, al ventricolo destro, mischiandosi a quello che arriva dalla vena cava superiore si infila nell’arteria polmonare. Tuttavia, quest’ultima, nel feto, presenta un canale (il dotto arterioso) che la pone in comunicazione con il tratto discendente dell’aorta. Quindi, attraverso quest’ultimo, irrora le aree inferiori del corpicino, vale a dire gli arti inferiori e gli organi dell’addome. Alla nascita non solo si chiude questa apertura fra i due atri, ma si chiude anche questo “dotto arterioso”, per cui il sangue può percorrere la strada normale che porta ai due polmoni e può, di conseguenza, ossigenarsi autonomamente.
Epidemiologia del forame ovale pervio
Il forame ovale pervio è uno dei disturbi a carico del cuore denominati “difetti interatriali del cuore”. Le statistiche in merito ci dicono che il forame ovale pervio affliggono, addirittura, una persona adulta su quattro/cinque (20-25%).
Questa statistica, però, non è estremamente attendibile in quanto il forame ovale pervio spesso è asintomatico e per questo non diagnosticato (per cui non presente nelle statistiche). E’ molto probabile che le percentuali reali siano molto più elevate.
Le cause di forame ovale pervio
Allo stato attuale gli studi effettuati non ci chiariscono del tutto le cause di forame ovale pervio. Qualche ricercatore ipotizza una mutazione di natura genetica, ma qualsiasi interpretazione presenta ancora molti lati oscuri.
Sintomatologia, segnali ed eventuali complicazioni del forame ovale pervio
Come già sottolineato, spesso molti individui con forame ovale pervio non presentano alcun sintomo e conducono una vita normale a tutti gli effetti. Si può affermare che questa anomalia a carico del cuore è asintomatica quasi sempre. Se, a volte, compaiono dei sintomi, è solo perché contemporaneamente al forame ovale pervio si presentano altre patologie di natura cardiaca (aritmie, difetti di una valvola cardiaca, ecc.) o di natura non cardiaca (patologie a carico dei polmoni, ecc.).
Eventuali complicazioni del forame ovale pervio
Qualche ricerca scientifica assocerebbe il forame ovale pervio all’insorgere di emicranie con aura. Altre collegherebbero al forame ovale pervio, se contemporaneamente presente una neoplasia, la formazione di coaguli ematici che metterebbero il paziente a rischio di ictus.
Un’altra complicazione potrebbe insorgere se ci si trovasse in corso di trombosi venosa profonda perché un trombo generatosi in una vena di un arto inferiore potrebbe essere veicolato sino all’atrio destro e di qui – a causa di pressioni anomale, ad esempio per embolie polmonari – passare attraverso il setto interatriale trasferendosi nella porzione sinistra del cuore e giungendo, così, all’interno della circolazione sistemica. In un caso simile potrebbe generarsi una occlusione arteriosa grave, chiamata pure “paradossa”.
E, per finire, qualora il forame ovale pervio fosse associato a qualche patologia di una valvola cardiaca (valvulopatia) o ad una ipertensione polmonare, la quantità di sangue sospinta verso i polmoni potrebbe andare incontro ad una significativa riduzione, con conseguente ossigenazione del sangue molto minore (ipossia).
Diagnosticare un forame ovale pervio
Per diagnosticare un forame ovale pervio generalmente si effettua un ecocardiogramma, un esame di tipo ecografico il quale evidenzia in modo dettagliato l’anatomia cardiaca ed eventuali malformazioni. Difatti è abbastanza dettagliato da permettere l’identificazione di difetti a carico del setto interatriale ed interventricolare, le malformazioni valvolari ed a carico del miocardio, ed anche eventuali problemi di pompaggio del muscolo cardiaco.
L’esame non è invasivo ed è semplice. Si utilizza una sonda che emette onde di natura sonora (trasduttore) e di un gel atossico. Si applica questa sostanza sul petto del soggetto perché le immagini siano più nitide.
Quando un semplice ecocardiogramma non è sufficientemente dettagliato, si possono utilizzare delle varianti:
- Ecocardiogramma color-Doppler;
- Ecocardiogramma con eco-contrasto o “bubble test”;
- Ecocardiogramma transesofageo
Terapia del forame ovale pervio
Il forame ovale pervio può essere risolto chiudendolo con un opportuno intervento chirurgico. Però occorre sottolineare che la maggior parte dei pazienti non soffre di alcun disturbo per cui non necessita di trattamenti di tipo chirurgico.