In Italia si può trovare in vendita con il nome di Fluxarten.
Tra le principali caratteristiche di tale farmaco troviamo il fatto di essere molto utile per il trattamento dell’emicrania, ma anche per la cura di vasculopatie periferiche e centrali. Inoltre, dimostra una buona efficacia per contrastare le vertigini di derivazione periferica così come quelle di derivazione centrale. Non dobbiamo dimenticare come si può considerare un ottimo adiuvante all’interno dei trattamenti per l’epilessia, quindi si può usare in associazione con alcuni antiepilettici.
In alcuni casi, può essere usata anche per contrastare l’intensità e la lunghezza di episodi di paralisi che sono correlati con particolari forme di emiplegia alternante. Questo farmaco si può anche sfruttare per la cura di altre patologie in cui i pazienti non sono riusciti a riscontrare effetti benefici con l’uso di altri farmaci. Ad esempio la flunarizina può essere utilmente impiegata per il trattamento di glaucomi, sindromi vertiginose, sindrome di Tourette, schizofrenia ed emiplegia alternante che va a colpire i bambini.
Fluxarten: precauzioni ed interazioni
Come abbiamo elencato sopra, la somministrazione di tale farmaco può provocare reazioni axtrapiramidali ed anche depressivi, oltre ad evidenziare i sintomi del parkinson in particolar modo nei pazienti anziani, per tanto deve essere somministrato con particolare cautela. Le dosi raccomandate di tale farmaco non devono essere assolutamente superare, ed inoltre i pazienti devono essere monitorati ad intervalli regolari, specialmente nel corso della terapia di mantenimento, in maniera tale che i sintomi extrapiramidali o depressivi possano essere visualizzati precocemente, ed in caso si manifestano il trattamento può essere interrotto.
In casi molto rari, la manifestazione di affaticamento può progressivamente aumentare durante la terapia a base di tale farmaco, ed in questo caso, il trattamento deve essere interrotto. Prima di iniziare il trattamento farmacologico a base di Fluxarten, il paziente deve rivolgersi al proprio medico di base, o al farmacista di fiducia se recentemente ha preso, o sta prendendo un altro qualsiasi farmaco anche quello da banco, che non necessita della prescrizione medica. L’assunzione di questo farmaco in concomitanza con alcol, tranquillanti o ipnotici, potrebbe provocare nel soggetto una eccessiva sedazione.
Il tiporamato non modifica la famacocinetica della flunarazina, ed a seguito di ripetute somministrazioni in pazienti affetti da emicrania, l’esposizione sistematica della flunarazina aumenta del 14%. Se tale farmaco viene somministrato in concomitanza con tiporamato 50 mg ad intervalli di 12 ore, la somministrazione ripetuta può dare luogo ad un aumento pari al 60% nella esposizione sistemica alla flunarizina. Quando il topiramto mostra una farmacocitenica allo stato stazionario, questa non viene modificata dalla flunarizina. Attraverso la somministrazione cronica di Fluxarten, il principio attivo non modifica la disponibilità di fenitoina, valproato, fenobarbitale e carbamazepina.
Nei pazienti affetti da epilessia, le concentrazioni plasmatiche di questo farmaco, sono state visualizzate molto più basse rispetto a pazienti che utilizzano farmaci anti-epilettici rispetto a soggetti sani ai quali è stato somministrato in dosaggi simili. Osservando il legame con le proteine plasmatiche ed anche di carbamazepina, valproato e fenitoina, questo non subisce modifiche a seguito della concomitante somministrazione di flunarizina.
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Quali sono le principali controindicazioni
I pazienti che soffrono di porfiria o che comunque hanno una maggiore probabilità di svilupparla dovrebbero evitare l’uso di tale farmaco. Se ne sconsiglia l’impiego anche a quei soggetti che soffrono di ipersensibilità nei confronti del principio attivo che è stata certificata in precedenza. Inoltre, è meglio evitare di somministrare la flunarizina a tutti quei pazienti che soffrono del morbo di Parkinson oppure sono colpiti da parkinsonismi in atto oppure che sono pregressi.
Quali sono i principali effetti collaterali
Ci sono due effetti indesiderati in modo particolare che si possono verificare con una frequenza notevolmente maggiore rispetto a tutti gli altri. Stiamo parlando della sonnolenza e dell’astenia, che compaiono nel 20% circa delle persone in cura con tale farmaco. L’incremento di peso avviene nell’11% dei pazienti. Infine, in alcuni casi possono insorgere dei sintomi extrapiramidali, che possono essere collegati o meno a fenomeni di depressione nelle persone anziane. Con una frequenza altamente meno marcata possono insorgere altri effetti indesiderati, come ad esempio galattorrea e allucinazioni.
Quali sono i dosaggi consigliati
Per quanto riguarda i pazienti fino ai 65 anni, si consiglia un dosaggio pari a 10 mg al giorno, mentre dopo i 65 anni si deve scendere a 5 mg al giorno. Si suggerisce di somministrare il dosaggio sempre di sera e prima di coricarsi. Inoltre, nel corso del trattamento di mantenimento, è meglio effettuare dei cicli di cinque giorni a settimana.
Nel caso in cui il paziente non riesca ad ottenere degli effetti benefici dopo una somministrazione di almeno due mesi di flunarizina, allora la terapia deve essere chiaramente sospesa. Infine, non c’è un vero e proprio antidoto nel caso di assunzione di un dosaggio superiore a quello consentito, visto che possono tornare utili il carbone attivo e la lavanda gastrica.
Il trattamento profilattico risulta tendenzialmente ben tollerato dai pazienti, ma nonostante questo, deve essere interrotto dopo sei mesi per poi essere ripreso in casi di recidive. Nei pazienti con età inferiore ai 65 anni, la somministrazione del farmaco deve essere sempre un dosaggio molto basso pari a 5 mg al giorno da assumere la sera dopo i pasti, ricordiamo inoltre che la flunarizina deve essere assunta con particolare cautela nelle persone anziane.