Tra le fasce della popolazione maggiormente impattate dalla pandemia emerge quella degli adolescenti, che hanno visto le occasioni di confronto con i coetanei drasticamente ridursi, sia in ambito scolastico sia nel tempo libero.
Ben il 40% dei giovani dichiara infatti di uscire molto meno rispetto a prima del Covid. Inoltre, più del 40% afferma di non praticare più, o meno frequentemente, i propri hobby o attività sportive. Nonostante le difficoltà, tuttavia, i giovani hanno reagito con un forte senso di responsabilità. A dimostrarlo i risultati emersi da una recente ricerca esplorativa: numerosi i ragazzi che si ritengono informati riguardo alla situazione pandemica (2 su 3), con il 74% che cerca notizie di attualità in misura pari o superiore rispetto a prima. La stragrande maggioranza, inoltre, ha dimostrato una forte fiducia nella scienza scegliendo di vaccinarsi (oltre il 90% degli intervistati). Tra le motivazioni più importanti quella di non voler diffondere il virus agli altri e di tornare quanto prima alla normalità.
La ricerca, realizzata dal Dipartimento di Economia politica e Statistica della Università degli Studi di Siena, è stata presentata oggi in occasione del lancio della seconda edizione di Fattore J, il programma – promosso da Fondazione Mondo Digitale con Janssen Italia, azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson, e il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità – volto ad accrescere nelle giovani generazioni la fiducia nei progressi della scienza, sensibilizzare sull’importanza di una corretta informazione scientifica e sulla scelta di comportamenti responsabili per il benessere e la salute di tutti.
Cos’è il fatto J
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“Abbiamo riformulato la prima edizione del progetto in piena pandemia. Ci siamo resi conto di aver risposto a un bisogno importante, riportando il tema del benessere e della salute al centro del processo educativo. Tra lockdown e didattica a distanza studenti e docenti hanno trovato nelle sessioni formative di Fattore J uno spazio di confronto aperto, non giudicante, un punto fermo. La prossima sfida è aiutare i giovani a riconoscere i diversi disturbi della comunicazione scientifica, perché la scuola può essere un vero antidoto contro l’infodemia, se aiuta a sviluppare gli anticorpi della conoscenza” ha dichiarato Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale
“Fattore J è un progetto che da subito mi ha colpita per il suo messaggio, cioè quello di riconoscere il ruolo fondamentale della scienza in un periodo storico in cui perfino questa viene messa in dubbio. Lo stereotipo dello studente disinformato e superficiale è stato ormai infranto, voi ragazzi state dimostrando di avere gli anticorpi giusti e necessari per approfondire il tema e controbattere con consapevolezza. Consapevolezza che per la società di oggi è una risorsa e una ricchezza preziosa” ha continuato Patrizia Prestipino, VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione), Camera dei Deputati
“Il Covid ha cambiato tutto, nulla è più come prima. La sanità, soprattutto quella pubblica, è diventata il driver della società civile. Vivere questa fase durante la giovinezza è più pervasivo e ha effetti importanti sullo sviluppo culturale dei nostri ragazzi. Ma bisogna avere il coraggio di credere in loro e di renderli protagonisti del cambiamento” ha concluso Antonio Ferro, presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica (SItI)