Una delle principali caratteristiche di questo medicinale è sicuramente quella di combinare due elementi come il ferro e l’acido folico. Si tratta di elementi fondamentali per quanto concerne il controllo di tutti i vari processi di replicazione cellulare. Nello specifico, sono le cellule con un turn over particolarmente alto, come ad esempio quelle legate al sistema emopoietico, quelle che ne hanno maggior bisogno.
Il ferro protinato contenuto in Ferrofolin ha la capacità di gestire in modo efficiente ed efficace il modo in cui l’intestino va ad assorbire il ferro. Grazie a quest’azione, è in grado di ridare “vita” al pull di ferro organico normale. Il ripristino di tali valori consente anche di svolgere un’azione preventiva più adeguata sulla struttura di diversi enzimi e, in modo particolare, anche dell’emoglobina.
L’acido folico, invece, riesce a migliorare la sintesi di timina, favorendo quella di acidi nucleici e detossificando dalla presenza di molecole che possono portare pericoli, come ad esempio l’omocisteina. Ferrofolin può essere venduto solamente in presenza della ricetta medica.
Come usarlo e posologia
Ferrofolin deve essere assunto usando l’apposito contenitore monodose presente all’interno della confezione. Per gli adulti, nella maggior parte dei casi si opta per 1-2 dosi ogni giorno, fino al momento in cui le riserve di ferro non avranno raggiunto nuovamente valori normali. Ovviamente, l’intero trattamento deve essere seguito dal proprio medico, a cui spetta ogni decisione circa l’opportunità di allungare il tempo di assunzione di Ferrofolin oppure dare altre indicazioni.
Quali sono le principali avvertenze
Prima di procedere con l’assunzione di questo medicinale sarebbe sempre meglio svolgere una visita medica molto precisa e dettagliata. Quest’ultima ha lo scopo di capire il reale stato di carenza e la tipologia di anemia che si riscontra nel paziente. Solo in questo modo l’assunzione verrà eseguita in modo corretto e personalizzato in base alle esigenze del soggetto, portando anche ad un risultato utile ed efficace.
All’interno di questo medicinale ci sono paraidrossibenzoati, ovvero dei principi attivi che si caratterizzano per un’attività allergogenica.
Ferrofolin si può assumere durante la fase di gravidanza per contrastare gli stati anemici gravidici: ovviamente prima di procedere con qualsiasi terapia è bene avere un consulto con il proprio medico.
Reazioni avverse
Le seguenti reazioni avverse gravi associate a Ferrofolin non sono comuni, ma dovrebbero comunque essere assunte in considerazioni.
Quelle più diffuse, con percentuali superiori al 2% del campione, sono diarrea, nausea, vomito, mal di testa, vertigini, ipotensione, prurito, dolore agli arti, artralgia, mal di schiena, crampi muscolari, reazioni nel sito di iniezione, dolore toracico ed edema periferico.
Quali sono le principali interazioni
Se vengono assunti in modo contemporaneo elementi come ferro e tetracicline, antiacidi, chinolonici oppure cloramfenicolo, ecco che le concentrazioni ematiche di tutti e due i principi attivi potrebbero risentirne notevolmente. Il sistema per evitare che tutto ciò accada è quello che l’assunzione di ferro si verifichi almeno due ore dopo rispetto al Ferrofolin.
Proprio il ferro potrebbe essere in grado di provocare anche un abbassamento della capacità di assorbimento da parte della metildopa e della tiroxina, limitandone in questo modo l’efficacia terapeutica.
Assumere questo medicinale contemporaneamente con degli antinfiammatori non steroidei potrebbe provocare un cambiamento notevole nel metabolismo dell’acido folico. Di questo passo, anche l’efficacia terapeutica del medicinale ne risentirebbe notevolmente. Farmaci anticonvulsivanti e antiepilettici, con un’assunzione contemporanea, potrebbero portare ad una diminuzione delle quantità ematiche di folati.
Ferrofolin in gravidanza
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Non esistono studi adeguati sull’uso di Ferrofolin nelle donne in gravidanza. Negli studi sulla riproduzione animale, Ferrofolin è stato somministrato per via endovenosa a ratti e conigli durante il periodo di organogenesi a dosi fino a 13 mg/kg/giorno di sostanza elementare senza aver rivelato alcuna prova di danni al feto.
Ad ogni modo, poiché gli studi sulla riproduzione animale non sono sempre predittivi della risposta umana, Ferrofolin dovrebbe essere usato in gravidanza solo se chiaramente necessario, e solo dopo averne parlato con il proprio medico valutandone rischi e benefici.
Non è noto se Ferrofolin viene escreto nel latte umano. Il saccarosio di Ferrofolin viene infatti secreto nel latte dei ratti in allattamento. Poiché molti farmaci sono escreti nel latte umano, l’attenzione dovrebbe essere esercitata quando Ferrofolin è somministrato ad una donna che allatta.
Ferrofolin nei bambini
La sicurezza e l’efficacia di Ferrofolin per il trattamento del mantenimento della ferrofolina in pazienti pediatrici di 2 anni non sono state studiate e, dunque, sarebbe opportuno non somministrare questo medicinale in pazienti così giovani.
Sovradosaggio
Non sono disponibili dati relativi al sovradosaggio di Ferrofolin nell’uomo. Dosaggi eccessivi di Ferrofolina possono comunque portare all’accumulo del principio attivo nel sangue.
Tossicità negli studi monodose in topi e ratti, a dosi di saccarosio per via endovenosa fino a 8 volte la dose umana massima consigliata in base alla dimensione corporea, hanno dato vita a ipoattività, sanguinamento nel tratto gastrointestinale e polmoni, mortalità.
Per saperne di più vi consigliamo ovviamente di parlarne con il vostro medico di riferimento, condividendo con lui le vostre condizioni di salute.
Quali sono le controindicazioni
Questo medicinale non deve essere impiegato in soggetti che presentano ipersensibilità ad uno dei principi attivi. Anche in caso di pazienti che soffrono di emocromatosi, anemie non sideropeniche, pancreatite cronica e cirrosi epatica, oltre che emosiderosi se ne sconsiglia l’impiego.
Quali sono i possibili effetti collaterali
Assumendo Ferrofolin e rispettando i dosaggi normali, di solito non ci dovrebbe essere alcun effetto collaterale. Invece, se questo medicinale dovesse essere assunto in maniera eccessiva o incontrollata, sia per quanto riguarda le tempistiche che le quantità, ecco che potrebbe portare in fretta a diversi effetti indesiderati. Ad esempio, alcuni effetti collaterali potrebbero essere le feci più scure del solito, diarrea, stipsi, nausea e anche dolori all’addome.
In tutte queste situazioni, la prima cosa da fare è bloccare subito l’assunzione e chiamare al più presto il proprio medico curante, in modo tale che i sintomi possano essere fatti scomparire nel più breve tempo possibile.