La ferritina è una proteina che ha il compito di far immagazzinare la giusta quantità di ferro alle nostre cellule. Valutare la quantità di tale proteina nel nostro organismo significare anche sapere quanto ferro il nostro corpo ha a disposizione, divenendo, in tal modo, anche un importante indicatore di alcune patologie, come l’anemia.
I compiti della ferritina
Il ferro serve per trasportare ossigeno nel sangue, per fissarlo nei muscoli, per la respirazione delle cellule, per la replicazione delle stesse, e per aiutare nella costruzione di tutti gli organi ed i tessuti di cui siamo composti. La ferritina, sebbene sia presente in tutto l’organismo umano, è contenuta in percentuale maggiore nel fegato, nella milza, nel midollo osseo e nei muscoli scheletrici. Ritroviamo piccole quantità di ferritina anche nel sangue. Prima di spiegare quali patologie possa causare un aumento della ferritina nel nostro corpo, è utile presentare quali sono i valori considerati normali dai medici: per le donne il valore di riferimento massimo è pari a 250 nanogrammi per millilitro; per gli uomini 340 nanogrammi per millilitro.
Cosa comporta avere valori elevati di ferritina?
Un eccessivo contenuto di ferro nel nostro organismo può rappresentare un rischio per varie ragioni, questa sostanza potrebbe depositarsi nel cuore, nel fegato, nei testicoli e nelle articolazioni, generando problemi seri nel nostro corpo. Alti livelli di ferritina, stando a numerosi studi, sono associati ad un maggior rischio di incorrere nel diabete mellito. Un eccesso di ferro può, come detto, depositarsi negli organi e nelle articolazioni fino a giungere alla perdita della funzionalità degli stessi.
L’iperferritinemia, la condizione cioè in cui i valori di tale proteina sono superiori al normale, risulta spesso asintomatica, ed in molti casi i pazienti non sono consapevoli di trovarsi in questa particolare condizione. I sintomi di tale problema sono infatti molto comuni, comprendono ad esempio la stanchezza, l’apatia, o la presenza di leggeri dolori addominali.
Cosa mangiare per evitare valori alti di tale proteina?
La carne, in particolare quella rossa, è sicuramente uno degli alimenti in cui si trova la quantità più elevata di ferro. Risulta dunque necessario evitare di mangiare alcune verdure (compresi gli spinaci, i broccoli e gli asparagi) e le carni rosse per ridurre l’apporto giornaliero di questa sostanza. Sono da evitare anche i seguenti alimenti: le uova, il pesce, i molluschi, i legumi come lenticchie, ceci, fagioli, i cereali, il pane, ed anche evitare un abuso di bevande alcoliche.
Risulterà quindi necessaria una dieta che comprenda alimenti a basso contenuto di ferro. Tra i cibi che vengono consigliati più comunemente per chi soffre di tale condizione troviamo: la mela, il mirtillo, il pompelmo, l’arancia, le rape, il melone, i ravanelli, carote, peperoni, cipolle zucca. Sono assolutamente consigliati anche il latte, lo yogurt ed il formaggio, riso bianco, caffè, succhi di frutta, oltre che l’olio di sardine o quello di fegato di merluzzo.
Trattamenti da seguire
Quando i valori di ferritina nel sangue risultano eccessivamente alti, la terapia che si segue comunemente è la flebotomia, più comunemente conosciuta come salasso. Attraverso questa terapia si prelevano sacche di sangue dal paziente, rimuovendo cosi i globuli rossi, ricchi di ferro, dall’organismo. Quando si rimuove il sangue dall’organismo si abbassa la concentrazione di ferro in esso contenuto, e di conseguenza anche la quantità di ferritina nei nostri organi. Il medico inoltre prescriverà sicuramente al paziente una dieta a basso contenuto di ferro, sottolineando l’importanza di una corretta alimentazione nella lotto contro questa particolare condizione di salute.