Fase luteale - Foto di Cliff Booth/pexels.com
Siamo abituate a scandire il ciclo mestruale in quattro differenti fasi. Oggi, vedremo un nuovo modo per farlo, attraverso la fase luteale e la fase follicolare.
Tutte noi conosciamo le quattro fasi mestruali. C’è il periodo pre-ovulatorio, ovulatorio, pre-mestruale e mestruale. Tuttavia il ciclo mestruale è scandito principalmente da due diffrenti fasi che vanno a inglobare quelle precedentemente descritte.
La prima è la fase follicolare. Copre dal primo all’ultimo giorno delle mestruazioni e tutto il periodo pre ovulatorio. Durante questi giorni i nostri follicoli sono all’opera. Il loro compito infatti è quello di rendere la cellula uovo abbastanza maturo all’interno dell’ovaio. Quando l’ovulo è arrivato alla sua piena maturazione, ecco che si entra nella così detta fase luteale. Il termine deriva proprio dal fatto che, quando in fase ovulatoria le cellula uovo viene liberata in attesa della fecondazione, essa si trasforma in corpo lutero.
La fase luteale dura circa 14 giorni e copre il restante tempo del nostro mese tutto al femminile, costituito dai 28 giorni. I famosi 28 giorni segnati sul calendario, che indicano la distanza che c’è tra il primo giorno di mesturazioni e il prossimo. Durante la fase luteale viene rilasciato il progesterone, ormone indispensabile per preparare l’utero ad accogliere il seme maschile.
Il nome luteale deriva da luteus (latino) e vuol dire “giallo”. Il termine è stato associato a questa fase tutta femminile a causa del carotenoide denominato luteina, dalla tipica colorazione giallastra.
La luteina è un potente antiossidante che gioca un ruolo fondamentale anche per quanto riguarda la riduzione dei danni indotti dai radicali liberi. Il nostro corpo non produce questo carotenoide in maniera naturale. È per questo che è necessario assumerlo attraverso i giusti alimenti e l’assunzione di integratori (se necessario).
Molte donne in realtà non conoscono neanche il termine “fase luteale”. Sono abituate ai classici quattro periodi che scandiscono i fatidici 28 giorni. Questo perché, in effetti, almeno che la persona non sia uno studente di medicina o non passi il tempo a comprendere nei minimi dettagli come funziona il corpo umano, non la conosce.
C’è un’altra categoria di persone che entra in contatto con la fase luteale. Si tratta delle donne che desiderano rimanere incinte ma, vuoi la sfortuna o vuoi alcuni problemi a livello fisiologico, non riescono ad avere un figlio.
La fase luteale è importantissima per la donna che desidera avere un bambino. Come abbiamo già detto, è proprio in questo periodo che viene rilasciato il progesterone. Ma cos’è il progesterone? Perché gioca un ruolo così importante per la donna che spera in una gravidanza?
Le ghiandole surrenali, la placenta e l’ovaio producono il progesterone, un ormone. Il suo scopo è quello diagevolare l’impatto che vi sarà tra la mucosa dell’utero e l’ovaio fecondato aumentando la densità del muco cervicale. Sarà la riduzione dello stesso a provocare la comunissima mestruazione, intesa come la fase del sanguinamento.
È l’ormone luteinizzante a stimolare la produzione del progesterone durante l’età fertile. Tornando alla nostra fase luteale bisogna evidenziare appunto che è proprio durante questo periodo che vi è un aumento di progesterone. Tenderà a diminuire con la regressione del corpo lutero.
Purtroppo le cose non sono sempre tutte rosa e fiori. Ecco che la fase luteale può essere caratterizzata da disturbi di variabile intensità.
Il primo di tutti è il deficit della fase luteale, derivante dallo squilibrio ormonale che rende difficile il concepimento. Nonostante questo il corpo luteo potrebbe rientrare nei tempi mediamente corretti.
Il secondo è quando la fase luteale invece di durare 14 giorni, potrebbe arrivare ad un tempo inferiore anche ai 10. Di conseguenza l’endometrio non potrà svilupparsi in modo tale da accogliere l’embrione, nonostante.
Anche se la fecondazione dovesse avvenire, molto probabilmente l’embrione non riuscirebbe a sopravvivere all’interno di un ambiente non idoneo.
Le cause di questi disturbi sono nella maggior parte dei casi riconducibili ad uno squilibrio ormonale. Il dottore comunque per accertare che il problema della difficoltà nel concepire un bambino derivi proprio da un deficit della fase luteale, potrà sottoporre il paziente alla biopsia endometriale o al dosaggio del progesterone plasmatico (da effettuare in due o tre volte per essere maggiormente sicuri che il risultato sia corretto).
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