Il Comitato per la sicurezza dell’Agenzia europea del farmaco Ema avverte: “Un approfondimento dei dati disponibili ha confermato un legame tra l’uso di medicinali contenenti clorochina o idrossiclorochina e la possibilità di incorrere in disturbi psichiatrici e di esporsi a comportamenti suicidi”. Insomma, stando all’ultimo comunicato del Prac, sembra proprio che occorrerà stare molto attenti all’uso di farmaci contenenti questi principi; farmaci che, ricordiamo, “continuano a non essere autorizzati per il trattamento del Covid-19“.
La revisione è stata fatta partire nel mese di maggio, dopo che l’ente europeo è venuto a conoscenza delle controindicazioni sopravvenute in 6 casi di pazienti Covid, che dopo aver assunto il farmaco a base di idrossilorochina, con dosi superiori a quelle raccomandate, hanno infatti cominciato a palesare disturbi psichiatrici. “La clorochina e l’idrossiclorochina non hanno dato luogo ad effetti benefici per quel che riguarda il trattamento del Covid-19”.
Resta salvo il fatto che questi tipi di medicinali sono autorizzati a livello europeo per il trattamento di malattie autoimmuni, come il lupus e l’artrite reumatoide, così come per la malaria. Relativamente al loro impiego durante la pandemia, l’agenzia aveva esortato gli operatori sanitari a stare molto attenti a questi medicinali. “E’ ormai noto che la clorochina e l’idrossilocorochina, anche se utilizzate nelle dosi giuste e per indicazioni autorizzate, possano produrre complicazioni a livello psichiatrico”, chiarisce l’Ema.
Sembra che i primi effetti collaterali si palesino entro il primo mese dall’avvio del trattamento. Ecco perché ora vige una forte raccomandazione, da parte del Prac, di aggiornare le informazioni prodotto su questi medicinali: l’obiettivo è rendere quanto più noti ed inequivocabili i rischi ad essi collegati.