L’algoritmo sente la depressione nella lentezza della voce dell’individuo: i disturbi depressivi si associano infatti a un rallentamento psicomotorio della persona che si riversa anche sulla voce, con parole pronunciate più lentamente e con più pause.
Il software potrebbe divenire una app da scaricare sul proprio smartphone per monitorare il proprio umore nella vita reale. Idealmente, spiega Espy-Wilson, i terapisti daranno la app ai propri pazienti con depressione maggiore nei periodi in cui i sintomi sono andati in remissione o si sono molto ridotti, per tracciare il loro stato di salute mentale e le persone appropriate possono essere allertate se la app evidenziasse che la gravità della depressione sta aumentando”. “In questo modo – continua – si potrebbe intervenire per tempo quando la depressione aumenta a livelli pericolosi”.
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