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Droga: cosa comporta l’uso di sostanze stupefacenti durante la pandemia

Nella gravissima emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo da febbraio 2020, le regole sul “rimanere in casa” impostate dalle autorità hanno determinato un sensibile calo dello spaccio degli stupefacenti su strada. Uno scenario che apre all’ipotesi che i consumatori di sostanze d’abuso si stiano rivolgendo al mercato illecito presente nel “dark web” (web sommerso, generalmente con contenuti illegali, che si raggiunge attraverso specifici software, configurazioni e accessi autorizzativi), per procurarsi droghe classiche come la cocaina, l’hashish o l’eroina.

Il mercato delle sostanze stupefacenti

Differentemente, il mercato delle nuove sostanze psicoattive, nato sui internet, rimane ad appannaggio di tali ambiti, che ancora commercializzano queste sostanze grazie al camouflage in profumatori ambientali, sali da bagno, semi da collezione, prodotti fitosanitari, ecc. Lo scenario, suffragato dai dati provenienti dalle forze dell’ordine, fa supporre che l’allarme per l’epidemia da COVID-19 abbia facilitato la crescita della domanda di droga attraverso il web o gli applicativi informatici.

Come è cambiato il consumo di droghe

Inoltre è plausibile che, in un periodo di confinamento domiciliare, i consumatori abituali di sostanze d’abuso, probabilmente, non vadano più alla ricerca di sostanze psicoattive per favorire la socializzazione in ambienti ricreazionali (discoteche, pub, bar, locali di divertimento, ecc), ma di prodotti da consumare in solitudine. Oltre a chi assume tranquillanti già disponibili in casa, la preoccupazione degli operatori che lavorano nel campo delle dipendenze è rivolta a quel segmento di persone che fa uso di narcotici, come gli oppiacei (per esempio l’eroina), i nuovi oppioidi sintetici o le nuove benzodiazepine. Parliamo di sostanze il cui mercato illecito ha avuto una grande crescita proprio nel 2019, secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze di Lisbona (EMCDDA, European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction).

Le possibili implicazioni per le persone con disturbi da uso di sostanze stupefacenti

A livello internazionale, anche il National Institute on Drug Abuse (NIDA), centro di riferimento statunitense per le ricerche di base e cliniche sull’uso di droghe, ha affrontato il problema COVID-19, pubblicando sul proprio sito un focus sulle possibili implicazioni per le persone con disturbi da uso di sostanze stupefacenti.

Il NIDA ha evidenziato il ruolo determinate della comunità scientifica e la necessità di vigilare sui danni che questa pandemia può causare ai consumatori di oppiacei (per esempio, l’eroina), di oppioidi sintetici e di metanfetamina, in quanto persone maggiormente vulnerabili a causa degli effetti che queste sostanze hanno sull’apparato respiratorio. I soggetti che consumano alte dosi di oppioidi, per motivi terapeutici o perché hanno una dipendenza, affrontano una serie di problemi e minacce per la propria salute polmonare.

Droga e frequenza cardiaca

Poiché gli oppiacei e/o oppioidi agiscono sul tronco encefalico e riducono la frequenza respiratoria, il loro consumo non solo mette a rischio di overdose fatale o potenzialmente letale, ma può anche causare una pericolosa riduzione del livello di ossigeno nel sangue. La mancanza di ossigeno può essere dannosa per il sistema nervoso centrale: mentre le cellule cerebrali possono resistere a brevi periodi di scarsa fornitura di ossigeno, quando la situazione persiste possono essere seriamente danneggiate. Come sostenuto in numerose ricerche scientifiche, la malattia polmonare cronica aumenta il rischio di mortalità per overdose per chi assume oppioidi, motivo per cui la ridotta capacità polmonare causata da COVID-19 può mettere in grave pericolo questo gruppo di persone. Anche una dipendenza da metanfetamina può essere rischiosa. Difatti, la molecola restringe i vasi sanguigni e può contribuire sia al danno polmonare che all’ipertensione. I medici devono essere preparati a monitorare i possibili effetti avversi del consumo di metanfetamina (che per esempio negli Stati Uniti sta aumentando esponenzialmente) nel trattamento di pazienti con COVID-19.

Chi chiamare in caso di emergenza

È bene ricordare che il nostro Sistema sanitario nazionale sta affrontato la pandemia da COVID-19 con grande professionalità ed enormi sforzi. Non da meno è l’impegno dei Servizi per del Dipendenze (Ser.D.) che garantiscono l’accesso alle strutture e l’eventuale somministrazione del metadone ai pazienti in cura.

Infine, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) mantiene attiva la sua  linea telefonica gratuita dedicata a chi ha problemi di droga, un punto di ascolto dei bisogni della popolazione.

  • Chiama il Telefono Verde Droga 800 186070 (dell’Osservatorio fumo, alcol e droga, Centro nazionale dipendenze e doping, ISS), attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 16.
  • Oppure, contatta i Servizi per del Dipendenze (Ser.D.) del Sistema Sanitario Nazionale, che si occupano di prevenzione primaria, cura, prevenzione patologie correlate, riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo.
medicionline.it

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