Colui che ne è soggetto può trovarsi in uno stato di grande euforia in un momento ed in preda alla disperazione immediatamente dopo, senza apparenti motivi. Questo disturbo induce al repentino passaggio da uno stato paradisiaco (fase maniacale o ipomaniacale) allo stato infernale della depressione, anche ripetutamente durante il corso della propria vita. Non è frequentissimo ma neanche raro, infatti colpisce circa l’ 1 % della popolazione. E’ annoverato tra i disturbi del comportamento seri e deve essere assolutamente trattato adeguatamente, altrimenti si rischiano sofferenze ed anche situazioni invalidanti.
Chi soffre di disturbo bipolare registra nell’arco della vita episodi ipomaniacali, misti e depressivi (Bipolare di tipo II). Ma anche solamente episodi maniacali (bipolare di tipo I). Oppure, a volte, episodi maniacali, depressivi e misti.
Quando si manifestano le fasi maniacali, caratterizzate da un grande eccitamento, l’individuo affetto da questo disturbo solitamente vive una disinibizione superiore, e di molto, al normale, che sfocia in genere in episodi socialmente inaccettabili, o, almeno, inappropriati. L’ euforia incombe con la sensazione di sentirsi pressoché onnipotenti: tutto appare come realizzabile e spesso si effettuano impulsivamente azioni che possono essere anche pericolose per se o per gli altri. In questo stato non si riesce, però, a portare a compimento alcuna azione intrapresa.
L’energia che si sviluppa è enorme, potendo arrivare a non far sorgere l’ esigenza neanche di mangiare o di dormire. L’inconcludenza è dovuta al fatto che non si termina un’ azione che già se ne iniziano delle altre e, magari, se ne fanno più d’una contemporaneamente senza concluderne alcuna.
Anche i pensieri si affollano numerosi e veloci tanto che non si riesce a tradurli in parole o azioni di senso. Perfino il desiderio sessuale può aumentare molto in questa fase, assumendo i crismi dell’impellenza anche in situazioni che non indurrebbero generalmente al pensiero del sesso. Da timidi ed impacciati si diventa disinibiti ed egocentrici.
A volte, però, questa fase presenta toni di umore disforico e si può avere la sensazione di aver subito ingiustizie, potendo sfociare queste sensazioni in irritabilità. SI può diventare, di conseguenza, aggressivi ed avere comportamenti deli quali non si riesce a valutare le conseguenze. Le fasi di sovreccitamento possono essere più o meno “importanti” (ipomaniacali o maniacali).
Successivamente alle fasi maniacali o ipomaniacali sovente si hanno le fasi depressive che ne rappresentano l’esatto opposto. Umore sotto i piedi, e sensazione che niente attragga o piaccia. La vita appare come una via crucis. Si può perdere l’appetito o sentirlo aumentare, come anche il sonno. Ci si sente pervasi da un senso di perenne stanchezza e non ci si riesce a concentrare su niente. La fase depressiva è assai pericolosa potendo portare ad atti di autolesionismo che possono sfociare anche in tentativo di suicidio. Queste fasi durano generalmente più a lungo di quelle maniacali (le quali possono durare anche solo pochi giorni) e ne sono più frequenti nell’arco della propria vita.
La fase mista spesso rappresenta il passaggio fra le due fasi precedentemente descritte è presenta contemporaneamente sintomi ipomaniacali e depressivi. E’ caratterizzata da ansia ed irritabilità.
La letteratura ci parla di una frequenza di 1 a 100 nella popolazione, senza distinzioni di sesso. L’età in cui si possono manifestare i primi episodi è compresa tra la tarda adolescenza e la prima età adulta. Poi in genere prosegue per tutto l’arco della vita. Si presenta in varie forme di gravità e, purtroppo, spesso si associa ad abusi di alcol ed utilizzo di droghe che, ovviamente, ne aggravano la sintomatologia. In alcuni casi episodi maniacali gravi possono richiedere necessariamente il ricovero.
La malattia si presenta in forma cronica ed è foriera sovente di gravi danni per chi ne soffra: si deteriorano le relazioni amicali e sentimentali importanti, si possono dilapidare patrimoni in presunti ottimi affari, si possono rischiare incidenti stradali gravi per il comportamento stradale. E’ difficile individuare una sola causa per il disturbo bipolare, certo è che il fattore genetico è determinante, questo pare certo. Chi abbia parenti che ne abbiamo sofferto è un soggetto più a rischio. Possono incidere anche situazioni di vita e/o sociali (consumo di alcol, eccessi nel consumo di caffè, utilizzo di droghe, ecc.)
L’obiettivo della terapia è innanzitutto la stabilizzazione dei sintomi, che si può ottenere con farmaci stabilizzatori dell’umore ed antidepressivi. La terapia farmacologica va associata ad una adeguata Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale che, oltre agli effetti sulla sintomatologia del disturbo ha anche il pregio di indurre il soggetto ad una migliore accettazione del trattamento farmacologico.
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