Essendo l’uomo un essere naturalmente sociale, non deve stupire che si possano creare delle dipendenze affettive ed emotive nelle relazioni, rendendo dunque una persona necessaria a un’altra, e così via. Se questo rientra nella normalità, lo stesso però non si può dire quando una persona è emotivamente “controllata” da un’altra, perché ciò si traduce in paura della perdita, della solitudine o dell’abbandono, corrompendo il legame sano e rendendolo vulnerabile dal punto di vista psicologico.
Quali sono le cause
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Sebbene la dipendenza affettiva non sia in realtà un disturbo psicologico, la stessa può di contro rivelarsi come una fonte di molti problemi psicologici e di stress nelle relazioni personali, specialmente nel campo delle relazioni emozionali: famiglia, amicizia e soprattutto partner possono essere interessati da questa attitudine. In molti casi, peraltro, le persone stabiliscono relazioni basate sulla dipendenza emotiva e non ne sono pienamente consapevoli, nonostante i numerosi disturbi che possono svilupparsi, come la depressione, i disturbi psicosomatici, gli attacchi di panico e altri disturbi d’ansia.
È anche vero che prima dell’adolescenza quanto spora non è di solito considerato un problema, tranne nei casi estremi. Lo stesso non si può dire negli adulti, che possono godere di autonomia, e nei quali la dipendenza emotiva è un rapporto malsano in cui alla fine predomineranno solo sentimenti negativi come dolore, rabbia e paura, in un ambiente caratterizzato da squilibri affettivi e diseguaglianze. La dipendenza emotiva porta infatti una persona a sottomettersi all’altra, e non solo quando fornisce affetto e sicurezza, quanto anche nei casi in cui il rifiuto e il disprezzo sono comuni.
Chiarito ciò, è ovviamente importante distinguere tra dipendenza strumentale e dipendenza affettiva. La prima è infatti caratterizzata dalla mancanza di autonomia nella vita quotidiana, insicurezza, scarsa capacità di assumere decisioni e prendersi responsabilità. La dipendenza affettiva è determinata, soprattutto, da una motivazione verso la persona che è dipendente da alcuni elementi come le soddisfazioni e la sicurezza personale, soddisfacendo in tal modo i propri bisogni emotivi.
Secondo alcuni autori, la dipendenza emotiva potrebbe essere definita come un modello di richieste emotive non soddisfatte, che inducono una persona a cercare disperatamente di soddisfare le proprie relazioni.
Come si riconosce la dipendenza affettiva?
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Chi soffre di dipendenza affettiva mette sempre i bisogni dell’altro prima dei propri in ogni occasione. Passa il proprio tempo a cercare approvazione, smettendo così di raggiungere i propri obbiettivi di vita. Non si ritagliano del tempo per se stessi e rivolgono tutta l’attenzione verso il partner. Si sente non meritevole, sempre in colpa e non all’altezza. Si sacrificano e si rendono sempre diligenti per ottenere l’amore.
Chi soffre di dipendenza affettiva ha paura del cambiamento. Fanno di tutto per impedirlo e si arrampicano su aspettative che non sono realistiche. Si occupano con la massima dedizione dell’altro, così da poter vivere, o almeno così credono, relazioni durature. Ad ogni “caduta”, cioè delusione, ecco che da capo riparte il ciclo vizioso, alcune volte più forte di prima.
Chi soffre di dipendenza emotiva spesso vive nella paura del rifiuto, dell’allontanamento. Altre volte questa dipendenza nasce dal rifiuto dall’altra parte. Se l’altro accettasse l’amore, probabilmente il sentimento dall’altra parte cesserebbe. Esiste solo in lontananza.
Chi sono le persone affette
La persona affetta da dipendenza affettiva di solito non stabilisce un’unica relazione di dipendenza emotiva, ma finisce con l’essere dipendente da genitori, amici e partner.
La persona emotivamente dipendente lascia la sua autostima nelle mani degli altri, della/e persona/e dalla/e quale/i dipende. Invece di basare la propria autovalutazione su criteri autonomamente considerati, lo fa in altri, conferendo così un enorme potere alle persone dalle quali dipende. Le valutazioni e le reazioni degli altri generano intense reazioni emotive e determinano, nella persona dipendente, alti e bassi emotivi che, a loro volta, causano problemi a livello individuale e cambiamenti spesso profondi.
Caratteristiche
È dimostrato che la dipendenza affettiva produce danni fisici e psicologici e che le persone dipendenti credono che l’amore sia un estremo (possedere o offrire tutto). La bassa autostima e la paura dell’abbandono e del rifiuto impediscono alla persona di porre fine a una relazione anche se chiaramente insoddisfacente e fonte di sofferenza.
Tra le principali caratteristiche della dipendenza affettiva spicca una distorsione cognitiva (erroneo pensiero o credenza irrazionale) nella misura in cui genera un’elaborazione delle informazioni con aspettative troppo alte, rigide e inflessibili delle situazioni o su come dovrebbero accadere alcune cose, con la conseguenza che ogni deviazione da questi standard è considerata insopportabile.
Le persone con dipendenza affettiva hanno caratteristiche specifiche nelle relazioni personali, puntando a ottenere esclusività o controllo dell’altro, esigendo un’attenzione costante, sotto la fantasia di controllare le vite degli altri e le loro relazioni, il che si traduce in frequenti richieste emotive eccessive ed irrazionali che non sarebbero proprie di una relazione matura. Ciò può anche comportare la necessità di espressioni costanti di affetto per il proprio partner per riaffermare l’amore e lenire la sensazione di insicurezza.
Diagnosi e trattamento
Per una buona diagnosi del problema è necessario conoscere gli schemi disadattivi che hanno sviluppato una dipendenza emotiva. È possibile che si vada a indagare sulle proprie esperienze infantili, cercando di comprendere la storia di relazioni e legami di una persona. In questo modo lo specialista potrà aiutare la persona interessata a cambiare il modo di interpretare le situazioni interpersonali, a gestire il dubbio e la paura del rifiuto, ed avere maggiore capacità di costruire relazioni sane.
Fortunatamente, dunque, con un adeguato trattamento psicologico chiunque sia disposto a cambiare può superare la propria dipendenza emotiva, iniziando a prendere in carico la propria vita, i propri rapporti e ritrovando uno stato d’animo positivo. Gli obiettivi della terapia dovrebbero essere diretti a rafforzare le risorse della persona dipendente in relazione alla propria autostima, assertività e capacità di autorealizzazione al di fuori della portata del rapporto stesso.
Come anticipato, prima di stabilire il piano di trattamento terapeutico è necessario esplorare la storia delle relazioni e capire in che modo superare eventuali esperienze traumatiche. Migliorare l’autostima, sviluppare il dialogo interno e sostituire il pregiudizio negativo nella propria autovalutazione, sono solamente alcuni dei tasselli che lo psicologo cercherà di costruire.
Per saperne di più, vi consigliamo naturalmente di parlarne con il vostro medico di riferimento.
Si può interrompere la dipendenza emotiva?
L’interruzione della dipendenza emotiva nel 90% dei casi porta alla rottura della relazione, non immediata ma graduale. Perché che vi piaccia o meno ammetterlo, forse se adesso siete arrivati a reputarla una relazione “malata” significa che avanti solo e soltanto perché voi facevate di tutto per non chiuderla. La trascinavate. Nel momento in cui il vostro comportamento cambia, la storia si sgretola. La relazione in questo contesto perde ogni sua base.
Chi vive una dipendenza affettiva percepisce l’interruzione del rapporto come una cosa assolutamente dannosa, da evitare. Se vi siete resi conto però che non potete vivere una relazione morbosa, in uno stato di continua crisi, allora forse potete uscire dalla situazione. La cosa migliore è farvi seguire da un esperto che vi guidi e vi aiuti ad esternare le vostre paure. Vi consiglieranno di allontanarvi qualche ora da lui, quando non è strettamente necessario. Non vale quando siete entrambi a lavoro. Dovete proprio ritagliarvi uno spazio vostro, come ad esempio qualche ora a settimana per un hobby o uno sport o un weekend con gli amici.
C’è poi un 10% di casi dove la relazione non finisce perché magari l’amore non stava in piedi solo grazie al vostro continuo dare, ma anche da un sentimento ancora molto forte dall’altra parte. Combattendo la vostra dipendenza riuscirete probabilmente a far rifiorire la vostra relazione. Non cercate conferme nel partner, non abbiate paura della solitudine. Imparate ad apprezzare i movimenti di solitudine senza cercare continuamente l’altro per controllarlo.
Non sempre la relazione è da buttare. E anche quando lo è, non troncate all’improvviso ma prendetevi il vostro tempo per farlo, per riscoprire voi stessi.