Il desiderio di ognuno di noi è quello di apparire sempre in perfetta forma ma soprattutto essere in buona salute. Per questo motivo esistono le diete, anche se in media solitamente assumiamo troppe calorie rispetto ai nostri fabbisogni, e questo non ci fa affatto bene. Seguire una dieta sana ed equilibrata quindi, è sicuramente molto importante, ovviamente con l’aiuto di un esperto è molto più facile raggiungere obiettivi. Spesso siamo convinti che da soli siamo in grado di gestire al meglio la nostra dieta, ma in realtà non è così. Soprattutto se puntiamo sulla strategia del digiuno senza conoscere quando e come attuarlo, non c’è cosa più sbagliata di questa. Anzi, fare il digiuno in questo potrebbe comportare gravi problemi alla nostra salute.
Per quanto riguarda l’argomento, grazie ad una ricerca italiana che ci offre informazioni abbiamo scoperto che il digiuno può avere anche degli effetti postivi. In osservazione però in questo caso ci sono le cellule del cervello. Come reagisce quest’ultimo quando l’apporto di cibo diminuisce? A rispondere a questa domanda è uno studio coordinato da Paola Tognini, una ricercatrice del dipartimento di Ricerca traslazionale dell’Università di Pisa, che ha dimostrato che l’assenza di cibo provoca delle alterazioni nell’espressione genica della corteccia cerebrale.
I risultati della ricerca sono apparsi su Cellular and Molecular Life Sciences. C’è stata una collaborazione tra Università di Pisa, Università della California di Irvine, Scuola Normale Superiore, Istituto di Neuroscienze e Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) e IRCCS Fondazione Stella Maris.
Quali sono gli effetti del digiuno?
I ricercatori hanno dimostrato che il beta-idrossibutirrato, un corpo chetonico che viene prodotto dall’organismo durante le condizioni di digiuno, ha la capacità di alterare la cromatina e l’espressione genica nella corteccia cerebrale. L’esperta Tognini spiega: “L’assenza di cibo rappresenta uno stimolo stressante per il nostro organismo, il quale si trova a dover rispondere alle richieste energetiche di un gran numero di tessuti. l glucosio non è più sufficiente, e il nostro corpo comincia a produrre corpi chetonici come fonte energetica alternativa. Il beta-idrossibutirrato è il principale corpo chetonico che raggiunge il cervello durante periodi di digiuno…
..”In passato si pensava che il cervello usasse il beta-idrossibutirrato solo come substrato per produrre energia. In collaborazione con i laboratori di metabolomica di Amalia Gastaldelli e di proteomica di Silvia Rocchiccioli di Cnr-Ifc abbiamo utilizzato le tecniche di spettrometria di massa ad alta risoluzione per misurare le concentrazioni di beta-idrossibutirrato nel fegato (dove viene principalmente prodotto), nel plasma (dove viene rilasciato) e nel cervello scoprendo che le cellule cerebrali sfruttano il beta-idrossibutirrato anche come donatore chimico, causando alterazioni nella struttura di proteine, in particolare proteine che si trovano nel nucleo delle cellule e che sono in contatto con il DNA (la cosiddetta cromatina). In conseguenza di ciò, abbiamo scoperto drammatici cambiamenti nell’espressione genica del cervello”.
“In particolare si è visto che i principali cambiamenti nell’espressione dei geni riguardano l’orologio circadiano, che rappresenta un sistema per regolare i processi biologici in sincronia con l’alternanza del giorno e della notte lungo le 24 ore. “I nostri esperimenti hanno dimostrato che non solo i livelli dei geni dell’orologio vengono alterati – aggiunge Sara Cornuti, dottoranda della Scuola Normale Superiore e prima autrice dell’articolo – ma anche l’attività locomotoria subisce dei cambiamenti. È stato inoltre verificato che queste variazioni di ritmo circadiano si mantengono anche dopo la reintroduzione del cibo, suggerendo l’esistenza di una traccia di memoria nei circuiti implicati nel controllo di tali ritmi”.
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