Demnenza senile, scoperto un fattore inaspettato che potrebbe svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo della malattia – medicionline.it
Una scoperta sorprendente: identificato un nuovo insospettabile fattore che potrebbe essere legato alla demenza senile.
In Italia le stime parlano di un milione e mezzo di persone affette da demenza ma la cifra è quasi certamente sottostimata. Nel 2021, secondo l’Ocse, oltre 21 milioni di persone nei Paesi Ocse risultavano essere affette da demenza. Stando alle previsioni questo numero potrebbe quasi raddoppiare entro il 2040 arrivando a toccare quota 32 milioni di persone.
Come si può facilmente intuire si tratta di un problema che tocca da vicino una popolazione come l’Italia, tra le più vecchie del pianeta, che entro la fatidica data del 2040 potrebbe diventare addirittura il quarto Paese al mondo per numero di persone malate di demenza senile in rapporto alla popolazione. È di estrema importanza dunque la scoperta degli scienziati sull’insospettabile “colpevole” della demenza senile.
La demenza senile, la sindrome che compromette la memoria e le capacità cognitive, potrebbe avere un insospettabile legame con il nostro udito. Una recente ricerca sottolinea una correlazione tra i problemi di udito in contesti rumorosi e il rischio di ammalarsi di demenza. Una scoperta come questa potrebbe aprire nuovi scenari quanto alla diagnosi precoce di questa malattia che interessa milioni di persone.
A dirlo è uno studio condotto dall’Università di Oxford pubblicato su Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association. Gli scienziati hanno esaminato i dati di oltre 82 mila partecipanti di età pari o superiore a 60 anni. I ricercatori hanno valutato la loro capacità di comprendere il parlato in un ambiente sonoro disturbato. I risultati sono stati sorprendenti.
Dalla ricerca è emerso che le persone con problemi di udito corrono il doppio del rischio di sviluppare la demenza. Altro dato emerso è che la metà dei partecipanti all’esperimento che presentavano un deficit uditivo non erano consapevoli di averlo. Inoltre l’associazione persistente tra difetti uditivi e demenza è stata riscontrata anche dopo aver considerato altri fattori di rischio.
Tutti questi dati emersi dall’indagine del ricercatori britannici suggeriscono che le difficoltà uditive potrebbero essere qualcosa di più che un semplice sintomo della demenza. Potrebbe trattarsi di un fattore di rischio modificabile, fatto che aprirebbe nuove prospettive nella prevenzione di questa malattia. Le implicazioni di questa ricerca, se i risultati saranno confermati da altri studi, sono notevoli.
Qualora il nesso causa tra disturbi all’udito e demenza trovasse conferma, questo potrebbe spianare la strada a nuove strategie di prevenzione e di diagnosi precoce. Se davvero l’udito svolge un ruolo cruciale nella prevenzione della demenza semplici accorgimenti come l’uso di protezioni acustiche in ambienti rumorosi o l’uso di apparecchi acustici (quando necessario) potrebbero ridurre il rischio del declino cognitivo.
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