Il danno assonale – o lesione assonale diffusa – è una lesione di grave entità che viene generata in seguito all’avvenimento traumatico cranico di significativa natura. Chiamato anche con l’acronimo di DAI (dall’inglese “Diffusal Axonal Injury”), è un problema piuttosto grave che riguarda una lesione piuttosto diffusa: in altri termini, e contrariamente a quanto avviene con altre lesioni che si focalizzano su specifiche aree del cervello, il danno assonale è frutto di una lesione non limitata, ma estesa a più zone del cervello, e in grado di interessare gli assoni. Si tratta pertanto di un danno potenzialmente molto grave o mortale, sul quale spendiamo ora qualche parola di approfondimento.
La lesione assonale diffusa è infatti una lesione cerebrale di varia natura e entità, la cui gravità oscilla generalmente dal medio al molto grave. Tra le varie conseguenze, vi è ad esempio il fatto che una simile lesione può comportare un’interruzione definitiva degli assoni, gli elementi che servono a collegare tra di loro le cellule nervose. Le quali, come conseguenza di tale interruzione di natura permanente, non potranno che risultare danneggiate, con ciò che ne consegue sul fronte del pericolo per la vita del paziente che purtroppo viene colpito da un simile evento.
Le lesioni assonali diffuse sono piuttosto comuni negli sport automobilistici e in quelli in cui lo sportivo è potenzialmente soggetto a cadute. In tempi recenti si è ad esempio tornati a parlare diffusamente di danno assonale in seguito al brutto incidente occorso a Jules Bianchi, il pilota della Marussia che, durante un incidente sul circuito di Suzuka (Giappone) durante il Gran Premio di Formula 1 dello scorso 5 ottobre 2014, finì con la sua auto su un mezzo adibito allo spostamento di un’altra vettura. L’impatto fu violentissimo, e i danni permanenti furono talmente gravi che, dopo 9 mesi di coma, il giovane pilota passò a miglior vita.
Sebbene di difficile semplificazione e sintesi, si può cercare di riassumere il danno assonale quale quel pregiudizio che viene generato dal movimento brutto del cervello, che si muove avanti e indietro nel cranio, generando un danno agli assoni. Come abbiamo avuto modo di precisare poche righe fa, in seguito a tale inconveniente anche le cellule celebrali possono essere interessate, potendo addirittura morire e, dunque, interessare la vita del paziente che si trova a dover lottare con un simile evento che, come più volte ricordato, non potrà che essere di impattante gravità.
Generalizzando il tema, si può comunque ricordare che i sintomi del danno assonale diffuso sono piuttosto evidenti e riconoscibili, e comincino prevalentemente con la perdita di coscienza prolungata (almeno 6 ore). Anche se non vi dovesse essere perdita di coscienza, in realtà il paziente potrebbe mostrare segni di danno assonale in altro modo, a seconda della parte del cervello che viene interessata. È proprio per questo motivo che, ad esempio, i medici producono domande rivolte al paziente al fine di comprendere se abbia o meno intaccato la propria capacità cognitiva.
Successivamente, al fine di stabilire una diagnosi certa, sono probabili dei test per poter determinare la gravità della lesione, come la MRI, la TAC, l’elettroencefalogramma e altri esami che il medico consiglierà per cercare di verificare lo stato di salute del paziente. Una volta individuata la lesione, potranno essere consigliate delle terapie come, ad esempio, quelle indotte a ridurre il gonfiore all’interno del cervello del paziente, stabilizzando lo stesso e limitando dunque l’incremento della pressione intracranica.
Se il danno assonale è infine di lieve entità, una volta stabilizzato il paziente potrà essere protagonista di un graduale programma di riabilitazione: il recupero non è affatto impossibile ma piuttosto difficile, visto e considerato che circa 9 pazienti su 10 che hanno subito un danno di media grave entità sono rimasti incoscienti e hanno subito dei danni permanenti alle proprie capacità cognitive.
Naturalmente, essendo ben difficile cercare di sintetizzare e di rendere omogeneo un simile argomento, per cui le conseguenze possono variare anche radicalmente a seconda dell’entità del danno, non possiamo che consigliarvi un approfondimento diretto con il vostro medico di fiducia e con il neurologo, che sapranno certamente fornirvi tutte le spiegazioni utili per poter affrontare con maggiore trasparenza e chiarezza qualsiasi iniziativa legata alla necessità di fronteggiare un simile evento pregiudizievole.
Fonti e bibliografie
- Medicina di emergenza e di pronto soccorso – IV edizione completamente rivista e aggiornata. Balzanelli – Miniello – Ristagno – Berlot – Sinagra – Locatelli – Astuto – AAVV; Ed. CIC Edizioni Internazionali; 2018
- Traumatic Axonal Injury Induces Proteolytic Cleavage of the Voltage-Gated Sodium Channels Modulated by Tetrodotoxin and Protease Inhibitors. Akira Iwata, Peter K. Stys, John A. Wolf, Xiao-Han Chen, Andrew G. Taylor, David F. Meaney and Douglas H. Smith; Journal of Neuroscience; 2004
- Diffuse Axonal Injury Imaging. Jeffrey R Wasserman; 2016