Questo fenomeno nel soggetto affetto da crisi epilettiche causa alterazioni dello stato di coscienza, convulsioni o movimenti involontari. L’epilessia è una patologia che si caratterizza per crisi epilettiche ricorrenti e spontanee. La crisi epilettica, tuttavia, può essere isolata e non recidiva, come possono essere quelle che insorgono ad esempio durante una malattia febbrile o a seguito di un trauma cranico.
I disturbi che colpiscono il cervello possono determinare questi sintomi, pur in assenza di una malattia epilettica, per esempio è il caso di malformazioni, ictus, encefalopatia ipertensiva, tumori cerebrali, eclampsia. Anche in caso di malattie degenerative si possono riscontrare crisi epilettiche, come nell’Alzheimer, nelle malattie autoimmuni, ischemia, ipossia, infezioni del SNC (neuro-sifilide, rabbia, meningite, tetano, toxoplasmosi, HIV). Anche alcuni farmaci, se somministrati in dosi tossiche, possono causare crisi epilettiche (amfetamine e stimolanti del SNC). Alterazioni metaboliche, disturbi bella pressione e sindromi da astinenza possono dar luogo a crisi epilettiche.
Le cause di una crisi epilettica abbiamo visto possono essere molteplici e possono non essere necessariamente legati all’epilessia. Con i termini “crisi epilettiche” si descrivono una varietà di sintomi neurologici che sono dovuti ad una scarica elettrica anomala, prolungata e sincronizzata di neurosi della corteccia o di cellule del tronco cerebrale. Forse non sapete però che il 5% di tutte le persone ha almeno una crisi epilettica nella vita, anche se non si tratta affatto di epilessia. Di questo 5%, infatti, solo lo 0,5% è affetto da questa malattia, che determina una tendenza a crisi epilettiche ripetute.
Queste crisi sono favorite da diversi fattori che incrementano l’eccitabilità delle cellule nervose e abbassano la soglia naturale della loro scarica, come abbiamo visto. Si parla però di epilessia idiopatica oppure epilessia primaria quando la storia clinica del paziente e alcuni esami diagnostici non rivelano cause per ripetute crisi epilettiche. La maggior parte delle epilessie idiopatiche è dovuta a fattori genetici e metabolici che non hanno cause conosciute precise. Queste manifestazioni avvengono sin dall’età infantile o adolescente, tranne alcune, definite epilessie secondarie, che si manifestano dopo i 40 anni di età. La causa di queste sono tumori, traumi cerebrali, ischemie, trombosi, emorragie, malformazioni vascolari, malattie infiammatorie del cervello o la sclerosi multipla. In sostanza non c’è quindi una sola epilessia, ma molte forme diverse, tutte con le loro caratteristiche.
Quando si sente parlare di epilessia viene in mente la classica convulsione nella quale la persona piomba a terra irrigidita e colta da scosse involontarie. Esse sono tuttavia fasi più avanzate della malattia e sono facilmente riconoscibili alla vista.
Inizialmente le crisi epilettiche riguardano solo una parte del cervello, sono quindi crisi parziali. Quando avvengono non sono facili da riconoscere: il soggetto avverte ansia improvvisa, paura, percezioni anomale, odori, suoni e sensazioni visive strane. In alcuni casi queste crisi sono associate ad alterazioni della sensazione di contatto con l’ambiente e in altri casi si verificano movimenti involontari ripetitivi: degli altri o di masticazione.
Se la crisi epilettica ha una causa, si agisce direttamente sul disturbo che dà luogo alla stessa. Se invece non ha causa e si attribuisce quindi il disturbo all’epilessia, le crisi epilettiche si controllano con farmaci specifici, scelti in base alla tollerabilità, all’efficacia e al soggetto. Periodicamente si valuta se ridurre o sospendere la terapia per le crisi epilettiche, perché non si tratta di un disturbo costante. In alcuni casi, quando non funzionano i medicinali, si può pensare di intervenire chirurgicamente in centri specializzati. L’intervento in questo caso prevede la rimozione di parte del cervello, quella responsabile delle crisi epilettiche, o l’impianto di stimolatori sottocutanei, che inviino impulsi al nervo vago.
Una prima distinzione è tra crisi generalizzate e crisi parziali. Le prime sono il tipo più frequente di epilessia. Possono iniziare in una parte e diffondersi a tutto il cervello o iniziare simultaneamente in tutto. Nelle crisi generalizzate, si distinguono:
Nelle crisi parziali il soggetto ha un’anomalia circoscritta a parte del cervello. Infatti, per motivi ancora sconosciuti, i neuroni di parte del cervello iniziano a scaricare. Dal momento che interessano solo parte del cervello non compromettono in modo totale l’equilibrio o la coscienza. La manifestazione dipende dalla specifica area di cervello coinvolta.
Ci sono due tipi di crisi epilettiche parziali:
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