Il covid19 è uno sei più grandi problemi sanitari dei nostri tempi. Un virus che si attacca come una qualsiasi influenza, ma che porta al ricovero intensivo moltissime persone e alcune volte alla morte. Ecco che il lockdown è stato visto da molti stati la soluzione migliore per garantire il distanziamento sociale ed evitare la diffusione di massa del coronavirus, la quale porterebbe al collasso sanitario. Dall’altra parte però c’è da affrontare i danni economici che per molte categorie si fa sempre più pressante, come nel settore della ristorazione. Molte persone invece possono approfittare dello smart working per lavorare da casa, senza perdere così il proprio impiego e poter continuare a sostenere le proprie spese.
Secondo uno studio condotto a Sydney però, il telelavoro ha un risvolto negativo sulla psiche di chi lo ha potuto adottare. Se queste persone ritengono uno dei vantaggi di poter lavorare da casa quello di poterlo fare tranquillamente in pigiama, lo studio ha dimostrato che non cambiarsi e sistemarsi per andare a lavoro provoca un deterioramento della salute mentale.
Lo studio è stato condotto dagli accademici del Woolcock Institute of Medical Research di Sydney nel lockdown che c’è stato tra aprile e maggio e pubblicato poi sul Medical Journal of Australia. Secondo quanto emerso, coloro che hanno lavorato da casa in pigiama hanno visto peggiorare la loro salute mentale. Cosa che invece non è successa a chi per esempio aveva un ufficio fuori di casa o comunque in un’area separata, che induce di conseguenza a sistemarsi un po’.
Tutto questo infatti induce a impigrirsi un po’, ad aver meno voglia di prendersi cura della propria persona e di conseguenza della propria mente. Non solo, è emerso che anche la produttività è calata, soprattutto tra le persone alle prime armi e che da casa non dovevano svolgere compiti particolarmente difficili.