Con il Covid19 si sta sviluppando un altro problema molto serio, ed è quello della resistenza agli antibiotici verso determinati batteri. E’ stato il congresso della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali a portare di nuovo alla luce l’argomento, ricordando che con l’attuale pandemia vi è un altro problema in crescita e non deve essere dimenticato. Si tratta appunto dell’antibiotico-resistenza, il quale rappresenta un serio problema soprattutto per l’Italia, il quale è uno dei paesi peggio messi di tutta quanta l’Europa.
Non è certo la prima volta che si sente parlare di questo. Sono infatti anni che gli scienziati stanno cercando di arginare il problema e trovare una soluzione. Secondo gli esperti infatti, è la resistenza agli antibiotici che nel giro di trent’anni potrebbero rappresentare la prima causa di morte nel mondo. Proprio per questo motivo occorre agire in tempo, cercando una soluzione che impedisca tutto questo.
Antibiotico resistenza: prima causa di morte nel 2050
La Review on Antimicrobial Resistance ha stimato che la prima causa di morte nel 2050 sarà proprio quella della resistenza agli antibiotici. In pratica i batteri agiranno indisturbati nel nostro corpo, provocandone la morte. La stima parla di 10 milioni di morti all’anno, i quali perciò superano i numeri di decessi da tumore, che si stima all’anno 8,2 milioni di morti, di diabete, si parla di 1,5 milioni e incidenti stradali, circa 1,2 milioni.
Il presidente del SIMIT ha parlato chiaro. In tutta Europa ogni anno si presentano circa 700 mila casi di infezioni da parte di germi resistenti agli antibiotici e sono circa 33 mila i decessi. E l’Italia è uno dei Paesi con il maggior tasso di mortalità di tutta Europa, da sola infatti conta 11 mila decessi all’anno.
Perché proprio l’Italia?
Perché questo accade proprio in Italia? Secondo il professor Pierluigi Viale (Presidente del Congresso SIMIT) vi è una spiegazione. Tutto parte con il nostro Sistema Sanitario, considerato uno dei più etici di tutto il mondo. In pratica a ogni paziente viene data una possibilità, anche se questo significa il rischio di complicazioni infettive o di costi elevati per l’ospedalizzazione. In pratica la resistenza ai germi dipende proprio da un sistema “troppo” efficiente.
Come il Covid19 gioca un ruolo in tutto questo
Finora però non risulta chiaro come la pandemia da Coronavirus può influire su tutto questo. In pratica secondo il dottor Viale la presenza del coronavirus e dell’emergenza sanitaria ha fatto peggiorare la situazione, perché sono aumentati i germi multiresistenti in particolare nei pazienti che sono ricoverati nella terapia intensiva.
Il Covid ha messo da parte in verità moltissimi dei problemi che affliggono il mondo, tra cui l’antibiotico-resistenza. L’attenzione è spostata tutta sul Coronavirus e la resistenza agli antibiotici messa da parte. Per i germi e i batteri è stata una piccola vincita, perché sono meno gli studi e le attenzioni rivolte a risolvere questo problema. Non solo, l’affollamento negli ospedali ha portato a un aumento della circolazione di tali germi resistenti.
Fortunatamente c’è chi non si dimentica di andare avanti con gli studi e le ricerche e questi sono proprio gli infettivologi, i quali cercano di fronteggiare al meglio l’emergenza e stanno cercando di sviluppare nuovi antibiotici ai quali i batteri non sono resistenti.
Tutto questo non basta. Occorre anche una maggior consapevolezza a livello del singolo cittadino, che non deve abusare degli antibiotici. Usarli troppo significa rendere i batteri immuni a questi medicinali.