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“COVID-19 e differenze di genere”: appuntamento con Fnomceo per il 27 febbraio

Uomini e donne si ammalano di Covid in maniera pressoché uguale, ma le donne muoiono di meno: succede nella metà dei casi rispetto agli uomini.  È solo una delle differenze legate al sesso e al genere che la pandemia ha messo in evidenza. Diversità epidemiologiche, come questa, ma anche cliniche, immunologiche, genetiche, ormonali, nella risposta a farmaci e vaccini. E poi, implicazioni sociali, con un aumento della violenza di genere e dei disagi psicologici durante il lockdown. Si parlerà di tutto questo durante il webinar “Covid-19 e differenze di genere”, che, organizzato dalla Commissione Medicina di Genere della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici – Fnomceo e accreditato nell’ambito del programma di Educazione Continua in Medicina, si svolgerà sabato 27 febbraio dalle 9 alle 13.

I fattori biologici, genetici e ormonali

“Globalmente, le donne, rispetto agli uomini, presentano meno complicanze e hanno una minore mortalità, come testimoniato dal dato della mortalità degli uomini che è doppia rispetto alle donne in quasi tutte le fasce di età, anche in assenza di complicanze – spiega Teresita Mazzei, Coordinatrice della Commissione Fnomceo e Responsabile scientifico del corso -.  Perché? I motivi non sono del tutto chiari, ma probabilmente ciò è dovuto a diversi fattori, che dipendono dal sesso e dal genere. Fattori biologici, genetici, ormonali, legati al meccanismo di infezione del virus, che entra nelle cellule tramite il legame della proteina Spike con la proteina ACE2 e il successivo utilizzo di una proteasi della cellula ospite, TMPRSS2. I livelli di entrambe le proteine, ACE2 e TMPRSS2, dipendono da fattori genetici e sono regolati dagli ormoni sessuali.

Intimità ed immunità

Inoltre, il sesso è un determinante della risposta immunitaria in generale: gli individui di sesso maschile mostrano maggiore prevalenza e gravità di infezioni batteriche, virali e parassitarie rispetto al genere femminile. Una grande influenza potrebbero poi avere gli stili di vita: le donne, in generale, fumano di meno, consumano meno alcool e sono più attente a regole igieniche quali il lavaggio delle mani”. “Si parlerà anche di disagi psico-sociali, dell’esplosione della violenza di genere durante il lockdown, di disuguaglianze nell’accesso, anche per i pazienti no-Covid, alle cure e agli screening – conclude Mazzei – Quindi parlare di queste differenze di genere nell’infezione da SARS-CoV-2 potrà portare a una medicina più personalizzata e a un focus migliore sia sulla parte diagnostica che terapeutica, oltre che sulla prevenzione, di questa malattia sempre meno sconosciuta”.

medicionline.it

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