Cosa significa quando la nostra memoria fa cilecca coi nomi delle persone? – medicionline.it
Sarà capitato a tutti di vedersi “tradire” dalla memoria nel momento in cui non ci ricordiamo il nome di qualcuno. Ecco cosa significa.
Facciamo molto affidamento sulla nostra memoria, convinti che ci sia amica. Ma come capita spesso, è bene non affidarsi ciecamente a chi si presenta come nostro amico. Sì, perché la nostra memoria è un autentico labirinto dove smarrirsi e naufragare talvolta è più facile che perdersi nel mare dell’infinito. È un fatto: la memoria spesso ci tradisce.
La mitologia antica parlava del Lete, il fiume che con la sua acqua faceva svanire il ricordo delle cose passate. Non per nulla diciamo che i ricordi “scorrono via” come le acque di un fiume. La tendenza all’oblio insomma non ci lascia in pace e la battaglia contro i tradimenti della memoria ci impegna praticamente tutti i giorni. Anche i nomi a volte scivolano nel dimenticatoio.
Sarà successo a tutti di incrociare qualche volto a noi noto per strada ma di non ricordarsene il nome. Peggio ancora per gaffe come quella di non rammentarsi il nome di una persona che stiamo per presentare a qualcun altro. Cosa significano tutte queste dimenticanze? Potrebbero essere le avvisaglie di una futura perdita di memoria?
A volte non ci dimentichiamo solo i nomi delle persone. Siamo smemorati anche con il nome di una strada, di un film o di un codice (chi non si è mai dimenticato la sequenza del bancomat?). Per non parlare della sgradevolissima sensazione sperimentata quando non riusciamo a ricordare il nome di una persona: ce l’abbiamo sulla punta della lingua eppure non vuol saperne di affiorare alla mente.
La risposta sta nel sovraccarico di informazioni e nello stress cronico in cui si muove gran parte della popolazione mondiale. Ritmi di vita accelerati, iperconnettività e uso smodato degli schermi non fanno bene a una facoltà come la memoria. Secondo lo psicoanalista argentino José Abadi il deficit di memoria quotidiana «è legato a un’elevata tensione emotiva, a molta agitazione e dispersione».
Avere molte idee e pensieri che frullano per la testa rende difficile concentrarsi su qualche cosa, visto che le nostre energie mentali sono focalizzate su tanti scenari differenti nello stesso tempo. Nel mondo delle neuroscienze questo fallimento della memoria quando cerchiamo di recuperare un nome viene detto «anomia». Si tratta, spiega la psicologa María Roca, della «difficoltà di evocare una parola in un dato momento».
Questi giri a vuoto, spiega l’esperta, «si verificano in qualsiasi fase della vita». «La buona notizia è che non c’è bisogno di farsi prendere dal panico», conclude la dottoressa Roca, , coordinatrice scientifica della Fondazione Ineco.
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