stock/adobe.com
L’allergia è un meccanismo di reazioni che le nostre difese immunitarie mettono in campo contro sostanze che sarebbero normalmente innocue. Contro queste sostanze il nostro organismo, quando ne venga in contatto per la prima volta, genera degli specifici anticorpi, chiamati IgE (o reagine) i quali successivamente, quando ne vengano in contatto altre volte, producono una reazione con essa (l’allergene) e liberano i mediatori chimici (per la maggior parte istamina) che producono tutti i sintomi dell’allergia.
A seconda di come risponde clinicamente, la congiuntivite allergica può essere classificata in due forme: l’andamento di tipo acuto viene chiamato congiuntivite stagionale, mentre l’andamento di tipo cronico viene chiamato congiuntivite perenne. Entrambe le forme possono essere classificate all’interno della famiglia più diffusa di congiuntivite allergica: la rinocongiuntivite allergica, avendo anche in comune qualche caratteristica clinica ed allergologica. Vediamo insieme quali:
Esiste ancora qualche altra forma di congiuntivite allergica, ricordiamo ad esempio la blefarocongiuntivite da contatto, la congiuntivite giganto-papillare, la congiuntivite atopica e la congiuntivite primaverile. Tutte queste, però, hanno peculiarità allergologiche e cliniche assai diverse.
La congiuntivite allergica stagionale (SAP) fa parte delle congiuntiviti allergiche bilaterali della congiuntiva e si caratterizza da arrossamenti e pruriti congiuntivali ai quali si associano delle concomitanti sintomatologie nasali. Nella sua forma più diffusa ha la caratteristica della stagionalità, e colpisce prevalentemente in primavera, per la sensibilizzazione agli allergeni delle piante graminacee. Esistono anche altri allergeni riferibili ad altre piante i quali inducono una congiuntivite allergica simile, per esempio quelli delle betullacee o dell’Ambrosia, i quali, però, colpiscono alla fine dell’estate o anche in inverno.
Ambulatorialmente è la forma più riscontrata, ed i soggetti colpiti sono in genere giovani tra i venti ed i quaranta anni, senza distinzioni per sesso. Tipicamente si associa con altri disturbi atopici concomitanti, quali l’angioedema, l’orticaria, l’asma e la rinite.
La congiuntivite allergica perenne la si considera, per la verità, come una delle varianti della congiuntivite allergica stagionale, ma con la differenza che persiste per l’anno intero, venendo in massima parte associata alle riniti pluristagionali; cpomunque in circa l’ottanta percento dei casi si presentano esacerbazioni stagionali.
Gli allergeni più diffusi per questo tipo di congiuntivite allergica sembra siano gli acari della polvere, come degli epiteli di origine animale, o spore di funghi che si trovano comunemente in ambiente domestico.
I sintomi della congiuntivite allergica sono sovente silenti, magari solo con alcuni lievi arrossamenti e pruriti congiuntivali. Solo in taluni casi si possono rilevare bruciori e pruriti intensi, con lacrimazione.
Normalmente non vi sono secrezioni e, quandanche si presentino, sono trasparenti e filanti, Può accadere che la congiuntiva si ispessisca in posizione sottostante alla palpebra superiore. Non voi è mai interessamento corneale e si può notare qualche zona edematosa nella congiuntiva, che a volte può gonfiarsi anche molto. L’esposizione agli antigeni possono anche generare fluttuazioni sintomatologiche nel corso delle 24 ore. Per quanto attiene alle funzioni visive la prognosi è ottimale ed il disturbo tende a regredire con l’avanzare dell’età.
Nella sua forma perenne la congiuntivite allergica presenta una sintomatologia ancor meno grave: si caratterizza per lo più per qualche prurito, lievi arrossamenti congiuntivali, piccoli bruciori e sensazioni come di un corpo estraneo nell’occhio.
La diagnosi di congiuntivite allergica si fonda in pratica sull’anamnesi, su esami clinici e su qualche test specifico ed esame di laboratorio. L’anamnesi dell’occhio ha da tener presente la durata dei sintomi, eventuali recrudescenze in qualche periodo specifico dell’anno, la sintomatologia caratterizzante, eventuali cure ed i risultati eventualmente ottenuti. L’anamnesi allergologica, invece, avrà il compito dell’accertamento di eventuali familiarità con altri disturbi di tipo allergico, l’età del paziente, la dieta, le condizioni di vita del paziente, eventuali presenze di animali domestici in casa e l’eventuale utilizzo di cosmetici e prodotti farmacologici.
Gli esami clinici hanno, invece, il fine di poter restituire una diagnosi differenziale con malattie non di tipo allergico, come potrebbero essere delle infiammazioni causate da qualche sostanza tossica irritante, qualche corpo estraneo nella congiuntiva, delle dermatiti da contatto, una congiuntivite virale, la acne rosacea, una blefarite marginale o, anche l’ipotiroidismo.
Innanzitutto preferite sempre un approccio del tipo “passo per passo”, prevedendo prima di tutto di identificare l’antigene e successivamente di allontanarlo.
Poi tenete presente che esistono dei test per i quali la congiuntivite allergiche presenta una sensibilizzazione, vale a dire quelli cutanei e quelli per la valutazione di eventuali presenze di IgE seriche. Quelli cutanei, allo stato attuale, sono ancora quelli d’elezione per la diagnosi delle allergie, quindi anche della congiuntivite allergica.
Oggi si parla molto di più dislessia rispetto al passato, quando questo disturbo dell'apprendimento era…
Scoperto un sintomo notturno che potrebbe essere il campanello d'allarma di una terribile malattia come…
Sempre più persone con l'avanzare dell'età vengono colpite dal diabete. Forse non tutti sanno che…
Attenzione a questa bevanda "insospettabile": i ricercatori hanno scoperto che potrebbe giocare un ruolo nell'accelerare…
Come riconoscere un infarto? I primi segnali del malessere provengono dalla bocca. Attenzione a non…
Quanto guadagna un medico di base nel nostro Paese? Ecco a quanto ammonta realmente il…