stock/adobe.com
Il paratormone, conosciuto anche con la sigla PTH, è un ormone che viene prodotto da ghiandole situate nella parte posteriore della tiroide dette appunto paratiroidi, dalla grandezza di circa 1 cm di diametro ciascuna. Il compito svolto da tale ormone è quello di regolare i livelli di calcio contenuti nel sangue, elemento indispensabile per il corretto funzionamento del nostro organismo. Il calcio, infatti, si occupa del metabolismo delle ossa, della crescita delle stesse e della loro salute, ma gioca anche un ruolo cruciale nel corretto funzionamento muscolare e nella trasmissione degli stimoli nervosi e chimici che avvengono nel cervello.
Può accadere, comunemente, che i livelli di calcio nel sangue diminuiscano, quando ciò accade le ghiandole paratiroidi producono maggiori quantità di paratormone, che agisce su diversi livelli per affrontare la problematica venutasi a creare. L’ormone, in primis, promuove il rilascio di calcio dalle ossa, permette l’assorbimento di calcio tramite una importante vitamina, quella E, ed infine agisce sui reni, diminuendo la quantità di calcio che viene espulsa tramite le urine. Ecco perché, come osserveremo successivamente, quando si incappa in malattie in grado di influenzare la produzione di paratormone queste colpiscano le ossa ed anche i nostri reni.
Il nostro medico di fiducia può consigliare di eseguire un esame atto a misurare le concentrazioni di paratormone quando ritiene necessario osservare la salute delle ghiandole, o perché si osservano valori del tutto anomali di calcio nel sangue, tale condizione è detta iperparatiroidismo. L’esame serve anche a stabilire se la causa di tale condizione sia derivante da un non corretto funzionamento delle ghiandole oppure da una malattia renale.
L’iperparatiroidismo è una condizione che spesso causa una particolare fragilità ossea, in particolare nella zona vertebrale, i polsi ed il femore, ma che può persino provocare la generazione di calcoli renali, coliche renali, dolori addominali, stanchezza, disturbi dell’umore, depressione, difficoltà di concentrazione, scarsa memoria, dolori articolari, reflusso gastrico, nausea, vomito e perdita dell’appetito.
Un aumento dei livelli di paratormone nel nostro organismo può essere un’ importante campanello d’allarme per diverse patologie, molto diverse le une dalle altre. Esistono, in ogni caso, tre diversi tipi di iperparatiroidismo: L’iperparatiroidismo primario è causato da un tumore benigno che colpisce una o più paratiroidi. L’unico trattamento utile, e consigliato dagli specialisti, prevede la rimozione delle ghiandole colpite da tali tumori.
L’iperparatiroidismo secondario colpisce invece quelle persone affette da una malattia renale. Il rene, oltre a depurare il sangue dalle scorie che verranno eliminate attraverso le urine, svolge altre importanti funzioni, una di queste è l’attivazione della vitamina D. In caso di problemi a carico dei reni tale attivazione viene meno, compromettendo irrimediabilmente anche il lavoro delle ghiandole paratiroidi. Le ghiandole, infatti, per contrastare i bassi valori di calcio nell’organismo, sono stimolate continuamente a rilasciare paratormone. La terapia indicata dai medici prevede la reintegrazione della vitamina D attraverso integratori specifici.
La vitamina D, ovviamente, non è direttamente correlata all’ormone preso in analisi in questo articolo, ma è invece legata doppio filo con il calcio: di conseguenza, delle mancanze di vitamina D possono determinare un aumento della produzione di paratormone come tentativo di risposta a tale situazione.
Esiste infine l’iperparatiroidismo terziario, che è sostanzialmente una degenerazione di ciò che si osserva con il secondario. In questi casi si nota un forte aumento delle dimensioni delle ghiandole tiroidee che provoca la perdita della capacità di autoregolazione della produzione di paratormone. Nel paziente con malattia renale cronica livelli elevati di paratormone conducono, a lungo termine, a conseguenze molto deleterie per la nostra salute. Molti studi dimostrano infatti che le persone affette da iperparatiroidismo terziario abbiano molte più possibilità di incappare in problemi cardiocircolatori rispetto al normale.
L’esame consiste in un semplice prelievo sanguigno, a differenza di ciò che accade con i normali test, tra l’altro, non c’è bisogno che il paziente digiuni nelle 8-10 ore precedenti alla pratica medica. Tuttavia, i livelli di paratormone variano molto durante il giorno, risulteranno infatti minimi in mattinata ed in tardo pomeriggio e massimi ad ora di pranzo e cena. Anche a seconda della stagione metereologica in cui ci troviamo, a causa ovviamente di una maggiore o minore presenza di sole e quindi di vitamina D, i valori del paratormone possono variare. Per questi motivi, l’orario del prelievo dovrebbe essere sempre concordato con il proprio medico curante.
La vitamina D, conosciuta anche come "vitamina del sole", è un nutriente fondamentale per il…
Il dentista, figura professionale fondamentale nella salute pubblica, spesso visto con timore, specialmente dai bambini.…
Avere una pelle del viso luminosa e senza macchie è un desiderio condiviso da molte…
Se le cellule tumorali viaggiassero da un individuo all'altro, un normale sistema immunitario sarebbe in…
I funghi porcini sono molto spugnosi, quindi non lavarli sotto l'acqua corrente o lasciarli in…
Pronte a cambiare la tua routine di bellezza? Grazie a quest'olio per mesi la vostra…