Come riconoscere la cheratosi attinica
I disturbi della pelle si caratterizzano per essere tra i più fastidiosi da affrontare. I motivi sono legati al fatto stesso che colpiscono la pelle, una delle zone maggiormente esposte dell’organismo all’azione tanto di elementi esterni che interni.
Sono spesso piuttosto faticosi da tollerare in quanto presentano condizioni visibili e quindi imbarazzanti. Vanno perciò a influire non solo sulla salute fisica ma anche su quella psicologica, rivelandosi in casi estremi la causa di un protratto isolamento e persino della diminuzione di autostima.
Tra le patologie più “antipatiche” della pelle troviamo la cheratosi attinica, per la cui diagnosi e cura è indispensabile rivolgersi a un dermatologo. Un aspetto che precisiamo subito perché non di rado si ha la tendenza a fare da sé, per vergogna o magari non si ha voglia di andare dal medico.
Le problematiche dell’epidermide non vanno mai sottovalutate, anche perché l’adozione di rimedi amatoriali porta non di rado a un peggioramento della malattia, persino verso la degenerazione anziché la guarigione.
In questo articolo vediamo cos’è la cheratosi attinica e come riconoscerla. Sempre in attesa di andare da un medico capace di fare la diagnosi precisa, naturalmente.
La cheratosi attinica è una tipologia particolare di cheratosi: una patologia che porta ad alterazioni nello stato cutaneo e a un ispessimento nella parte dell’epidermide. Può manifestarsi anche in altre forme: seborroica e pilare, la prima molto simile a quella attinica.
È nota anche come cheratosi senile o solare e presenta lesioni da non prendere mai alla leggera in quanto precancerose, legate principalmente a un’esposizione eccessiva e prolungata alla luce del sole o a quella delle lampade abbronzanti. La malattia, pertanto, difficilmente regredisce in maniera spontanea.
La cheratosi solare colpisce in prevalenza le persone che hanno colori chiari, in particolare per quanto riguarda capelli e cute, ma anche quanti fanno lavori all’aperto o sotto il sole, o ancora gli anziani che hanno preso il sole per una vita senza però proteggersi adeguatamente.
Interessa inoltre i pazienti immunodepressi, mentre la sua incidenza tende ad aumentare nei paesi che presentano una localizzazione geografica più prossima all’equatore.
A che età compare la cheratosi attinica? Queste lesioni precancerogene, in virtù delle caratteristiche sopra descritte, difficilmente si manifestano prima dei 40-50 anni. È infatti a questa età che si assiste a un effetto cumulativo legato all’esposizione ai raggi UV.
Altri fattori di rischio sono:
Le zone del corpo più colpite sono soprattutto le seguenti: viso (specialmente naso, orecchie e labbra), braccia, gambe, cuoio capelluto nei soggetti che presentano una calvizie.
La diagnosi della cheratosi attinica può non risultare semplice. Il motivo è da ricercare nel fatto che presenta similitudini con altre patologie della pelle e in particolare con altre tipologie di cheratosi.
Per avere un quadro il più possibile preciso il dermatologo oltre a procedere con la classica anamnesi può decidere di richiedere la biopsia: un esame poco invasivo e in grado di garantire maggiore precisione.
Se riconoscere la cheratosi attinica è qualcosa che si rivela di primaria importanza, così come capire insieme a un medico in che modo intervenire onde evitare che possa degenerare da condizione precancerosa a cancerosa, ancora di più lo è prevenirla.
La prevenzione è una parte della medicina spesso sottovalutata, questo per quanto riguarda tutte le patologie, a fronte di risultati notevoli tanto nel breve come nel lungo periodo.
Nel caso di questa particolare malattia è inoltre piuttosto semplice da effettuare, a fronte dell’adozione di comportamenti virtuosi e costanti nel tempo, in primo luogo per quanto riguarda l’adozione di protezioni solari efficaci.
I solari sono cosmetici necessari per proteggere l’epidermide dai raggi UV, sia UVA che UVB. Ricordiamo che la sensibilità dell’epidermide rispetto all’azione sempre benefica del sole è cambiata da quando nella seconda metà del Novecento si è assistito a un fenomeno quale il buco dell’ozono.
Questo strato così importante dell’atmosfera si è assottigliato sempre di più negli ultimi anni a causa dell’inquinamento prodotto dall’uomo nell’atmosfera, in particolare attraverso i gas clorofluorocarburi rilasciati da diversi sistemi industriali e da apparecchi come quelli refrigeranti.
La pelle andrebbe sempre protetta, non solo d’estate quando si va al mare o in montagna, ma anche tutto il resto dell’anno. In tal senso farsi consigliare da un dermatologo sul livello di protezione più pertinente rispetto alle proprie caratteristiche è quanto mai essenziale.
Pertanto, anche la ricerca cosmetica è andata molto avanti negli ultimi anni, inserendo sempre di più nelle formulazioni quali le creme viso e corpo di uso quotidiano un fattore di protezione solare, utile anche per contrastare una luce a cui siamo tutti sempre più esposti di origine artificiale: quella di smartphone e pc.
Perché abbiamo dedicato un paragrafo così lungo a un aspetto quale la prevenzione a proposito della cheratosi attinica? Per far riflettere sull’adozione di abitudini sane durante la quotidianità, in primo luogo per quanto riguarda la cura e il benessere della pelle. In grado assolutamente di fare la differenza, soprattutto se adottate fin da giovani.
Uno dei motivi per cui si rivela importante riconoscere e ottenere una diagnosi il prima possibile nel caso della cheratosi attinica risiede nella sua pericolosità.
A spiegarlo con chiarezza è il portale della Fondazione Veronesi, secondo il quale “Oltre che una causa diretta del carcinoma spinocellulare, le cheratosi attiniche sono una spia del maggior rischio di sviluppare altri tumori cutanei, dal momento che rappresentano un indicatore di un’eccessiva esposizione al sole”.
Per tutti questi motivi occorre adottare comportamenti adeguati tanto nello stile di vita che qualora nonostante le opportune accortezze la malattia tendesse a presentarsi. Se affrontata per tempo, infatti, si tratta di un disturbo che tende a rimanere benigno. Il trattamento medico più comune è pertanto la crioterapia.
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