sindrome dell'intestino irritabile
La sindrome dell’intestino irritabile è oggi un disturbo molto diffuso. Le cause sono ancora poco chiare, ma si presuppone una forte componente psicosomatica, oltre a fattori genetici, ambientali e l’uso frequente di farmaci, senza dimenticare l’influenza negativa di una scorretta alimentazione. La sensibilità intestinale è infatti maggiore per chi soffre di colon irritabile e una dieta squilibrata non aiuta, anzi contribuisce a peggiorare la sintomatologia, che comprende difficoltà digestive (dispepsia), fastidi e dolori nella parte bassa dell’addome, irregolarità intestinale (fasi alterne di stipsi e diarrea), gonfiore addominale e sonnolenza dopo i pasti.
Il cibo è un fattore spesso determinante per chi soffre di colon irritabile. Per questo è importante fare attenzione ai cibi che presentano un alto contenuto di oligosaccaridi, monosaccaridi e disaccaridi fermentabili, ovvero dolcificanti, alcuni tipi di verdura, spinaci e qualche frutto, come i kiwi. Oltre alle cause alimentari, vi sono quelle farmacologiche e quelle psicosomatiche. Ansia, stress, somatizzazione e fattori psicosociali interferiscono con il funzionamento del colon, provocando una vera e propria disbiosi, la quale è uno dei principali sintomi del colon irritabile. La disbiosi è uno squilibrio della flora batterica intestinale (il microbiota): i batteri cattivi prevalgono su quelli buoni e i villi intestinali si infiammano, assimilando sempre meno i nutrienti ingeriti. L’intestino non riesce più a lavorare nella maniera corretta e manifesta continuamente segnali di malessere, come l’alterazione della motilità intestinale o, in alcuni casi, disturbi extra intestinali come la cefalea, la nausea e i disturbi del sonno.
La costante attività fisica, al fine di allontanare stress e tensioni e facilitare la peristalsi (il movimento intestinale), e l’assunzione di probiotici sono ottimi rimedi per aiutare ad alleviare la sintomatologia della sindrome del colon irritabile. Ma è sul piano alimentare che occorre impegnarsi maggiormente per gestire al meglio tale disturbo. Esistono infatti alimenti che è consigliabile evitare, mentre altri aiutano a mantenere il benessere intestinale ed è bene apportarli alla propria dieta quotidiana. Il primo approccio, nella fase acuta del disturbo, prevede la rimozione di tutte le cotture pesanti e gli alimenti troppo grassi. Una volta ristabilito l’equilibrio intestinale, allora vengono reintrodotti tutti gli alimenti, limitando comunque quelli a rischio.
I cibi consigliati per combattere questo disturbo sono sicuramente le verdure, da preferire una sola volta al giorno e non in eccessiva quantità, in base alla tolleranza individuale delle fibre. Preferire caffè decaffeinato, caffè d’orzo o tè deteinato, in quanto caffeina e teina irritano i villi intestinali già infiammati. Ottimo l’utilizzo, post pasto, di una tisana al finocchio, che rilassa le pareti gastriche e intestinali, agevolando la digestione. Carne e pesce, preferibilmente magri, devono essere consumati almeno 3 volte ciascuno alla settimana, se possibile lessi o cotti al forno.
Attenzione particolare ai legumi, che devono essere consumati decorticati.
Ultima accortezza è rivolta alle spezie e alle erbe aromatiche. Basilico, prezzemolo, salvia e rosmarino sono ottimali, mentre è meglio evitare il curry, il peperoncino, il pepe e similari, sostanze fortemente irritanti.fiore addominale e sonnolenza dopo i pasti.
Il cibo è un fattore spesso determinante per chi soffre di colon irritabile per questo è importante fare attenzione ai cibi che presentano un alto contenuto di oligosaccaridi, monosaccaridi e disaccaridi fermentabili, ovvero dolcificanti, alcuni tipi di verdura, spinaci e qualche frutto, come i kiwi. Oltre alle cause alimentari, vi sono quelle farmacologiche e quelle psicosomatiche. Ansia, stress, somatizzazione e fattori psicosociali interferiscono con il funzionamento del colon, provocando una vera e propria disbiosi, la quale è uno dei principali sintomi del colon irritabile. La disbiosi è uno squilibrio della flora batterica intestinale (il microbiota): i batteri cattivi prevalgono su quelli buoni e i villi intestinali si infiammano, assimilando sempre meno i nutrienti ingeriti. L’intestino non riesce più a lavorare nella maniera corretta e manifesta continuamente segnali di malessere, come l’alterazione della motilità intestinale o addirittura disturbi extra intestinali come la cefalea, la nausea e i disturbi del sonno.
La costante attività fisica, al fine di allontanare stress e tensioni e facilitare la peristalsi (il movimento intestinale), e l’assunzione di probiotici sono ottimi rimedi per aiutare ad alleviare la sintomatologia della sindrome del colon irritabile. Ma è sul piano alimentare che occorre impegnarsi maggiormente per gestire al meglio tale disturbo. Esistono infatti alimenti che è consigliabile evitare, mentre altri aiutano a mantenere il benessere intestinale ed è bene apportarli quotidianamente nella propria dieta. Il primo approccio, nella fase acuta del disturbo, prevede la rimozione di tutte le cotture pesanti e gli alimenti troppo grassi. Una volta ristabilito un certo equilibrio intestinale, allora vengono reintrodotti tutti gli alimenti, preferendo con minor frequenza quelli a rischio.
I cibi consigliati per combattere questo disturbo sono sicuramente le verdure, da preferire una sola volta al giorno e non in eccessiva quantità, in base alla tolleranza individuale delle fibre. Preferire caffè decaffeinato, caffè d’orzo o tè deteinato, in quanto caffeina e teina irritano i villi intestinali già infiammati. Ottimo l’utilizzo, post pasto, di una tisana al finocchio, che rilassa le pareti gastriche e intestinali, agevolando la digestione. Carne e pesce, preferibilmente magri, devono essere consumati almeno 3 volte ciascuno alla settimana, se possibile lessi o cotti al forno.
Attenzione particolare ai legumi, che devono essere consumati decorticati.
Ultima accortezza è rivolta alle spezie e alle erbe aromatiche. Basilico, prezzemolo, salvia e rosmarino sono ottimali, mentre è meglio evitare il curry, il peperoncino, il pepe e similari, sostanze fortemente irritanti.
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