Come è mutata l’alimentazione dell’essere umano dalla preistoria al medioevo?

L’essere umano, durante il corso di svariati secoli, per ragioni dovute principalmente allo spirito di sopravvivenza, è diventato onnivoro. Gli ominidi si diffusero dall’Africa a tutto il resto del pianeta grazie ad una impressionante adattabilità agli ambienti circostanti, e grazie proprio a questa capacità di metabolizzare correttamente sia carni di animali sia vegetali.

La preistoria

Gli uomini del Paleolitico si alimentavano principalmente con tutto quello che la terra produceva autonomamente, o di quello che riusciva a procurarsi attraverso la caccia e la pesca. Per migliaia di anni la nutrizione dell’uomo, infatti, si basava esclusivamente sulla caccia, sulla pesca, e sulla raccolta di prodotti come bacche e tuberi.

A partire dal Neolitico, l’uomo, da essere prevalentemente nomade, diventò stanziale. Tale cambiamento nella vita degli esseri umani porterà l’uomo a vivere una radicale rivoluzione che trasformerà per sempre la storia dell’alimentazione. Tale rivoluzione consistette nello sviluppo dell’agricoltura e nella “scoperta” dell’allevamento del bestiame. L’uomo, cioè, iniziò ad essere capace di coltivare la terra (si sviluppano le prime coltivazione di grano, orzo e segale) e di addestrare alcuni animali, traendo da quest’ultimi non solo la carne, ma anche il latte.

L’età antica e classica, egizi, greci e romani

Se tali innovazioni migliorarono la vita dell’essere umano, anche la nascita delle prime grandi civiltà, in Egitto e nella Mezzaluna fertile, fu fonte di grandi innovazioni dal punto di vista alimentare. Il millenario popolo egizio, ad esempio, migliorò la tecnica della pesca, sfruttando infatti il Nilo basarono proprio sulle specie ittiche la propria dieta.

Se anche nella civiltà greca e romana i cereali, il pesce e la carne, erano ampiamente utilizzati, grandi cambiamenti si ebbero dal punto di vista dell'”idratazione”. I Romani ed i Greci erano grandi consumatori di vino, i patrizi romani lo sorseggiavano in calici di piombo, metallo altamente tossico, con cui erano in realtà costruite anche le reti fognarie di Roma. I soldati romani invece erano soliti nutrirsi di pane alle olive, di cipolle, fichi e olio, alimentazione povera di proteine animali, che li lasciava sicuramente in sovrappeso. Il fisico di tali uomini era dunque ben lontano dall’immaginario comune moderno creatosi grazie ai film americani ambientati nell’antica Roma.

L’alto ed il basso medioevo

Con l’arrivo delle popolazioni barbare , si evolve nuovamente il concetto di alimentazione. I Germani portarono in Italia nuove spezie, come lo zenzero e la noce moscata, oltre che bevande sconosciute come il sidro di mele. I barbari si cibavano ancora prevalentemente di selvaggina, come si può notare dalle analisi compiute sui resti di moltissimi di loro.

Nel basso medioevo l’alimentazione umana però cambiò nuovamente, cerchiamo di spiegare sinteticamente il perché. Le cause di questo cambiamento sono dovute alla forte crescita demografica occorsa dopo l’anno mille. A causa di tale crescita demografica si avevano sempre più difficoltà nel provvedere alle necessità alimentari della popolazione. Per questo motivo si sviluppò ancor di più il commercio agricolo e la produzione di cereali, molto più facili da conservare, produrre ed immagazzinare, rispetto alla carne. I cereali diventano così l’alimento di sostentamento primario dei contadini, mentre la carne scomparve a poco a poco dalla loro dieta diventando tipica solo delle classi abbienti.

Si generarono, in tal modo, due sistemi alimentari totalmente diversi, quello “rurale” e quello “urbano”. Al pane bianco della città si contrappone quello nero della campagna, alle carni fresche di bovino della città, quelle salate, prevalentemente di maiale, della campagna. Questo dualismo, stando agli scienziati, è chiaramente osservabile anche per quanto riguarda la salute della popolazione. La gente di campagna è visibilmente malnutrita, a causa di un apporto proteico carente e per le terribili condizioni lavorative loro imposte, rispetto a quella cittadina.

Pasquale Arrichiello

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