Esattamente come ogni altro agente alchilante, può comportare dei cambiamenti nella sintesi, così come nella duplicazione degli acidi nucleici. In Italia, questo farmaco viene venduto dalla GSK con il nome di Leukeran.
Anche in base all’approvazione da parte dell’RCP, il clorambucile viene impiegato per la cura del linfoma di Hodgkin, diverse forme di leucemia linfocita cronica e la macroglobulinemia di Waldenstrom. Bisogna sottolineare come tale farmaco venga frequentemente utilizzato anche per il trattamento della micosi, della patologia di Behcet, della amiloidosi, della sclerodermia, della mastocistosi, dell’istiocitosi X e del sarcoma di Kaposi.
Quali sono le principali controindicazioni
Il clorambucile non deve mai essere impiegato mentre la paziente si trova in gravidanza. Il motivo è rappresentato dal fatto che presenta un elevato pericolo di teratogenicità, seppur potenziale. Inoltre, bisogna evitarne l’assunzione anche in tutti quei casi il soggetto presenti un’ipersensibilità nei confronti del principio attivo. Bisogna evitare anche di esporsi per troppo tempo al sole mentre il paziente sta seguendo un trattamento a base di tale farmaco, o comunque impiegare delle creme solari con una protezione particolarmente alta.
Quali sono i dosaggi corretti
Nella maggior parte dei casi si suggerisce di somministrare un dosaggio che va da 0,1 a 0,2 mg per chilo corporeo al giorno. In base alle caratteristiche del paziente, di conseguenza, si va da un minimo di 2 mg fino ad una soglia massima di 16 mg al giorno, soprattutto per contrastare la macroglobulinemia di Waldenstrom.
Quali sono i principali effetti indesiderati
Tra gli effetti collaterali che si possono verificare con la maggiore frequenza per colpa dell’impiego di clorambucile troviamo sicuramente anemia, nausea, diarrea, sindrome di Stevens-Johnson, atassia, ittero, vomito, cistite e immunodepressione. Dal momento che il clorambucile si caratterizza per essere un agente citotossico, la somministrazione deve sempre avvenire seguendo le indicazioni scrupolose e tassative di un medico specializzato per l’uso di chemioterapici antitumorali. È importante anche tenere sotto controllo la conta ematica in tutti quei pazienti che hanno iniziato una terapia base di tale farmaco. Tutti coloro che hanno da poco terminato un trattamento con radioterapia non dovrebbero assumere il clorambucile. Anche chi ha da poco finito una cura a base di farmaci citotossici dovrebbero evitarlo.
Quali sono le principali interazioni
Per tutti quei pazienti che sono in cura con il clorambucile, si consiglia di non vaccinarsi con dei vaccini a virus vivi attenuati. Infatti, questo farmaco è in grado di comportare un abbassamento nella produzione di globuli bianchi. Ecco spiegato il motivo per cui va ad incidere negativamente sul sistema immunitario, facendo in modo che il paziente non abbia la capacità di dare adeguata risposta al vaccino. Nei pazienti che soffrono di immunocompromissione, di conseguenza, eseguire delle vaccinazioni con vaccini a virus vivi può sicuramente provocare delle infezioni, che vengono causate da un incremento della moltiplicazione virale.