Malattie infettive

Clamidia: cura e terapia da fare per questa infezione

Nel caso questo batterio, la clamidia, venga trasmesso tramite rapporti sessuali, esso può produrre infezioni agli apparati genitale ed urinario.

La clamidia, cos’è?

Unitamente ad altre due patologie, nel dettaglio la gonorrea e la tricomoniasi, la clamidia è una delle MST (malattie trasmissibili sessualmente) più diffuse in tutta la Terra.

Nella più gran parte dei casi di clamidia, l’infezione attacca più che altro il sesso femminile, con particolare ed elevata incidenza tra le donne sessualmente attive ed i picchi di incidenza riguardano le donne in un’età intorno ai vent’anni.

Il nome di clamidia generalmente viene riferito proprio alla Chlamydia trachomatis che è la responsabile di questa patologia che viene trasmessa sessualmente, però non esiste solo quella clamidia, ne esistono altre due varietà, anch’esse portatrici di patologie: la Chlamydia pneumoniae, batterio che viene trasmesso attraverso i colpi di tosse e gli starnuti, e la Chlamydia psittaci, la cui trasmissione agli esseri umani passa, invece, per gli uccelli.

La clamidia, questa infezione batterica, può venire curata anche con la terapia antibiotica, però occorre sottolineare che spesso e volentieri essa resta asintomatica, vale a dire che gli individui possono restarne affetti senza che se ne accorgano, anche per tutto il perdurare della malattia, della infezione. Se, però, l’infezione da clamidia dovesse restare incurata, potrebbe anche comportare all’organismo infettato delle patologie ben più gravi, quale, ad esempio, la infertilità. Resta, dunque, estremamente importante prendere ogni precauzione possibile per la sua prevenzione e, nel caso si abbia il sospetto di esserne stati contagiati, fare di tutto per cercare di combattere l’infezione quanto prima possibile.

Sintomi della clamidia

Come abbiamo già scritto sopra, la clamidia a volte non provoca alcuna sintomatologia o, altre volte, provoca una sintomatologia lieve, poco avvertibile, quindi l’infezione potrebbe restare incurata anche qualche settimana o addirittura qualche mese prima di venire diagnosticata.

La clamidia nella donna

Nel caso del sesso femminile i primi sintomi di clamidia a comparire sono:

  • Irritazione alla vagina;
  • Perdite dalla vagina;
  • Dolori al basso ventre;
  • Bruciore durante le minzioni.

Ove mai una infezione da clamidia resti incurata nelle donne i sintomi possono aggravarsi ed anche di molto: si possono avere danneggiamenti gravi e permanenti alle tube di Falloppio, il dolore alla pelvi può diventare cronico: entrambi questi sintomi possono influenzare negativamente e in modo drastico la capacità di procreare. L’infertilità è dietro l’angolo: non appena si avvertano i primi sintomi, se anche solo si nutra un sospetto di essere stati infettati da clamidia, è assolutamente consigliato di rivolgersi immediatamente al proprio specialista o al proprio medico di fiducia.

Una clamidia che resti incurata può, oltretutto, anche essere all’origine di infiammazioni croniche della pelvi (PID), una infiammazione che può tanto aggredire la vagina, quanto l’utero, il collo dell’utero, le ovaie e le tube di Falloppio. In qualche caso la PID può, anch’essa, restare asintomatica ma più spesso genera dolori addominali o anche nella parte posteriore (fondoschiena), può provocare dolori durante la minzione, dolori anche durante un rapporto sessuale, perdite ematiche tra un ciclo mestruale e l’altro, come anche vomito e nausea, febbre ed una sensazione di stanchezza generalizzata.

La clamidia nell’uomo

Se, invece, la clamidia infetta un uomo, la sintomatologia comprenderà delle perdite dalla punta dell’organo riproduttivo (pene) ed un forte bruciore alla minzione. Se la clamidia nell’uomo non viene curata, essa può essere all’origine di una epididimite, vale a dire una infiammazione dell’epididimo, quel complesso di condotti che sono posizionati alle spalle dei due testicoli. Anche nel caso dell’uomo una clamidia che resti incurata può portare alla infertilità, ma, nei casi meno gravi, almeno del dolore e del gonfiore ai testicoli.

La trasmissione della clamidia

Come abbiamo visto la clamidia è una infezione che origina dal contagio. Essa la si può trasmettere (e così avviene nella maggior parte dei casi) attraverso un rapporto sessuale, attraverso o le secrezioni della vagina o il contatto con il seme dell’uomo. Se il contatto (accade più raramente) avviene attraverso gli occhi, si può andare incontro alla congiuntivite.

Di seguito, uno schema dettagliato della sintomatologia dell’infezione da clamidia, con differenziazione dei sintomi tra sesso femminile e sesso maschile:

DONNA UOMO
Dolore durante le minzioni Dolore durante le minzioni
Perdite ematiche anche tra un ciclo e quello successivo Pruriti uretrali
Dolore durante o dopo il rapporto sessuale Fastidi ai testicoli (gonfiori e dolori)
Dolore nel basso ventre Perdite uretrali, che a volte si notano solo dopo aver spremuto il glande
Perdite non nella norma dalla vagina
Se viene trasmessa per il tramite di rapporti anali, la clamidia potrebbe essere la causa di una proctite (dolore al retto, spasmi dell’ano accompagnati da bisogno urgente di andare di corpo, e, talune volte, anche sanguinamento); negli uomini si riscontra frequentemente tra maschi di orientamento omosessuale, nella donna potrebbe anche essere conseguente ad una cervicite.

Fattori di rischio della clamidia

La clamidia non viene diffusa attraverso un contatto casuale, infatti è impossibile, ad esempio, che essa venga trasmessa per una stretta di mano o se una persona non infetta utilizzi la stessa toilette di una persona non infetta. Di conseguenza se a qualcuno, uomo o donna che sia, viene diagnosticata una infezione da clamidia, è una buona norma ed un dovere sociale informare tutti i partner sessuali del o della paziente e questi faranno bene ad intraprendere una terapia con farmaci antibiotici anche se fino ad allora, fino al momento in cui sono stati informati di aver avuto uno o più rapporti sessuali con un o una partner infetto o infetta da clamidia, non avessero accusato ne sospettato di avere alcun sintomo di questa infezione. Così facendo eviteranno di andare incontro a qualche sempre possibile complicanza a lungo termine di una possibile infezione da clamidia e, soprattutto, eviteranno che la loro “possibile” infezione venga trasmessa a terzi con altri rapporti sessuali. Un comportamento così responsabile, se fosse tenuto da tutti, soprattutto da quelle persone che hanno rapporti sessuali non sempre con lo stesso o stessa partner, avrebbe già limitato di molto il diffondersi di questa malattia.

Quindi, per quanto concerne i fattori di rischio di contrarre una infezione da clamidia, possiamo così riassumerli:

  • Età compresa tra i sedici ed i ventiquattro anni;
  • Recente o abituale cambio di partner sessuali;
  • Non utilizzare metodi di contraccezione a “barriera”;
  • Anamnesi con esito positivo per altre MST (malattie trasmissibili sessualmente);
  • Utilizzo di contraccettivi orali (i quali sovente inducono ad usare con molta minor frequenza il contraccettivo più sicuro, il preservativo, anche se l’utilizzo del preservativo non solo mette al riparo da gravidanze non desiderate, ma risulta anche una delle “barriere” più efficaci ed efficienti nella prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale, anche chiamate MST).

Le cure e le terapie della clamidia

Se una infezione da clamidia viene diagnosticata per tempo le cure sono abbastanza facili, gli antibiotici agiscono perfettamente sulla clamidia e la sintomatologia viene alleviata entro una settimana, al massimo dieci giorni. Se, invece, la clamidia non viene curata, essa può comportare complicanze, anche gravi, le quali possono fare la loro comparsa anche dopo molti mesi se non addirittura alcuni anni dopo che si sia stati contagiati.

Dal momento che la sintomatologia della clamidia ai genitali è abbastanza simile a quella della gonorrea, e, dal momento che un individuo potrebbe anche essere affetto da entrambe le patologie, i pazienti con una sintomatologia di questo genere vengono, in genere, curati con terapie adatte a combattere entrambe le malattie.

Similmente ai casi di altre malattie sessualmente trasmissibili, la clamidia può far insorgere una illusione di miglioramento anche quando, in realtà, è ancora presente e con tutta la virulenza iniziale. Il fatto che la sintomatologia scompaia dopo alcuni giorni anche se non si è effettuata alcuna terapia, non vuol dire che non ci sia più una infezione in corso.

I partner sessuali dei pazienti colpiti da clamidia, o anche solo che abbiano il sospetto di esserne stati colpiti, farebbero bene ad effettuare tutti quegli esami che possono individuare o dare un aiuto verso una diagnosi di clamidia e poi effettuare tutte le terapie del caso. Così come, e lo ripetiamo perché è una operazione utile socialmente, un individuo cui sia stata diagnosticata una malattia sessualmente trasmissibile, quindi non solo la clamidia, dovrebbe avvertire tutti i partner con cui ha avuto rapporti sessuali entro un certo periodo, in modo da permettere loro di eseguire gli esami e, se del caso, le terapie necessarie per la guarigione ma, soprattutto, da combattere una ulteriore diffusione di questa fastidiosissima (e, se incurata, anche pericolosa) infezione.

La prevenzione della clamidia

Poiché il maggior veicolo di diffusione e contagio della clamidia sono i rapporti sessuali, resta inteso che l’unico modo di prevenire SICURAMENTE una infezione da clamidia è l’astinenza, ma, siccome la vita sessuale è una parte importante per la maggior parte degli esseri viventi e quindi non è una strada praticabile per prevenirne efficacemente il contagio, basti pensare che l’abitudine di avere contatti sessuali con più partner, magari dei quali non si conosce a fondo la vita sessuale o le abitudini sessuali, può aumentare, e di molto, il rischio di essere contagiati. Quindi un buon modo di prevenire questa infezione, se si ha una vita sessuale di questo tipo soprattutto, è un utilizzo costante del preservativo.

Poiché la clamidia si diffonde attraverso il contatto sessuale, il miglior modo di prevenirla rimane l’astinenza. Il contatto sessuale con più di un partner o con qualcuno che ha più di un partner aumenta il rischio di contrarre qualsiasi tipo di malattia sessualmente trasmissibile.

Per quanto attiene, invece, alla pillola anticoncezionale, è evidente che essa non possa offrire alcun tipo di protezione contro le malattie sessualmente trasmissibili, però potrebbe fornirne una, se non totale almeno parziale, nei confronti della PID, in quanto fa sì che l’organismo sia in grado di produrre del muco cervicale di consistenza superiore, che costituisce un ulteriore ostacolo per i batteri nel risalire verso le aree più interne dell’apparato genitale femminile.

L’utilizzo delle irrigazioni potrebbe rendere più elevato il rischio di contrazione di malattie sessualmente trasmissibili, in quanto potrebbe apportare modifiche alla flora batterica che naturalmente popola l’area genitale femminile e potrebbe indurre uno scorrimento di tale flora batterica verso l’area superiore dell’apparato genitale femminile.

Se un adolescente viene sottoposto a delle terapie contro la clamidia, dovrebbe farsi sottoporre anche ad altre indagini che possano far chiarezza sulla presenza o meno di altre patologia e trasmissione sessuale, lasciandolo (o lasciandola) solo di fronte al medico affinché possa parlare liberamente, senza condizionamenti dovuti alla presenza, ad esempio, dei genitori, di argomenti molto intimi come la propria vita sessuale.

Se per caso si dovesse riscontrare in un bambino una infezione da malattia sessualmente trasmissibile, tale rilievo potrebbe essere considerato come un indizio che il minore sia stato sottoposto ad abuso sessuale; pertanto, se si avesse anche solo il timore di una infezione di questo genere, sarebbe molto importante che se ne parli con il pediatra quanto prima possibile.

Clamidia e gravidanza

Le donne incinte che siano portatrici di malattie sessualmente trasmissibili, quindi anche di clamidia, potrebbero contagiare il nascituro, anche in presenza di una infezione asintomatica. Pertanto lo screening per talune di queste malattie a trasmissione sessuale (anche se, purtroppo, ciò non vale per tutte le MST) è divenuta ormai una prassi consolidata durante le sedute delle assistenze prenatali, però, se si dovessero nutrire preoccupazioni o dubbi di qualsiasi natura o se si dovessero avvertire sintomi anche solo lontanamente simili a quelli di una SMT, il consiglio è di parlarne immediatamente con il proprio medico curante.

L’infezione della clamidia nel neonato potrebbe essere all’origine di congiuntiviti neonatali (infezione agli occhi del neonato), ma anche della ben più grave polmonite a carico del piccolo. In assenza di cure immediate, comunque, anche l’infezione neonatale agli occhi potrebbe portare danni seri e permanenti alla vista del bimbo.

 

Vincenzo Tiano

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