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Viene spesso eseguito in associazione ad altri esami con l’intento di individuare dei tumori che vanno a colpire l’apparato urinario.
La citologia urinaria viene sempre più frequentemente impiegata per diagnosticare il cancro che colpisce la vescica, ma bisogna sottolineare come questo test sia in grado di riscontrare anche il cancro al rene, così come il cancro alla prostata, quello all’uretere e all’uretra.
La citologia urinaria viene impiegata insieme ad altri esami per l’individuazione di tumori che attaccano l’apparato urinario. Questo esame è in grado di individuare i tumori più aggressivi e di maggiori dimensioni che vanno a colpire questa parte del corpo. Più difficilmente, invece, è in grado di riscontrare la presenza di tumori di ridotte dimensioni dell’apparato urinario, che hanno ovviamente uno sviluppo decisamente meno rapido.
Questo esame deve essere svolto su tre campioni di urina che devono essere raccolti obbligatoriamente in tre giorni diversi, ma consecutivi. La raccolta delle urine, di conseguenza, parte nei due giorni che seguono la data in cui devono essere consegnati i campioni.
Ad esempio, nel caso in cui la consegna sia stata fissata per un mercoledì, la raccolta delle urine dovrà essere eseguita lunedì, martedì e mercoledì mattina. Quindi, per eseguire in modo corretto questo test, bisogna ritirare i tre contenitori predisposti per la citologia urinaria. Questi tre contenitori si caratterizzano per essere già riempiti con del liquido fissativo, in maniera tale da poter conservare per qualche giorno l’urina e trasportarla fino al punto di raccolta senza problemi.
Le urine che bisogna raccogliere sono quelle del mattino (la seconda gittata, dopo aver bevuto almeno due bicchieri di acqua). I contenitori che vengono riempiti devono essere conservati in frigo, ad una temperatura intorno a circa 4 gradi centigradi. I tre campioni, ovviamente, devono essere portati al punto raccolta insieme nella data che è stata prevista per la consegna.
La preparazione, come in tanti altri esami, è molto importante ed è altrettanto fondamentale programmare la minzione che deve essere raccolta. È fondamentale comprendere come la prima urina non debba mai essere impiegata per svolgere questo esame. Le cellule conservate all’interno della vescica nel corso delle ore notturne potrebbero essere danneggiate e, per tale ragione, utilizzando la prima minzione del mattino, l’analisi delle urine in laboratorio potrebbe essere particolarmente difficoltosa.
Qualche pericolo può derivare dalla maniera in cui si raccoglie l’urina. Nella maggior parte dei casi, ovvero quando la raccolta dell’urina avviene normalmente utilizzando un contenitore sterile, i rischi sono praticamente nulli. Nel caso in cui, invece, l’urina dovesse essere raccolta utilizzando un catetere inserito all’interno dell’uretra, allora c’è la possibilità anche di provocare un’infezione alle vie urinarie.
Sarà compito del patologo spedire i risultati di questo particolare esame delle urine al medico del paziente, oppure in qualche caso il ritiro sarà a carico di quest’ultimo. Tra i possibili risultati troviamo alcune definizione che vengono utilizzate più frequentemente in confronto ad altre. Ad esempio, con campioni insoddisfacenti, vuol dire che le cellule non sono abbastanza, oppure che è stata individuata una tipologia errata di cellule all’interno del campione che è stato consegnato. In questo caso, spesso bisogna eseguire nuovamente il test. Quando l’esame è negativo, allora vuol dire che non sono state individuate delle cellule tumorali all’interno del campione consegnato. Quando il risultato viene definito “atipico”, significa che esistono delle situazioni anomale all’interno delle cellule riscontrate nel campione, anche se non si può ricollegare ad una presenza di un cancro.
Nel momento in cui l’esame viene definito “sospettoso”, allora esiste una possibilità che le cellule siano cancerogene e, infine, quando i risultati sono “positivi”, allora all’interno del campione di urina sono effettivamente state rinvenute delle cellule tumorali. L’esame di citologia dell’urina non si può sfruttare unicamente per la diagnosi del cancro al tratto urinario. Infatti, nel caso in cui venga riscontrata la positività o una sospetta presenza di cellule tumorali, allora il medico può predisporre un altro esame, denominato cistoscopia oppure una tomografia computerizzata della vescica. In questo modo quest’ultima potrà essere osservata con maggiore precisione, insieme alle vie urinarie, provando a riconoscere eventuali anomalie.
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