L’alimentazione, in particolare durante i nove mesi di gravidanza, è sempre fonte di grande preoccupazione. Una corretta alimentazione è fondamentale per la sana evoluzione del feto e per il suo corretto sviluppo, oltre che per la salute della madre. Spesso quando si parla di specie ittiche da mangiare durante la gestazione si escludono dalla dieta i gamberi, che per qualche oscuro motivo vengono ritenuti nocivi per il futuro bambino.
I gamberi fanno parte della grande famiglia dei crostacei, la famiglia comprende tutti quegli animali racchiusi in un guscio e muniti di antenne. Oltre ai gamberi entrano in questo grande gruppo: le aragoste, gli scampi, i granchi, gli astici e così via. Questi alimenti, così come moltissimi tipi di pesce, contengono poche calorie e sono ricchi di vitamine, proteine e minerali. I crostacei sono, tra l’altro, tra gli alimenti più ricchi di iodio presenti sul nostro pianeta. Lo iodio aiuta il corretto funzionamento della tiroide, che a sua volta regola i processi legati al metabolismo dell’essere umano.
L’ideale sarebbe abbinare i gamberi ad un ottimo primo piatto, ad esempio in una porzione riso bianco, o di riso venere, creando così un piatto impeccabile dal punto di vista nutrizionale. Tutte queste positivissime proprietà fanno dei gamberi un ottimo cibo da mangiare anche durante la gravidanza, a patto che si seguano delle fondamentali linee guida.
Come consumare correttamente i gamberi in gravidanza, i rischi di mangiarli crudi
I gamberi, diciamolo subito, possono essere consumati tranquillamente durante la gravidanza, ma è necessario cuocerli accuratamente in modo da eliminare il rischio di infezioni provocate dai batteri che vi si potrebbero annidare all’interno. Se mangiare i gamberi cotti viene ritenuto assolutamente positivo, lo stesso non si può dire di quelli crudi.
Il consumo di crostacei crudi, in particolare durante la gravidanza, è sempre sconsigliato, esiste il forte rischio di essere contagiati con il virus dell’epatite A, una malattia che colpisce il fegato, o con il batterio della salmonella. I crostacei, così come i molluschi, si nutrono di scarti di altri pesci, e vivono in mari purtroppo sempre più inquinati. Questi due fattori fanno si che i crostacei possano entrare in contatto con organismi che presentano virus e batteri. Per evitare di incappare nei virus “nascosti” all’interno dei crostacei risulta dunque cruciale cuocere attentamente questi alimenti, evitando così problematiche anche abbastanza serie.
Mangiare cibo crudo potrebbe far contrarre anche la gastroenterite, particolarmente ostica da affrontare durante la gravidanza. Il virus può provocare nausea, vomito, diarrea ed addirittura febbre, debilitando notevolmente la salute della futura madre. Un altro batterio insidioso e pericoloso può invece far contrarre la “listeria”, una malattia causata dall’assunzione di cibi contaminati che può portare gravi danni al feto (può sia provocare aborti spontanei sia provocare gravi problemi respiratori nel nascituro). Stando a numerose ricerche scientifiche, il batterio presente anche nel latte e nei suoi derivati, riesce a resistere alle bassissime temperature, facendo della cottura l’unico strumento valido per la sua eliminazione. In conclusione, è fondamentale, dunque, che i crostacei ed i molluschi siano cotti e di provenienza certa per evitare gravi danni di salute.