Il cheloide è una lesione cutanea di tipo cicatriziale che può raggiungere anche dimensioni enormi.
Vi è una certa predisposizione affinché compaiano, normalmente però l’evento scatenante è una trauma cutaneo, come una ferita, un’abrasione e una ustione. Anche i piercing possono essere causa di cheloidi.
Il problema del cheloide è che si tratta di una lesione irreversibile. Parte dalla ferita e inizia a crescere in modo esagerato, senza una regressione spontanea. E’ vero che non si tratta di una lesione maligna, però le persone normalmente intervengono per ridurre il più possibile il danno estetico, il quale può essere molto importante. Questo è vero soprattutto quando iniziano a crescere sul viso. Si tratta di un disagio molto serio ed è per questo che il cheloide deve essere trattato già dall’inizio, in modo da contrastare la sua crescita il più possibile.
Un cheloide si riconosce piuttosto facilmente. Il dermatologo guardando la lesione è semplicemente capace di riconoscerla. Vi sono alcune caratteristiche base tipiche del cheloide e sono:
Nel cheloide infatti vi è un infiltrato cellulare accumulato in modo eccessivo. In alcuni casi può provocare un forte fastidio, come indolenzimento o prurito. Spesso però è asintomatico, però provoca gravi danni all’estetica.
Vediamo adesso quali sono le cause del cheloide. Partiamo dal fatto che alla base vi è una forte predisposizione genetica. E’ molto più facile infatti che a soffrirne siano coloro che in famiglia vi sono casi di cheloidi. La parte di popolazione maggiormente a rischio è quella nera ed amerinda. Vi è una frequenza superiore che va da 5 a 15 volte rispetto agli occidentali.
Ciò che gli esperti hanno capito è che vi sono diversi geni implicati nella formazione dei cheloidi, però a oggi nessuna mutazione genetica è stata riconosciuta come la “colpevole”.
Vi deve comunque essere un effetto scatenante che porta al cheloide. Tra questi troviamo le ferite di tipo traumatico e chirurgico, i piercing e le vaccinazioni. Ma anche ustioni, acne, punture di insetto, follicoliti e lesioni infiammatorie.
Intervengono poi altri fattori come l’iperproduzione di citochine, una iperproduzione di collagene e l’alterazione dell’equilibrio apoptotico-proliferativo di diversi tipi di cellule che sono coinvolte nel processo di cicatrizzazione.
Trattandosi di una lesione cutanea in sporgenza, si potrebbe pensare che il modo migliore per intervenire è quello di asportarlo chirurgicamente. In realtà questo tipo di trattamento ad alte probabilità di non essere risolutivo ma anzi, di provocare la formazione di nuove lesioni ancor più grandi. Questo perché l’operazione stimola un nuovo processo cicatriziale e perciò il cheloide alla fine sarebbe ancor più grande ed esteso. Ecco perché occorre intervenire in maniera differente. Vediamo quali sono le tecniche migliori.
Le iniezioni di cortisone vengono eseguite per via intralesionale. E’ mediamente dolorosa però è sicura ed offre discreti benefici. Occorre sottoporsi a una iniezione al mese e dopo alcuni cicli il cheloide viene appiattito e risulta così molto meno appariscente. Circa il 70% dei pazienti che si sottopongono alla terapia restano soddisfatti. Il problema comunque è che vi è un alto tasso di recidività.
E’ la seconda metodica più utilizzata per il trattamento di cheloidi. Il laser permette di far regredire progressivamente il cheloide, questo perché interviene sulla proliferazione dei fibroblasti, sopprimendola. E’ un trattamento sicuro e poco doloroso, con un alto tassa di efficacia. Però è necessario sottoporsi più volte ai trattamenti.
L’iniezione di interferone è utile per ridurre il cheloide in dimensioni ed estensione. E’ un metodo innovativo e sono ancora molti gli esperti che non si sentono di consigliarlo al 100%. Pensano che non sia il trattamento migliore perché poco efficace nel lungo periodo.
Per esempio l’ideogel di silicone può essere applicato sul cheloide. Non tanto per rimuovere la lesione, quanto piuttosto per gestire i sintomi, prevenire recidive e un ingrandimento del cheloide stesso. Non vi sono quindi garanzie di successo relative alla diminuzione del cheloide con questo trattamento, però è utile se il cheloide viene trattato già all’inizio della sua comparsa.
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