La carenza di vitamina k è un problema da affrontare perché la vitamina k, in generale, occupa un ruolo molto importante per il nostro apparato, perché è implicata nella coagulazione del sangue. Tale vitamina viene chiamata appunto per questa sua caratteristica, vitamina antiemorragica. La lettera K deriva della lingua tedesca “Koagulatio”, ovvero coagulazione. Nel 1920 e 1930, diversi studiosi evidenziarono l’influenza di questa sostanza sulla coagulazione del sangue, e da allora vennero scoperti altri agenti attivi dalle strutture simili.
Carenza di vitamina k e la coagulazione
Carenza di vitamina k: la coagulazione del sangue è un processo chimico complesso che implica circa 10 fattori. Una fase iniziale di tale processo è la conversione della protombina in trombina e senza di questo la coagulazione non avviene. A determinare tale sintesi nel fegato è la vitamina K, e se per vari fattori questa è carente nell’organismo, si ha a sua volta una riduzione del contenuto di protombina nel sangue, così a sua volta la trombina non è sufficiente a determinare il processo di coagulazione. In normali condizioni di salute il quantitativo ideale di vitamina k viene sintetizzato dai microrganismi presenti nell’intestino crasso. Tale sostanza è presente in grandi quantità, sia nei vegetali che nel fegato del maiale. Gli adulti hanno una necessità di vitamina K molto bassa, pari a 0,1 mg al giorno, quindi è sufficiente inoltrarla tramite un’alimentazione corretta.
Quando la vitamina K è carente nei neonati
Come abbiamo introdotto, la vitamina K è una componente importante la coagulazione del sangue. I bambini quando nascono, hanno un livello basso di tale vitamina, a differenza delle persone adulte, perché il corpo del piccolo, non ha ancora sviluppata la vitamina dai batteri intestinali che la producono, e di conseguenza non è presente neanche nel fegato.
La carenza di vitamina K nel neonato può determinare la comparsa di grave emorragie, tra cui anche il sanguinamento nel cervello. Tale problema si può manifestare fino al terzo mese di vita del bambino. In gran parte dei paesi, ma in particolar modo in Israele, viene somministrata ai bambini la vitamina K tramite iniezione subito dopo la nascita, per evitare in questa maniera, che la carenza possa dare origine a sanguinamento. Grazie a tale procedura ospedaliera, tutti i fenomeni che si possono verificare per mancanza di vitamina K sono scomparsi.
Carenza di vitamina B5
La vitamina B5 ovvero l’acido pantotenico deve essere introdotto nell’uomo in un quantitativo pari a 10 mg giornaliero. Quando tale vitamina è carente nell’organismo di un soggetto, si manifesta una sintomatologia ben precisa. Per fare in modo che all’organismo venga introdotto il giusto quantitativo, la cosa migliore da fare, è integrare tale vitamina con l’alimentazione. La vitamina b5 è presente in gran parte dei vegetali, dei cereali e nei cibi di origine animale. In particolar modo la troviamo nel fegato, nel rognone, nel cuore, nel pesce, e nel tuorlo dell’uovo. Altri fonti alimentare da cui attingere sono: la birra, le germe di grano e la pappa reale.
Quando un apparato mostra carenza di vitamina B5, si riscontrano a sua volta scarse concentrazione ematica di glucosio. Tale mancanza può determinare la comparsa di ulcere duodenali, infezioni a carico dell’apparato respiratorio e malessere generale come stanchezza e spossatezza, formicolio agli arti, crampi muscolari, debolezza, mancanza di coordinazione dei movimenti e confusione.
Cosa avviene quando la vitamina k è in eccesso e gli alimenti che la contengono
Oltre la carenza di vitamina k, anche un suo eccesso può rappresentare un problema. Quando si ha un eccesso di vitamina K nel sangue, questa può determinare nel soggetto affetto una sintomatologia anche grave, che comprende: vampate improvvise di calore, anemia e trombosi. Quando ad interessare tale disfunzione sono i neonati, si possono manifestare sintomi di tossicità e sintomi molto simili all’ittero. Nell’adulto si manifesta come abbiamo introdotto, anemia, vomito, trombosi ed il collasso dei globuli rossi, che determina vampate improvvise di calore, prurito, sudorazione e sensazione di oppressione al petto. Un esempio molto praticare per introdurre nel nostro organismo la giusta quantità di vitamina K è ad esempio condire le pietanze con l’olio di oliva extravergine, aggiungendo anche mandorle, nocciole, pinoli, e tutti i semi oleosi come il sesamo, i semi di zucca, di lino e di girasole. Ci sono anche altri alimenti che vantano un buonissimo quantitativo di vitamina K e sono: formaggi, carne, legumi, cereali integrali ed avena, patate, carote e vegetali a foglia larga.
Farmaci per introdurre la vitamina K
Uno dei farmaci più raccomandati per contrastare la carenza di vitamina K è VITAMINA K SALF ®, che fornisce al corpo il giusto quantitativo nel formato idrosolubile, conosciuto come menadiolo sodio difosfato, che ha le caratteristiche farmacodinamiche sovrapponibili a quelle che sono presenti nel più comune fitomenadione.
Tra i benefici di questa vitamina troviamo:
- Promuove e regola la crescita
- Prevede stellicidi ematici spesso associati a patologie croniche, in particolar modo che interessano l’apparato gastro-enterico e genito-urinario
- Sostiene l’attività antiemorragica compromessa a causa di antibiotici prolungate
Coumandin ed integratori di vitamina K per il neonato
Comadin è un farmaco anticoagulante, ovvero che aiuta il nostro organismo a prevenire la formazione di grumi di sangue. Tale medicinale ha un indice terapeutico molto ristretto, e questo significa che anche piccolissime variazioni del dosaggio, possono determinare conseguenze molto gravi. L’assunzione di quantitativi elevati può causare sanguinamento, mentre poca somministrazione può formare coaguli di sangue molto pericoli. Quando c’è carenza di vitamina K nel nostro organismo per controllare la sintesi ematica della coagulazione del sangue, si può introdurre tramite la somministrazione di integratori che la contengono.
Essendo una sostanza liposolubile e dato che la placenta della madre è attraversata da pochissimi lipidi, il neonato ad esempio è carente. Il fegato del neonato, non essendo maturo, non è in grado di provvedere fisiologicamente alla sintesi della protombina ed anche l’intestino che è ancora sterile, non può fornire al piccolo la quota necessaria di tale sostanza. Grazie a NeoKD, integratore alimentare di vitamina K, si può introdurre nel neonato il giusto quantitativo, per prevenire la carenza. Tale farmaco va somministrato con un dosaggio di 12,5 mcg/ die giornaliero.