La carbossiterapia è una cura che prevede la somministrazione, tramite via sottocutanea, di piccole iniezioni a base di anidride carbonica. Questa tecnica comporta chiaramente l’impiego di aghi particolarmente sottili. Lo scopo è essenzialmente terapeutico e tale trattamento viene usato soprattutto per la cura di vari inestetismi. Si tratta di fastidi o disturbi che possono colpire un gran numero di donne. Secondo ricerche e statistiche piuttosto recenti, pare che solamente in Italia siano oltre 24 milioni le donne che ne sono colpite.
Come agisce la carbossiterapia dal punto di vista meccanico
Dopo che il biossido di carbonio è stato iniettato all’interno del derma, sono tre le azioni benefiche principali che vengono svolte. Si tratta dell’azione sulla circolazione, dell’azione sul grasso e dell’azione sulla cute. La prima azione è resa possibile per via del fatto che questo gas va a causare una vasodilatazione. Infatti, la velocità e l’ossigenazione del flusso di sangue vengono notevolmente migliorati. Al tempo stesso, viene migliorata anche l’apertura dei capillari che di solito vengono schiacciati dal grasso. Per questo motivo, si ottiene un beneficio importante anche rispetto alla ritenzione idrica. L’attività benefica sul grasso deriva dal fatto che l’anidride carbonica agisce su due livelli, uno chimico e l’altro meccanico. Il gas va a svolgere la sua azione direttamente in seguito all’effetto meccanico connesso alla sua introduzione.
L’azione benefica dal punto di vista chimico
Sotto il profilo chimico, l’inserimento di anidride carbonica ha un effetto tipicamente lipolitico indiretto. Infatti, va ad incrementare il quantitativo di ossigeno che resta nella disponibilità dei tessuti. A tal riguardo, bisogna mettere in evidenza come vada anche ad attivare nuovamente il metabolismo cellulare. L’attività benefica sulla cute, invece, permette un incremento del microcircolo. Al tempo stesso, viene favorita anche l’ossigenazione dei tessuti. Questa azione positiva si riflette anche sui fibroblasti, ovvero quelle cellule che si occupano della creazione di fibre elastiche, acido ialuronico e collagene. Per queste ragioni, la pelle sarà decisamente più luminosa, ma anche compatta e tonica.
Quando può essere utile questo trattamento
La carbossiterapia ha avuto origine in Francia come trattamento utile per debellare le arteriopatie. Con il passare del tempo ha ottenuto un successo sempre maggiore, fino al momento in cui è stata usata anche per la cura di ulteriori disturbi. Al giorno d’oggi viene utilizzata soprattutto per contrastare la cellulite. In modo particolare, viene sfruttata per la cura della cellulite in stato avanzato, in cui sono insorti edemi e noduli. Bisogna sottolineare, però, come questo tipo di trattamento in tanti casi viene utilizzato anche per contrastare altri disturbi. Tra questi troviamo le ulcere venose e arteriose, l’insufficienza venosa cronica, le smagliature e cicatrici che si riferiscono ad un’operazione chirurgica. Non solo, visto che viene usata anche per il trattamento delle adiposità localizzate in seguito ad un processo di perdita di peso e dopo il periodo di gravidanza. Infine, viene usata per rilassare il tessuto cutaneo e per contrastare l’invecchiamento a cui è soggetta naturalmente la pelle. Per quanto riguarda le operazioni chirurgiche di lipoaspirazione e addominoplastica, la carbossiterapia svolge un ruolo importante. Infatti, va ad aumentare l’efficacia dell’intervento e diminuisce le tempistiche legate al recupero.
Vantaggi e possibili effetti collaterali
In confronto a tanti altri tipi di trattamenti, la carbossiterapia può vantare numerosi punti di forza. Tra gli altri troviamo il fatto di essere del tutto sicuro, non tossica, non allergica, rapida e non invasiva. Inoltre, permette di raggiungere degli ottimi risultati che durano nel tempo. Per via del fatto che non è in alcun modo invasiva, sono davvero risicati gli effetti collaterali a cui è soggetta. Infatti, nella maggior parte dei casi si tratta di fastidi che durano pochissimi e davvero poco degni di nota. La microiniezione a base di anidride carbonica può comportare sulla zona della pelle interessata bruciore, intorpidimento, rossore, ecchimosi e un lievissimo dolore.
Quali sono i costi di questo trattamento
Nella maggior parte dei casi il trattamento prevede una o due sedute a settimana. Tale quantitativo è differente, come si può intuire, in base alla malattia che andrà debellata. In ogni caso, generalmente il numero di sedute è compreso tra 6 e 10. Ciascuna seduta si caratterizza per avere una durata pari a 15 minuti. Per quanto riguarda il prezzo, invece, si va da un costo minimo di 80 euro fino ad una tariffa massima di 150 euro. Chiaramente anche il costo è legato alla parte del corpo che necessita del trattamento ed alla malattia correlata.
Quali sono le principali controindicazioni
Sono numerosi gli studi scientifici che hanno testimoniato l’efficacia di tale terapia. Infatti, la carbossiterapia è in grado di produrre un notevole miglioramento della pelle dal punto di vista dell’elasticità. Inoltre, riesce a garantire anche un’azione vasodilatatrice molto importante. Si tratta, in ogni caso, di una cura del tutto priva di particolari effetti collaterali. Infatti, l’anidride carbonica che viene usata in ambito medico è la stessa che si produce tramite la respirazione. Di conseguenza l’anidride carbonica si può definire atossica e non è in grado di causare in alcun modo embolia. Ecco spiegato il motivo per cui non ci sono degli specifici effetti collaterali.
Attenzione al centro in cui vi recate
È fondamentale, però, prima di sottoporsi a tale trattamento, verificare che nel centro medico in cui ci si reca vengano usati macchinari certificati. Infatti, ciascun macchinario deve essere riconosciuto da parte del Ministero della Salute. Al contempo, anche l’anidride carbonica deve essere quella medicale e riconosciuta dallo stesso Ministero. Inoltre, gli aghi che vengono usati per la somministrazione sottocutanea devono essere sterili e monouso. Infine, si suggerisce di non svolgere tale trattamento in gravidanza. Dovrebbero evitarlo anche le persone che soffrono di cardiopatie, diabete, forme gravi di anemie, insufficienze cardiache, renali, respiratorie ed epatiche.