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La malattia è molto diffusa e si espande rapidamente. É considerata infatti la più frequente malattia umana trasmessa dalle zecche. La prima volta essa fu descritta nel 1910 in Scandinavia e poi nel 1970. Il 1975 fu additato come l’anno di maggiore diffusione della malattia: numerosi i casi di artrite che poi furono attribuiti alla borreliosi. In Italia il primo caso clinico registrato è a Genova nel 1983. Poi ci sono stati altri casi. Le regioni maggiormente interessate sono il Friuli Venezia Giulia, il Veneto, la Liguria, l’Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige. Più rari sono i casi altrove.
La malattia non si trasmette direttamente, ma solo attraverso le zecche che fanno da canale di trasmissione tra il soggetto malato e quello sano. Molti mammiferi sono il luogo ideale di replicazione della malattia. Le persone a rischio sono quelle che stanno a contatto con gli animali. Quindi: guardie venatorie, forestali, veterinari, allevatori, escursionisti. Dal momento che la borreliosi è stata riscontrata anche in zone dove le zecche non ci sono, è probabile che possa essere veicolata anche da altri insetti ematofagi.
Per la trasmissione della borreliosi, l’insetto deve rimanere attaccato alla cute dell’uomo per oltre 24 ore. Servono ripetuti morsi, rigurgito, feci e saliva dell’insetto nella zona del morso, a contatto con il sangue dell’ospite. Il battere può colpire anche più volte uno stesso soggetto, l’infezione non dà infatti immunità.
La malattia rimane in incubazione tra i 4 ed i 25 giorni, spesso 7-14 giorni. Le manifestazioni dei sintomi possono essere precoci o tardive. Di solito i sintomi della malattia sono riassunti essenzialmente in tre stadi. Non è tuttavia una regola, le varie fasi si possono sovrapporre e manifestare contemporaneamente. Nell’ordine:
La sintomatologia della malattia di Lyme è eterogenea. Un paziente infatti può presentare solo alcuni sintomi e altri più d’uno e più acuti. Proprio per questo motivo la diagnosi non è sempre facile.
Ogni qualvolta si frequentano animali, pascoli montani e zone che potrebbero essere “pericolose” per le punture di zecca, è bene farsi un auto-screening per vedere che non vi siano zecche attaccate ancora alla pelle. L’insetto deve rimanere attaccato per 24 ore infatti e quindi la rimozione tempestiva è la prima mossa. La zecca è meglio farla togliere a mani esperte, in pronto soccorso, perché si rischia rimangano parti di animale nella pelle.
La diagnosi come detto non è sempre facile. Non ci sono esami specifici attendibili, almeno non prima di 3-6 mesi di esordio della malattia, quindi tardi. Esami paralleli tuttavia possono evidenziare anomalie che sono segnale della patologia. L’eritema si presenta nel 75% dei pazienti, quindi è sicuramente un segnale importante.
Quando la borreliosi viene diagnosticata rapidamente, la prognosi è eccellente. É sufficiente una cura antibiotica contro l’agente infettivo per ripristinare la situazione. Di solito si utilizza l’amoxicillina per tre settimane per i casi lievi. In caso di sintomi acuti la terapia prevede un associazione anche con corticosteroidi. Anche se l’antibiotico cura di fatto la malattia, i sintomi possono perdurare anche per qualche settimana, per poi regredire gradualmente.
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