Tra i farmaci presenti in commercio troviamo Clodronato, Alendronato, Pamidronato, Ibandronato, Neridronato e Risedronato.
La somministrazione di questa categoria di farmaci ha come principale obiettivo quella di curare l’osteoporosi, ma anche l’osteite deformante (denominata anche patologia ossea di Paget), così come delle metastasi ossee (sia che sia presenta l’ipercalcemia o meno). Questo gruppo di farmaci viene spesso impiegato anche per il trattamento del mieloma multiplo e di tutte le varie patologie o semplici condizioni patologiche possono portare ad una minore stabilità e resistenza delle ossa. Per questa ragione, in molti casi vengono usati anche a semplice titolo preventivo rispetto all’osteoporosi che viene provocata da un impiego cronico di medicinali corticosteroidi.
Quali sono gli effetti collaterali dei bifosfonati
I bifosfonati orali hanno alcuni effetti collaterali tipici, come ad esempio la sensazione di nausea, piuttosto che diarrea e dolori all’addome. In alcuni casi, il paziente può avere a che fare anche con infiammazioni ed erosioni che vanno a colpire l’esofago. Per questa ragione, il consiglio è quello di rimanere in piedi o seduti almeno per mezz’ora dopo aver assunto tali farmaci.
Inoltre, il suggerimento migliore da seguire per chi ha problemi all’esofago è quello di non usare tali farmaci. Impiegare spesso dell’acido etidronico può comportare alcuni problemi con la solita mineralizzazione ossea, ma in riferimento ai bifosfonati è una conseguenza che non è mai stata dimostrata. In alcuni rari casi, invece, pazienti in cura per diverso tempo con bifosfonati hanno avuto delle problematiche con la qualità dell’osso, visto che sono incorsi in alcune fratture atipiche.
Questi farmaci, quando vengono utilizzati tramite endovena, spesso vengono usati insieme a osteonecrosi della mandibola. Ecco spiegata la ragione per cui i pazienti che stanno seguendo un trattamento antiblastico e sono in cura con dei corticosteroidi devono preventivamente farsi visitare da un odontoiatra prima di assumere tali farmaci. Molto raramente l’impiego di questi farmaci può comportare lo sviluppo di problematiche agli occhi, come ad esempio sclerite, congiuntivite, episclerite, fotofobia o uveite, ma anche dolore semplicemente nella visione. Nel caso in cui dovessero insorgere tali sintomi, allora è necessario sospendere immediatamente il trattamento ed effettuare una visita oftalmologica.
Quali sono le controindicazioni dei bifosfonati
Il giorno successivo rispetto all’assunzione tramite endovena di bifosfonati azotati il paziente potrebbe avere a che fare con un’infiammazione di natura sistemica, con sintomi tipici come mialgie, febbre, artralgie e dolore scheletrico. Quando vengono somministrati mediante endovena, questi farmaci possono comportare anche l’insorgere di insufficienza renale, sindrome nefrotica e delle modifiche elettrolitiche (in modo particolare ipocalcemia). Questi farmaci sono assolutamente controindicati anche durante la gravidanza e l’allattamento, così come in caso di pazienti che soffrono di svuotamento gastrico e insufficienza renale.
Quali sono le interazioni dei bifosfonati
Assumere in modo contemporaneo degli antiacidi, ferro, calcio o dei farmaci o cibi che abbiano una notevole concentrazione di cationi bivalenti potrebbe comportare alcuni problemi per quanto riguarda l’assorbimento dei bifosfonati che vengono assunti tramite via orale. Quando questi ultimi, invece, vengono somministrati insieme ad antibiotici aminoglicosidici c’è la possibilità che si innalzi il pericolo di nefrotossicità.