C’è chi già lo sospettava. Il coronavirus non arrivò in Italia nel 2020 ma circolava nel nostro paese, in modo subdolo e silenzioso, già alla fine del 2019. Non è la prima volta infatti che si sente parlare di strani casi di polmonite durante la fine dell’anno, le cui cause venivano identificate come non riconosciute.
L’Università Statale di Milano, in uno studio pubblicato sulla rivista Emerging Infectius Diseases, spiega che un’analisi del tampone orofaringeo eseguito a un bambino di 4 anni aveva dato positivo al coronavirus ben prima della sua comparsa ufficiale con il “paziente 1” di Codogno.
Perciò in Italia, più di un anno fa, era già presente il Sars-Cov-2. Il 30 novembre 2019 il bambino venne portato in ospedale perché accusava da oltre una settimana alcuni sintomi respiratori che misero in allarme in genitori, accompagnati dal vomito. Il giorno dopo il bambnino aveva sulla pelle delle macchie simili al morbillo.
Il tampone eseguito successivamente hanno dimostrato che soffriva di coronavirus, e questo accadde ben prima che l’infermità venne riconosciuta in Italia.
Il nuovo “paziente 1” è il bambino?
Prematuro a dirsi, perché a questo punto è probabile che ci sono stati altri casi prima di lui, passati inosservati. Tra asintomatici, sintomi lievi o persone con polmonite senza causa specifica, quanti avevano già contratto il Covid19 senza nemmeno saperlo?
Il bambino italiano di quattro anni infatti non aveva fatto nessun viaggio all’estero prima di ammalarsi. Perciò qualcuno lo ha trasmesso a lui. Non c’è comunque da sorprendersi troppo. Ricordiamo infatti che uno studio portato avanti dall’Università di Harvard dimostra che il Covid19 in verità era già presente in Cina tra agosto e ottobre 2019, quando neanche si parlava di tutto questo. Perciò tra viaggi e scambi commerciali, il virus era già stato probabilmente diffuso in varie parti del mondo.
I sintomi del bambino
I ricercatori spiegano che il bambino il 21 novembre aveva già iniziato ad accusare i classici sintomi influenzali, cioè tosse e rinite. Nove giorni dopo però i genitori hanno iniziato a preoccuparsi per via dei sintomi respiratori intensi e del vomito. Il giorno dopo inizia a comparire sulla pelle del piccolo un’eruzione cutanea molto simile al morbillo ma, una volta sottoposto al tampone per il morbillo, risulta negativo.
Oggi sappiamo che le lesioni maculopapulari sono comuni nei pazienti affetti da Covid19, soprattutto tra i più giovani. Oggi l’analisi sul campione ha mostrato che la sequenza di RNA è identica a quella del Sars-Cov-2.
Come sono arrivati a scoprirlo? Semplicemente perché gli studiosi hanno deciso di analizzare i casi di malattia esentematica che sono stati identificati a Milano tra settembre 2019 e febbraio 2020.