Secondo quanto affermato dal ministero della Salute nel proprio Quaderno periodico, dedicato alla tutela dei più giovani, il numero di bambini e di adolescenti che si trovano in ospedale è eccessivo, così come straordinariamente alta sarebbe la frequenza del ricorso a farmaci non appropriati o non necessari. Stando ai dati diffusi dal ministero, i teenager e i bambini italiani vengono ricoverati molto più spesso di quanto avviene per i loro coetanei in altri Paesi del mondo.
In maniera più specifica, il Quaderno del ministero della Salute afferma come il tasso di ospedalizzazione pediatrica (che misura il numero di bambini ricoverati) è ben superiore a quello riscontrato nelle principali altre nazioni di riferimento. Basti considerare che nella fascia d’età compresa tra un minimo di 0 e un massimo di 14 anni la proporzione è di 75 su 1.000, contro un valore inferiore ai 60 su 1.000 per Regno Unito e Spagna, e meno di 40 negli Stati Uniti.
Per quanto attiene alle cause principali di ricovero ospedaliero dei più giovani, una parte fondamentale è legata al post-parto e alle sue eventuali complicazioni. Superato l’ambito dei neonati, tuttavia, le motivazioni sono prevalentemente riconducibili alle malattie e alle patologie dell’apparato respiratorie, ai traumi da infortunio, agli avvelenamenti e, più in generale, i disturbi dell’apparato digerente.
Ha recentemente commentato tali statistiche il ministro della Salute Renato Balduzzi, che ha spiegato che è possibile ridurre il tasso di ospedalizzazione pediatrica attraverso una continuità assistenziale operativa 24 ore su 24, e 7 giorni su 7, e con un maggiore coinvolgimento dei pediatri, che si auspica possano operare all’interno di un contesto multispecialistico e multiprofessionale.
Infine, un cenno importante alla questione legata al consumo dei farmaci che, riporta il Quaderno del ministero della Salute, sarebbe troppo elevato, con esempi di utilizzo non sempre corretti e idonei. Gli esperti del ministero propongono quindi, come soluzione parziale al problema, la realizzazione di un prontuario nazionale a uso pediatrico, studi epidemiologici e coinvolgimenti attivi tra tutti gli operatori sanitari, oltre a una formazione e a una informazione più profonda rivolta alla popolazione generale.