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È meglio accompagnare i bambini in macchina a scuola?

Potrebbe sembrare strano parlarne ora, ma per pochi fortunati ancora si riesce ad andare a scuola in presenza e se l’andamento dei contagi lo consentirà quanto prima, tutti i ragazzi riprenderanno a frequentare gli istituti scolastici. Ma come si raggiunge la scuola? Negli ultimi 20 anni il modo di andare a scuola dei bambini è cambiato! Se un tempo andare a piedi o in bicicletta era la norma, oggi, attraverso la diffusione dell’automobile, il trasporto passivo ha sostituito quello attivo. E soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, molti genitori prediligono l’auto privata. La soluzione migliore per tutelare la salute dei più piccoli, però, è prendere l’abitudine di accompagnare i bambini a scuola a piedi.

Per quali motivi è meglio accompagnare i bambini a piedi?

Innanzitutto, “bisogna tener presente che l’obesità infantile è in aumento. E uno dei motivi principali è la diminuzione della quantità di esercizio che i bambini stanno facendo. […] Andare e tornare da scuola a piedi è un ottimo modo per garantire un’attività fisica cinque giorni a settimana”, sottolinea Joseph Perno, vicedirettore del Dipartimento di Medicina del Johns Hopkins All Children’s Hospital. Ancora, “è stato riscontrato che i bambini che vanno a scuola a piedi hanno un rendimento scolastico più elevato in termini di attenzione, abilità verbali, numeriche e di ragionamento; minore stress durante la giornata scolastica e livelli più elevati di felicità, eccitazione e relax durante il viaggio verso la scuola. Andare a scuola a piedi può favorire ulteriormente la crescita personale sviluppando un senso di indipendenza nel processo decisionale, legami emotivi con i coetanei e con l’ambiente, oltre che le capacità di muoversi in sicurezza in strada e nel traffico”.

Inoltre, è importante sapere che per molti inquinanti le concentrazioni all’interno dell’auto possono essere maggiori di quelle presenti nell’aria esterna: chi usa i veicoli a motore respira, infatti, anche una parte dei propri scarichi. A questo proposito è fondamentale sapere che i bambini sono particolarmente esposti agli inquinanti e per questo occorre trovare soluzioni efficaci per preservarli. Ad esempio, se possibile meglio scegliere una scuola di quartiere, in una zona senza traffico intenso o senza fabbriche.

Si sente parlare tanto di pedibus, cos’è?

Il pedibus è un autobus umano fatto da bambini che vanno a scuola a piedi, accompagnati da adulti, seguendo percorsi prestabiliti fatti da un capolinea, alcune fermate (talvolta indicate da cartelli) e orari prestabiliti. Esiste anche la versione su due ruote, un altro modo sostenibile per andare a scuola: il bicibus. Si tratta di un “autobus a due ruote” formato da un gruppo di bambini in bicicletta che vanno e tornano da scuola accompagnati, anche in questo caso, da genitori volontari lungo percorsi prestabiliti e messi in sicurezza.

“La finalità ultima dell’organizzare un pedibus o un bicibus nel proprio quartiere o nella scuola dei propri figli è quella di promuovere nelle famiglie, nelle amministrazioni comunali e nella scuola, una cultura che porti a creare le condizioni solide e durature affinché i bambini vadano a scuola da soli, a piedi o in bici”, si legge su Piccolipiù in Forma, sito di informazione rivolto alle famiglie per promuovere stili di vita sani [5]. Vale la pena organizzare queste iniziative perché provare a disincentivare l’utilizzo di automobili è anche un modo per rendere la città e i quartieri più vivibili, meno inquinati e meno pericolosi. Per i bambini, inoltre, andare a scuola a piedi tutti insieme è un modo per incontrare amici e per socializzare.

Infine, vivendo a piedi o in bici il proprio quartiere, si impara a muoversi con consapevolezza sulla strada adottando comportamenti corretti.

In questo periodo di emergenza sanitaria il pedibus può essere molto utile perché permette di limitare la presenza dei genitori intorno alle scuole e quindi di ridurre i rischi di contagio. Va però gestito con un’attenzione particolare, organizzando file disciplinate e rispettando il distanziamento fisico tra un bambino e l’altro.

medicionline.it

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