L’atropina si trova in una classe di farmaci definita come “anticoligergici”. Funziona bloccando le azioni dell’aceticolina, un neurotrasmettitore che aiuta a spostare gli impulsi elettrici tra le cellule nervose.
In sintesi, l’atropina è un farmaco che può essere utilizzato per trattare molte condizioni cliniche, tra cui:
- eccessiva produzione di muco e saliva
- spasmi del tratto gastrointestinale, della vescica e del tratto biliare
- colite
- diverticolite
- sindrome dell’intestino irritabile
- eccessiva produzione di acido
- ulcera
- vescica spastica
- coliche infantili
- morbo di Parkinson
- fenomeni di ridarella e pianti causati da tumori del cervello
- avvelenamento causato da organofosfati
- altri disturbi cardiaci.
Il medicinale viene somministrato anche durante alcune procedure cardiache e contribuisce a ridurre le secrezioni del naso, dei polmoni, delle ghiandole salivari e dello stomaco prima dell’intervento chirurgico.
Oltre che per il trattamento di vari disturbi a livello spasmolitico, l’atropina può essere utile anche in altre occasioni. Infatti, viene usata come spasmolitico di prevenzione prima di eseguire delle operazioni chirurgiche. In alcuni casi può essere utile come antidoto per contrastare certe tipologie di avvelenamenti. Nel caso in cui l’atropina venga usata sugli occhi, l’effetto avrà una durata notevole. Infatti, l’occhio, di solito, può tornare ad uno stato di normalità dopo un periodo di circa 7-12 giorni.
Quali sono le principali controindicazioni
L’atropina solfato presenta diverse controindicazioni in alcuni casi ben specifici. In modo particolare, ne viene sconsigliato l’impiego in tutti coloro che presentano un’ipersensibilità nei confronti di tale farmaco. Inoltre, è meglio evitarne l’uso anche in caso di tachicardia, ovvero quando il paziente è in uno stato cardiovascolare particolarmente instabile. È bene non assumerlo anche nel momento in cui si soffre di uropatia ostruttiva, oppure di patologia renale, ma anche di miastenia grave. In modo particolare, nel primo caso il problema può essere rappresentato dall’ostruzione del collo vescicale per colpa della presenza di un’ipertrofia prostatica.
Controindicazioni ed avvelenamento
Come abbiamo accennato, la somministrazione accidentale dell’atropina in farmaco può determinare avvelenamento. I primi sintomi che si manifestano sono: notevole difficoltà nel parlare e nel deglutire, elevata sete, visione annebbiata ed innalzamento della temperatura corporea.
Oltre a tali effetti, il mal capitato mostra sintomi di eccitazione, confusione generale e nausea, vomito ed allucinazioni. Il primo soccorso immediato si basa sulla lavanda gastrica, che consiste nella pulizia dello stomaco e dopo sulla somministrazione di antidoti degli alcaloidi, in maniera tale da impedire eventuali effetti sul sistema centrale nervoso, che successivamente andranno combattuti in base alla sintomatologia che manifesterà o meno il paziente.
I farmaci a base di atropina si possono trovare in vendita nelle farmacie sotto forma di soluzioni dal dosaggio differente e sono:
- Atropina Lux collutorio da 10 ml 5 mg/ml: Tale formato è particolarmente indicato per la visualizzazione dei mezzi trasparenti e del fondo dell’occhio. Il suo prezzo indicativo al commercio è di circa 10,00 euro
- Atropina Lux collutorio 10 ml 10 mg/ml: Tale formato è indicato principalmente per l’esame dei mezzi trasparenti e per quello del fondo dell’occhio. Il suo prezzo indicativo al commercio si aggira intorno alle 10,00 euro
- Atropina Farmigea 1% 5FL 0,5 ml: Tale formato midiatrico cicloplegico per globo oculare viene impiegato principalmente a seguito di lesioni da interventi chirurgici o traumatici, per ustioni ed anche in casi di causticazioni. Il prezzo al commercio è di circa 10,75 euro
L’atropina grazie alla sua azione midriatica e ciclopegica è indicata per la corretta visualizzazione dell’esame dell’occhio, e trova anche impiego associata con altri farmaci per contrastare l’infiammazione dell’uvea non ipertensiva sia primaria che secondaria.
La cura dell’occhio
Questa sostanza è in grado di andare a bloccare le varie risposte alla stimolazione colinergica del muscolo sfintere che si trova nell’iride. Riesce ad eseguire la medesima cosa anche con il muscolo ciliare. Grazie all’atropina, si riesce a dilatare la pupilla e a rendere inerme l’accomodazione visiva. Quando la somministrazione avviene a livello locale, l’effetto è piuttosto importante. Infatti, può durare anche fino a sette-dodici giorni, dopodiché l’accomodazione rientra in parametri di normalità. Quando la somministrazione si verifica per via sistemica, allora gli effetti sono decisamente più lievi sulla pressione all’interno dell’occhio. L’unica eccezione è rappresentata da coloro che soffrono di glaucoma ad angolo acuto. In questi casi, infatti, la pressione oculare può incrementare in maniera vorticosa.
Il sistema gastrointestinale
Quando questa sostanza viene somministrata con un dosaggio terapeutico, è in grado di svolgere un’ottima azione antispastica. Infatti, va ad inibire la motilità dello stomaco, ma anche del duodeno, dell’ileo e del digiuno. L’atropina va a ridurre il tono muscolare e anche la frequenza che caratterizza le onde peristaltiche. In questo modo vengono diffusi gli sfinteri, rendendo più semplice il percorso del chimo all’interno dell’intestino. Questo farmaco svolge un’attività antisecretoria andando ad inibire la funzione salivare. Per questa ragione, spesso comporta alcuni effetti collaterali come ad esempio xerostomia e difficoltà a deglutire.
Atropina e gli altri trattamenti
L’atropina viene impiegata anche per la cura dell’avvelenamento da esteri organofosforici, così come da funghi. Inoltre, può essere utile anche per il trattamento del sovradosaggio da parasimpaticomimetici. Quando viene usata insieme con la prometazina e altri vari farmaci atropinici, è in grado di svolgere un’attività sedativa e antispastica. Per questo motivo viene utilizzato per la cura di fastidi intestinali, crampi digestivi, tensione nervosa e problematiche legate al sonno. Inizialmente veniva spesso usata per la cura del tremore e di altri problemi correlati al morbo di Parkinson. Inoltre, veniva sfruttata per la cura dei sintomi della rinite acuta, come unguento per il trattamento di reumatismi a livello muscolare.
Quali sono le principali precauzioni da rispettare
![Quali sono le principali controindicazioni](https://medicionline.it/wp-content/uploads/2020/05/Atropina-principali-precauzioni-1024x683.jpg)
Questa sostanza è in grado di comportare sonnolenza, così come una visione offuscata ed anche capogiri. Ecco spiegato il motivo per cui chi segue un trattamento a base di atropina deve prestare la massima attenzione nel mettersi alla guida. Stesso discorso vale anche per chi deve eseguire operazioni, soprattutto lavorative, particolarmente delicate o che richiedono la massima concentrazione. Particolare prudenza deve essere impiegata quando il paziente soffre di patologie epatiche e renali, glaucoma e neuropatia autonomica. Al tempo stesso, va fatta attenzione anche con l’ipertiroidismo, le patologie coronariche, come l’aritmia cardiaca, la tachicardia e l’ipertensione. Particolare precauzione va posta anche nei neonati, nelle persone che soffrono della sindrome di Down e di asma.
Nel caso in cui si assumano dei quantitativi eccessivi di atropina rispetto a quelli che sono stati prescritti c’è il rischio di andare incontro a tanti problemi. Ad esempio, sono vari i sintomi che possono colpire il paziente. Si parte dalla secchezza della bocca, fino ad arrivare alla disfagia, passando per la distensione addominale e la nausea. Spesso insorge un’importante debolezza muscolare che può sfociare anche in paralisi nei casi di maggiore gravità.
L’atropina solfato
L’atropina solfato non è altro che il solfato dell’alcaloide atropina che si trova all’interno delle foglie, nonché nelle radici e nei semi dell’Atropa belladonna. L’atropina solfato si caratterizza per essere un vero e proprio bloccante dei recettori muscarinici. Per quanto riguarda l’impiego oftalmico, sull’occhio riesce a bloccare le risposte del muscolo sfintere che si trova all’interno dell’iride. Svolge la medesima azione anche sul muscolo ciliare del cristallino alla stimolazione colinergica. Di conseguenza, porta alla dilatazione della pupilla, nonché alla paralisi dell’accomodazione. Questo farmaco presenta tipicamente un basso effetto a dispetto della pressione endoculare. Bisogna prestare, però, la massima attenzione in tutti quei soggetti che soffrono di glaucoma ad angolo chiuso. In questi ultimi, infatti, la pressione può aumentare a tal punto da toccare soglie davvero molto pericolose. L’atropina solfato si può sfruttare per un uso ciclopegico, midratico e anche nei bambini, ma solo con microdosaggi per rendere più lenta la progressione della miopia.
L’impiego midriatico dell’atropina
In seguito all’uso locale, la dilatazione della pupilla è indotta incirca 30-60 minuti e rimane per poco più di una settimana. Nelle persone adulte, con uno scopo oftalmico e midriatico, l’atropina solfato viene utilizzata applicando 1-2 gocce di una soluzione da 0,5-1% all’interno del sacco congiuntivale. Per quanto riguarda i dosaggi, serve solamente un’applicazione quando viene impiegato come midriatico. In caso di uveite, invece, si consigliano tre applicazioni al giorno. Per quanto riguarda i bambini, invece, devono essere applicate 1 goccia oppure 0,3 cm di unguento di varie concentrazioni in relazione non solo all’età, ma anche alla colorazione dell’iride.
Quali sono i possibili effetti collaterali dopo l’uso midriatico
Gli effetti dell’atropina per la cura degli occhi sono diversi chiaramente da persona a persona. Nella maggior parte dei casi, però, sono state osservate reazioni come visione offuscata e oscurata, ma anche intensa fotofobia. Nel primo caso, tale problematica può comportare spesso l’impossibilità di mettersi alla guida, soprattutto per via del fatto che può durare anche più di mezza giornata. Tra gli altri effetti troviamo una notevole intolleranza rispetto alla luce del sole. Ecco spiegato il motivo per cui si consiglia, fino a quando l’effetto non è terminato, di sfruttare occhiali scuri oppure rimanere in ambienti all’ombra. Tra le altre possibili conseguenze, infine, troviamo secchezza delle fauci, vertigini, arrossamenti del viso e sonnolenza.
Uso dell’atropina nei bambini
Viene somministrata prima dell’intubazione per minimizzare la bradicardia e ridurre le secrezioni bronchiali e salivari. Si tratta di una pre-medicazione per intubazione rapida neonatale o pediatrica che include, tipicamente, un sedativo (come la morfina, per esempio), un bloccante neuromuscolare a breve durata (succinilcolina) e un vagolite (atropina). Le linee guida per l’intubazione pediatrica raccomandano la somministrazione di atropina con una dose di 0,2 mg/kg.
Nonostante tali indicazioni che presentano linee guida ben definite per una procedura standard, la comunità scientifica riconosce comunque la mancanza di prove che supportano l’efficacia dell’atropina in questo specifico contesto.
Effetti collaterali
La maggior parte degli effetti collaterali dell’atropina sono direttamente correlati alla sua azione antimuscarinica. Alcune condizioni come secchezza della bocca, vista offuscata, fotofobia e tachicardia si verificano comunemente con la somministrazione cronica di dosi terapeutiche.
A volte è possibile osservare fenomeni di intolleranza al caldo o una compromessa regolazione della temperatura nelle persone che vivono in un ambiente caldo. Nei soggetti anziani possono verificarsi condizioni di costipazione. In rari casi sono state osservate occasionali reazioni di ipersensibilità, in particolare eruzioni cutanee che in alcuni casi hanno portato a dei veri e propri rush.
Gli effetti indesiderati da iniezioni singole o ripetute di atropina sono spesso il risultato di un dosaggio eccessivo. I sintomi sono:
- palpitazioni
- pupille dilatate
- difficoltà a deglutire
- pelle calda e secca
- senso di sete
- vertigini
- irrequietezza
- tremori
- senso di stanchezza
- atassia.
Nei casi più gravi, dovuti a un dosaggio molto superiore alla norma, si parla di allucinazioni, delirio e coma. Depressione e crollo del sistema circolatorio si verificano solo con un’intossicazione grave. In questi casi, la pressione sanguigna diminuisce con conseguente morte a causa di un’insufficienza respiratoria, a volte successiva alla paralisi e al coma.