Tanto che, in fin dei conti, la maggior parte delle persone ha occasionali aritmie cardiache nel corso della propria vita, ovvero sperimenta un’interruzione del normale sistema elettrico del cuore, che regola la frequenza cardiaca e il ritmo cardiaco.
D’altronde, è ben noto che la gravità delle aritmie cardiache può variare enormemente, e che fortunatamente, la maggior parte delle aritmie sono completamente benigne e insignificanti, mentre solo poche sono estremamente pericolose e potenzialmente letali. E molte di esse, anche se non particolarmente pericolose, producono sintomi che possono essere dirompenti per la propria vita.
Ci sono molti tipi di aritmie cardiache e, per trattare un’aritmia in modo appropriato, è importante per il medico capire quale sia il tipo specifico di attribuzione al paziente.
Sinteticamente, comunque, le aritmie possono essere classificate in tre tipi generali, ovvero:
- battiti cardiaci extra: conosciuta anche come battiti cardiaci prematuri, questa aritmia è determinata quando avvengono dei battiti extra negli atri del proprio cuore (complessi atriali prematuri) o nei ventricoli del cuore (complessi ventricolari prematuri). I PAC e i PVC sono generalmente benigni, ma possono produrre palpitazioni significative che alcune persone trovano molto fastidiose o preoccupanti;
- bradicardia: si tratta di aritmie che rendono la frequenza cardiaca molto lenta. Sebbene “ufficialmente” la bradicardia sia definita come una frequenza cardiaca a riposo di meno di 60 battiti al minuto, nella pratica il ritmo può essere notevolmente divergente a seconda dell’età della persona. La bradicardia non è considerata un problema a meno che non stia causando sintomi, o indica un problema serio con il sistema elettrico del cuore. Ci sono due cause generali di bradicardia, tra cui la bradicardia del seno, che è causata da un disturbo del nodo del seno, e il blocco cardiaco, che è la varietà più pericolosa di bradicardia, verificatasi quando alcuni o tutti gli impulsi elettrici generati dal nodo del seno sono bloccati prima che raggiungano i ventricoli;
- tachicardia: è un’aritmia che rende la frequenza cardiaca troppo veloce, definibile come una frequenza cardiaca a riposo di oltre 100 battiti al minuto. Esistono due categorie generali di tachicardia, tra cui la tachicardia sopraventricolare (SVT), in cui l’attività elettrica anormale che produce l’aritmia si verifica negli atri o coinvolge gli atri, e la tachicardia ventricolare (VT) e la fibrillazione ventricolare (VF), più pericolose.
Sintomi
Molte aritmie non causano alcun sintomo, e quindi potreste non essere in grado di saperne di averne una fino a quando il medico non lo comunica. Avere i sintomi di aritmia non significa però, necessariamente, essere in pericolo poiché, come abbiamo rammentato, solo poche tipologie di aritmie sono pregiudizievoli per la propria salute.
Per quanto concerne i sintomi delle aritmie cardiache, qualora avvertiti i principali sono:
- palpitazioni;
- vertigini;
- sincope (svenimento);
- arresto cardiaco.
A seconda del tipo e della gravità dell’aritmia, si possono altresì notare sintomi come sudorazione, battiti svolazzanti, notare battiti cardiaci extra, sensazione di rallentamento del battito cardiaco, dolore al petto o mancanza di respiro.
Cause
Ci sono molte cause potenziali di aritmie cardiache, tra cui:
- un attacco di cuore;
- segno nel cuore per un precedente attacco di cuore;
- malattia cardiaca;
- fumo;
- abuso di droghe;
- esposizione a troppo alcool o caffeina;
- genetica;
- alta pressione sanguigna;
- arterie bloccate;
- diabete;
- disturbi tiroidei, compresi ipotiroidismo e ipertiroidismo;
- stress;
- alcuni farmaci e integratori, su prescrizione medica o da banco.
Diagnosi
La corretta diagnosi di un’aritmia cardiaca richiede generalmente la registrazione su un elettrocardiogramma (ECG) o altri test di monitoraggio cardiaco, insieme a un esame fisico e a una storia medica completa.
Se il medico non trova un’aritmia con un test di monitoraggio cardiaco, può utilizzare un test da sforzo, un test sul tavolo inclinabile o fare uno studio elettrofisiologico.
Trattamento
Così come ci sono molti tipi di problemi di ritmo cardiaco, sono disponibili diverse opzioni di trattamento. Decidere quale trattamento utilizzare per quale aritmia può essere impegnativo anche per i cardiologi. Le opzioni più comuni per il trattamento delle aritmie cardiache includono comunque:
- terapia farmacologica antiaritmica;
- pacemaker;
- defibrillatori impiantabili;
- procedure di ablazione.
Ricordiamo comunque che la maggior parte delle aritmie cardiache non sono motivo di preoccupazione, anche se causano sintomi. Se ad ogni modo si avvertono i sintomi di un’aritmia cardiaca, è pur sempre fondamentale consultare il proprio medico… senza farsi prendere dal panico.
Bibliografie
- Diagnosi e terapia elettrica delle aritmie cardiache. Manuale per infermieri e tecnici di cardiologia. Massimo Santini, Renato P. Ricci; Ed. Centro Scientifico; 2008
- Dall’elettrocardiogramma alla diagnosi percorsi deduttivi in cardiologia. DELISE P. ; Ed. CESI; 2014
- Critical Cases in Electrocardiography. Steven R. Lowenstein; Ed. Cambridge University Press; 2018
- Daniele Bracchetti, Guadagna RF, Calmieri M, Le aritmie cardiache clinica, terapia medica e invasiva terza edizione, Padova, Piccin, 1999, ISBN 88-299-1378-2.
- Marcello Costantini, L’eletrocardiogramma dalle basi fisiologiche alla facile interpretazione seconda edizione, Milano, McGraw-Hill, 2006, ISBN 978-88-386-1669-3.
- Dale Dubin, rapida interpretazione dell’ECG 44a ristampa, Roma, Marrapese editore, 1998, ISBN 0-912912-01-4.
Voci correlate