Quando si pensa all’aragosta, si pensa al suo carapace esterno, una corazza resistente che… non è però la parte più eccezionale del corpo di questi crostacei! Gli ingegneri del MIT hanno infatti scoperto che nella membrana che ricopre il sottocoda di questi animali, c’è un materiale talmente resistente a tagli e abrasione, ma contemporaneamente molto flessibile, simile a quella che potrebbe trovarsi nelle gomme dei pneumatici. Una particolare protezione che consente alle aragoste di non graffiarsi la pancia contro le parti più ruvide dei fondali, e di resistere ai morsi dei predatori. Ma da che cosa è composto questo materiale?
Per gli scienziati, la membrana è composta per il 90% da acqua, e per il resto da chitina. Caratteristiche che potrebbero rendere questa membrana l’idrogel più resistente tra quelli mai scoperti in natura, con un livello di affidabilità che – appunto – si avvicina a quella delle gomme industriali che sono utilizzate per i pneumatici.

Pubblicati sulla rivista Acta Materialia, i risultati suggeriscono che questo materiale potrebbe presto ispirare la realizzazione di esoscheletri da impiegare in ambito medico o militare. I test meccanici hanno infatti rivelato che l’idrogel inizialmente si lascia tirare con facilità, fino a raggiungere due volte la lunghezza iniziale, ma a quel punto si irrigidisce e diventa sempre più resistente.
I test di resistenza hanno dunque concluso che la membrana risponde ai graffi in maniera migliore della maggior parte delle gomme conosciute. Forse è per questo che le aragoste sono sulla Terra da oltre 100 milioni di anni?