Un paramento molto importante da conoscere è il residuo fisso, che riguarda la scelta dell’acqua da bere. L’argomento è abbastanza attuale visto che si sente parlare molto spesso di residuo fisso delle acqua minerali. Ma cosa cos’è? Il residuo fisso indica la quantità di sali minerali disciolti in un litro di acqua. Su quest’ultima abbiamo la classificazione di 4 principali tipologie di acqua minerale presenti sul mercato. Per fare chiarezza ecco le spiegazioni degli esperti della Fondazione Umberto Veronesi.
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Come scegliere l’acqua minerale
In ambito tecnico il residuo fisso è una misura di laboratorio che indica il contenuto dei sali minerali che sono disciolti nell’acqua dopo l’evaporazione di un litro di acqua a 180 gradi. Il tutto è riportato sull’etichetta della bottiglia.
L’acqua più leggera è quella minimamente mineralizzata, ovvero quella che contiene il minor quantitativo di sali disciolti in assoluto. Il valore di leggerezza non è una qualità ma semplicemente una caratteristica. Il residuo fisso non deve essere superiore a 50 mg/litro. Poi abbiamo l’acqua oligominerale o leggermente mineralizzata che ha un residuo fisso inferiore a 500 mg/litro. L’acqua medio-minerale ha un residuo fisso che varia tra 500 e 1.500 mg/litro. Infine, abbiamo l’acqua particolarmente ricca di sali che ha un residuo fisso superiore a 1.500 mg/litro. Quest’ultimo tipo può avere delle caratteristiche terapeutiche, dunque si consiglia l’assunzione sotto controllo di un medico. Di solito infatti, si acquista direttamente in farmacia o centri termali. Non è detto che non possiamo trovarla anche in alcuni supermercati.
Come comportarsi con i bambini
Secondo il parare di alcuni esperti, l’acqua minerale con un residuo fisso troppo alto potrebbe far male alla salute. Gli specialisti della Fondazione Veronesi fanno però chiarezza sulla questione: “In Italia il residuo fisso è considerato un tabù, quindi negativo (…) Parliamo dei sali minerali disciolti in un litro d’acqua, non di sostanze dannose alla salute. Un’acqua con alto residuo fisso sarà più ricca di sali minerali di un’acqua con basso residuo fisso. Sarà il medico a consigliare la più idonea a ciascuna persona”.
Siete delle neo mamme e state svezzando il vostro bambino? Volete sapere qual è l’acqua più indicata per preparare le pappe o il latte? A questa domanda rispondono sempre gli esperti: “I bambini, nei primi mesi di vita, devono essere nutriti con l’acqua “minerale”, perché, per legge, siamo sicuri che sia microbiologicamente pura, proveniente da sorgenti indenni da inquinamento e con una quantità di minerali e oligoelementi rigorosamente “sotto controllo”. Infatti, l’acqua utilizzata per diluire il latte artificiale deve contenere pochi minerali (soprattutto sodio, potassio e cloro) per evitare un eccessivo lavoro dei reni. Scegliamo quindi un’acqua minimamente mineralizzata o oligo-minerale con un residuo fisso non superiore ai 150 mg per litro. Queste acque si trovano facilmente in commercio e recano sulle etichette le indicazioni utili per orientare correttamente la mamma nell’acquisto”.