L’acidosi metabolica è una condizione del corpo umano in cui il bicarbonato ha basse concentrazioni, mentre aumenta il gap anionico. Questa condizione viene spesso causata dall’accumulo di acidi nell’organismo. Questi possono essere endogeni o proveniente dall’ambiente esterno.
La riduzione della concentrazione dei bicarbonatici nel sangue porta all’acidosi, quando il Ph nel sistema ematico scende sotto il 7,35. In medicina viene descritta anche l’acidosi respiratoria, che però riguarda i meccanismi di espulsione dell’anidrite carbonica.
In sostanza si ha quindi un disequilibrio degli acido-basico che causa la malattia.
I tre meccanismi dell’acidosi metabolica
Quando si soffre di acidosi metabolica possiamo avere tre diversi sviluppi della condizione clinica. L’evoluzione della malattia prevede che gli acidi non volatili si accumulino, determinando l’abbassamento degli alcali non volatili. Tra questi c’è appunto il bicarbonato. La conseguenza è la limitazione della funzionalità dei reni nell’eliminazione degli acidi.
Da qui si ha l’acidosi metabolica, e l’abbassamento dei livelli del Ph sanguigno.
Un’ulteriore differenziazione viene fatta da taluni ricercatori in acidemia e acidosi. La seconda è una precondizione della prima. Nella seconda infatti, i livelli del Ph sanguigno sono ancora nella normalità.
I due gap anionici
Nell’acidosi distinguiamo due diversi gap anionici. Per comprendere bene questa definizione, bisogna precisare cosa si intende per gap anionico. Questo misura i fosfati, i solfati e le proteine nel plasma, che vengono generalmente chiamati anioni. Da qui la terminologia.
Grazie a questa misurazione è possibile stabilire quel è la causa che ha determinato la malattia. Potremo infatti sapere se si tratta di un accumulo interno di acidi, o di un’immissione dall’ambiente, oppure di un abbassamento dei livelli del bicarbonato.
Nella seconda causa, il cloruro va a rimpiazzare il bicarbonato perso.
Le due classificazioni di acidosi metabolica dunque, sono dovute o all’abbassamento del bicarbonato, o all’accumulo di acidi. Nel primo caso il gap anionico risulterà normale, nel secondo aumentato.
Dopo la misurazione potremo quindi sapere anche l’origine della malattia e stabilire una terapia. Quando si perdono i bicarbonati, il problema risiede nei reni. La perdita avviene generalmente qui, a causa di una malattia cronica dell’organo. Si tratta di acidosi tubulare renale.
Meno comunemente, la perdita avviene in altre sedi del corpo umano, per esempio a causa di diarree protratte nel lungo periodo. In questo caso si parla di perdita extrarenale.
Quando la causa è l’accumulo di acidi, con gap ionico aumentato, una delle cause potrebbe essere un lungo digiuno. Oppure l’acido piroglutammico, quello lattico o conseguenze del diabete. Tutte queste cause sono interne all’organismo.
Le cause esterne invece potrebbero essere un eccessivo consumo di alcol, o altri derivati simili, magari contenuti in cosmetici o in altre sostanze.
Cause che possono determinare la malattia
Tra le cause che possono determinare la malattia, vi è anche lo stile di vita. In questo caso, la nutrizione del XX° secolo ha radicalmente cambiato il tipo di alimenti che ingeriamo. Molto spesso questi cibi sono ricchi di acidi e poveri di sostanze alcaline. Si mangia sempre più carne e latticini, e meno verdure e frutta. Anche il tabacco e i medicinali abbondanti influiscono sui valori acido-basici, portando uno squilibrio.
Il corpo deve quindi reagire allo squilibrio, soprattutto se creato nel sangue. Inizia dunque ad eliminare gli acidi attraverso la minzione. Aumenta il consumo dei citrati contenuti nelle verdure e nella frutta. Per questo è importante aumentarne il consumo. I citrati sono elementi alcalini, che servono a bilanciare gli acidi.
Oggi è possibile comunque assumere citrati attraverso degli integratori. Un eccesso di grassi nel sangue inoltre, è spesso causa di altre malattie. Aumentano i rischi di insorgenza per la gotta e le artriti. Altre malattie derivanti possono essere quelle ossee, come l’osteoporosi.
I sintomi dell’acidosi
L’acidosi presenta spesso dei sintomi, che seppur comuni, possono facilitare la sua diagnosi. Chi ha l’acidosi può presentare anche anoressia, alitosi, aritmia, problemi respiratori, dolori agli arti e ai muscoli. Anche problemi gastrointestinali, oppure disturbi psico-fisici.
La sintomatologia è diretta conseguenza della causa. Un’acidosi appena iniziata spesso non presenta sintomi. Con l’andar del tempo, i sintomi si evidenziano. Con il peggioramento della malattia, è più facile presentare problemi gastrointestinali, cefalee e problemi muscolari.
I casi gravi vanno invece a colpire il cuore e l’apparato circolatorio. Infine può sopraggiungere il coma. Quando la patologia diventa cronica, allora sono le ossa ad essere maggiormente colpite.
Risolvere il problema
Per risolvere i casi di acidosi è fondamentale un regime alimentare equilibrato, che introduca nell’organismo la frutta e la verdura, e riduca tutti gli alimenti acidi, come carne, latticini, bevande gassate e altro.
Chiaramente, il cambio di alimentazione può risolvere i casi di acidosi leggera, mentre per i casi più gravi si deve ricorrere alle terapie mediche. Una di queste è la somministrazione per endovena di soluzioni alcaline, che possano bilanciare gli acidi in eccesso.