Gli anziani sono sicuramente la categoria di persone più colpita dalla pandemia da Covid19. Sono coloro i quali registrano i maggiori tassi di ricovero e di mortalità, ma sono anche coloro che più soffrono la condizione di solitudine data dal non poter abbracciare i propri cari o dal non poter anche solo incontrare vicini di casa, amici e conoscenti. Ed è proprio su questo aspetto, forse un po’ troppo sottovalutato, che il Congresso nazionale della Società italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) ha deciso di porre l’attenzione.
Uno studio condotto su 60 pazienti anziani affetti da Covid19, e ricoverati in un reparto di media-bassa intensità, e quindi fuori dai reparti di terapia intensiva e sub-intensiva, ha rivelato che il 22% del campione rischia di rimanere seriamente isolato anche solo per il fatto di non avere un telefono cellulare con cui poter dialogare con la propria sfera di influenza.
La ricerca però ci parla anche di un divario di genere, perché le donne anziane tendenzialmente possiedono un cellulare nel 10% dei casi in meno rispetto agli uomini. Il 16% degli anziani, inoltre, non è in grado di utilizzare queste tecnologie senza l’ausilio di qualcuno più esperto, e tutto ciò si ripercuote sotto forma di pochissimi contatti con l’esterno. Da qui, il rischio di “ripercussioni negative sul decorso della malattia”.
Cosa fare allora per evitare che la mancanza di tecnologia possa portare all’isolamento sociale e, di riflesso, ad un peggioramento delle condizioni di salute negli anziani affetti da Covid19? Una soluzione, tra le varie, potrebbe essere la messa a disposizione per questi pazienti di un tablet che li metta in comunicazione diretta quanto meno con i parenti. Obiettivo che naturalmente potrà essere raggiunto solo con il supporto di personale apposito.