Anche se tanto è stato fatto per cercare di scongiurare un drammatico propagarsi di quello che fino a non troppi anni fa era stato ribattezzato come il “male del secolo”, ancora tanto rimane da compiere per cercare di debellare l’HIV (Human Immunodeficiency Virus), il virus immunodeficienza umana, responsabile della sindrome da deficienza acquisita (AIDS).
Cerchiamo di proporvi 10 cose che dovrebbero rappresentare altrettanti validi spunti di riflessione.
Quasi 1 studente su 10 non conosce l’AIDS
Quasi il 10% degli studenti – su un campione italiano di 6.000 alunni – afferma di non conoscere l’AIDS e di non avere mai sentito parlare di tale sindrome.
3 studenti su 10 sono convinti che si trasmetta con il bacio
Oltre a quanto sopra, è ancora più incredibile pensare come circa il 30% degli studenti consultati sia convinto che l’HIV possa essere trasmesso anche con un semplice bacio. A proposito di informazioni errate sulla possibilità di prevenire la trasmissione, il 40% degli studenti dichiara che la pillola anticoncezionale sarebbe uno strumento di protezione efficace, come se si trattasse di un preservativo.
Ogni anno ci sono 3.800 nuovi casi in Italia
Nel corso del 2013 le nuove diagnosi di HIV in Italia sono state 3.806, con un’età media di 39 anni per gli uomini e di 36 anni per le donne. Un’età sempre più avanzata, così come avanzata è – purtroppo – la fase di diffusione dell’influenza del virus una volta che si è formalizzata la diagnosi stessa.
Colpisce di più gli uomini
Le persone che hanno scoperto positive all’HIV nel corso del 2013 sono state maschi nel 72,2% dei casi. L’incidenza è stata piuttosto alta tra i 25 e i 29 anni, anche se l’età media si sta gradualmente spostando verso i 40.
Si trasmette soprattutto per rapporti non protetti
Secondo le ultime statistiche, le nuove diagnosi di HIV attribuibili a rapporti sessuali non protetti costituiscono l’83,9% di tutte le segnalazioni.
Poche persone fanno controlli periodici
Quasi nessuno scopre di essere positivo all’HIV perchè si è sottoposto a controlli periodici. Il 41,9% delle diagnosi è infatti relativa al test HIV per la presenza di sintomi correlati, mentre il 27,6% ha scelto di effettuare il test dopo aver fruito di comportamenti a rischio. Il 15,1% dichiara invece di aver effettuato il test HIV perchè ha dovuto affrontare i controlli specialistici legati alla riproduzione.
Si può convivere tranquillamente con un familiare con l’HIV
Avere in famiglia un membro con l’HIV non deve creare particolari preoccupazioni, a patto di rispettare le principali norme comuni igieniche: non utilizzare oggetti che possono entrare in contatto con il sangue (come gli spazzolini da denti) e oggetti taglienti (come rasoi e forbici).
Anche il sesso orale può trasmettere l’HIV
Sebbene inferiore al rapporto di penetrazione vaginale e anale, anche il sesso orale (fellatio e cunnilingus) può essere strumento di trasmissione del virus.
Può essere trasmesso da madre a figlio
Il virus può essere trasmesso dalla madre al figlio durante la gravidanza, al momento del parto, durante l’allattamento. La possibilità che il contagio avvenga è comunque fortemente ridotto se la madre si sottopone a idonea terapia.
HIV e sieropositività sono due cose diverse
Anche se i due termini vengono frequentemente confusi, l’HIV è una cosa, la sieropositività è un’altra, così come una persona che ha l’HIV non ha necessariamente l’AIDS. L’HIV è infatti un virus con cui è possibile convivere, mentre l’AIDS è una sindrome che si può (non necessariamente si deve) manifestare nelle persone con HIV.