La carenza di vitamina D è un problema di salute comune in tutto il mondo, in particolare tra le persone anziane. La vitamina D regola e modula la fisiologia e la funzione di molteplici sistemi umani, incluso il muscolo scheletrico. L’effetto della vitamina D sul muscolo è stato ampiamente studiato, suggerendo che questo ormone può stimolare la proliferazione e la differenziazione delle fibre muscolari scheletriche, mantenendo e migliorando la forza muscolare e le prestazioni fisiche. Le persone anziane hanno una maggiore prevalenza di bassi livelli di vitamina D come conseguenza del basso apporto dietetico e della ridotta irradiazione ultravioletta della pelle.
Pertanto, le persone anziane con carenza di vitamina D potrebbero essere a rischio di sarcopenia, una sindrome geriatrica caratterizzata dalla progressiva perdita di massa muscolare scheletrica e forza spesso complicata da eventi avversi, come cadute, ricovero per invalidità e morte. Sono stati condotti diversi studi clinici randomizzati per studiare l’effetto dell’integrazione orale di vitamina D nei pazienti anziani per prevenire o curare la sarcopenia, ma i risultati sono ancora controversi. In questa revisione narrativa riassumiamo le prove biologiche, cliniche ed epidemiologiche a sostegno dell’ipotesi di un’associazione causale tra carenza di vitamina D e un aumentato rischio di sarcopenia nelle persone anziane.
Il numero di individui di età pari o superiore a 65 anni dovrebbe più che raddoppiare dal 2012 al 2060. Il ruolo della vitamina D nella prevenzione e nel trattamento delle malattie associate all’invecchiamento non è stato ben studiato. Tradizionalmente, il ruolo della vitamina D si concentrava sul mantenimento della salute scheletrica nell’anziano. Con la scoperta dei recettori della vitamina D nei sistemi nervoso, cardiovascolare ed endocrino, il ruolo della vitamina D e il suo impatto su questi sistemi è diventata un’importante area di ricerca.
Gli anziani sono a rischio di bassi livelli di vitamina D a causa della diminuzione della sintesi cutanea e dell’assunzione alimentare di vitamina D. L’evidenza epidemiologica indica un’associazione tra bassi livelli di vitamina D e malattie associate all’invecchiamento come declino cognitivo, depressione, osteoporosi, malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete di tipo 2 e cancro. Sono in corso studi clinici per determinare il beneficio dell’integrazione di vitamina D nella prevenzione e nel trattamento di tali malattie. Questo documento mette in evidenza le prove attuali riguardanti il ruolo che la vitamina D può svolgere nelle malattie associate all’invecchiamento e affronta la necessità di studi randomizzati ben progettati per esaminare i suoi benefici sugli esiti di salute nell’anziano.
I fattori di rischio che contribuiscono alla carenza di vitamina D negli anziani includono un ridotto apporto nutrizionale di vitamina D, aumento dell’adiposità, diminuzione della sintesi cutanea di vitamina D e minor tempo trascorso all’aperto. Pertanto, è importante comprendere la relazione tra vitamina D e malattie croniche nell’anziano e se il trattamento della carenza di vitamina D può prevenire o migliorare questi disturbi.