Ci sono diversi trattamenti farmacologici che hanno come scopo quello di ritardare oppure di bloccare il travaglio prematuro: in poche parole tali medicinali vanno a “congelare” la situazione fino al momento in cui non avviene il ricovero in ospedale. Successivamente la madre viene sottoposta ad un altro trattamento farmacologico per rendere migliori le condizioni di salute del feto.
Quali sono i sintomi di parto prematuro
I sintomi che possono mettere in allarme per quanto riguarda un parto prematuro sono ben evidenti e non sono assolutamente difficili da riconoscere. Ci sono diversi segnali, ma quelli più importanti sono senz’altro il fatto di avere delle contrazioni a distanza di dieci minuti circa l’una dall’altra, delle perdite dalla vagina (che possono essere sia di liquido che di sangue), ma anche una certa pressione pelvica (ovvero la sensazione da parte della madre che il bambino stia cominciano a spingere per poter fuoriuscire), un mal di schiena che si intensifica in modo particolare nella zona lombare, dei crampi addominali particolarmente intensi, che ricordano molto quelli che si avvertono nel corso del ciclo mestruale e, infine, diarrea.
Cosa bisogna fare in caso di parto pretermine
La prima cosa da fare in caso di travaglio prematuro è quella di chiamare immediatamente il proprio medico curante oppure di farsi portare in pronto soccorso. Infatti, anche nel caso in cui la futura madre avverta solamente uno dei sintomi relativi al parto prematuro, è bene che ottenga un aiuto medico e professionale. Il medico, dal canto suo, può dare dei suggerimenti diversi tra loro. Nel caso in cui la situazione sia grave, infatti, può consigliare di andare immediatamente in pronto soccorso oppure di presentarsi al suo studio per eseguire un controllo, altrimenti può consigliare alla donna di mettersi a riposo assoluto e sdraiarsi sul lato sinistro, mantenendo tale posizione per almeno 60 minuti; infine, può suggerire di bere almeno due o tre bicchieri d’acqua ed evitare tutte quelle bevande gassate oppure con alto contenuto di caffeina o teina. Nel caso in cui i sintomi, però, non scompaiano nel giro di un’ora, oppure addirittura diventino ancora più gravi, allora bisogna recarsi immediatamente in pronto soccorso. Nel caso in cui, invece, i sintomi dovessero migliorare nel giro di sessanta minuti, allora si consiglia di passare a riposo tutto il resto della giornata.
Quali sono le principali tipologie di parto prematuro
Un parto pretermine si caratterizza per essere quello che si verifica quantomeno tre settimana prima della data che era stata fissata e prevista per la nascita del bambino. Dal punto di vista teorico, infatti, la durata di una gestazione tradizionale si aggira intorno alle 40 settimane. Di conseguenza, un parto può essere ritenuto prematuro nel caso in cui si verifichi tra la ventesima e la trentasettesima settimana.
I parti prematuri si possono classificare anche in base alla settimana in cui avvengono e, di conseguenza, alla gravità per cui si contraddistinguono. In primo luogo troviamo il parto prematuro tardivo, che si verifica nel caso in cui il bambino nasca tra la trentaquattresima e la trentasettesima settimana di gestazione. In secondo luogo troviamo il parto prematuro grave, che si verifica nel caso in cui il bambino nasca tra la venticinquesima e la trentatreesima settimana di gravidanza. Infine, vi è il parto prematuro estremo, la casistica peggiore e più grave, che si verifica nel momento in cui il bambino nasce ben prima rispetto alla venticinquesima settimana di gestazione. Infatti, il feto deve rimanere all’interno dell’utero fino alla fine della gestazione, in maniera tale che vi sia uno sviluppo corretto dei vari organi e anche per garantire un perfetto sviluppo dopo il parto. Di solito, in caso contrario, più il parto si verifica prima rispetto alla data prevista e più importanti saranno le complicazioni per il neonato.
Quali sono le caratteristiche dei bambini nati prematuramente
Tra i vari segni peculiari di chi nasce prima dell’epoca prevista per il parto presenta di solito una testa piuttosto grande, con un corpo invece meno che proporzionalmente ridotto; il viso presenta dei tratti acuti e poco rotondeggianti in confronto ad un bambino nato entro i termini previsti; la pelle risulta essere particolarmente delicata, sottile e trasparente, mentre gran parte del corpo è ricoperto da una peluria piuttosto sottile; il neonato, immediatamente dopo il parto, può soffrire di ipotensione, ma può anche incorrere in problemi respiratori e distress respiratorio e, infine, potrebbe non avere quelli che vengono chiamati riflessi neonatali, ovvero quei riflessi correlati alla suzione e alla deglutizione.
Cosa fare per ridurre al minimo i rischi di parto prematuro
Per fare in modo che i rischi connessi al travaglio prematuro si riducano al minimo possibile, è importante che la madre venga assistita nel corso dell’intera gravidanza da parte di un medico. I controlli devono essere svolti periodicamente, anche nel caso in cui non ci siano problemi di salute.
Nel caso in cui la gravidanza sia stata pianificata, allora è bene eseguire tutti i vari controlli anche prima di rimanere incinta. Si consiglia di smettere di fumare, se possibile già prima rispetto all’inizio della gravidanza, cercando di evitare anche il fumo passivo e di bere bevande alcoliche. Nel caso in cui non si riesca a smettere completamente, si consiglia quantomeno di limitare il più possibile il numero di sigarette quotidiane.
Lo stress dovrà essere gestito nel migliore dei modi, cercando di ridurlo il più possibile, chiedere sempre consiglio al proprio medico su qualsiasi medicinale si voglia assumere, così come informarlo nel caso in cui si avverta dolore nel corso della minzione, dal momento che potrebbe essere in atto un’infezione. Conoscere e saper individuare i segnali relativi al travaglio prematuro è molto importante, in maniera tale che si possa intervenire fin nell’immediato per prestare tutte le cure del caso.