Tutti gli esperti in alimentazione ci consigliano sempre di mangiare tanta frutta e verdura. Questo perché sono ricchi di fibre e di altre sostanze essenziali al corpo. Ci aiutano in pratica a restare in salute e a vivere meglio. Ciò che spesso ci dimentichiamo però è che quasi il 70% della frutta che compriamo in Italia contiene dei residui di pesticidi pericolosi per l’organismo umano. Alcune tipologie di frutta sono più contaminate rispetto ad altre, proprio come dice “Stop Pesticidi” di Legambiente.
Se da una parte mangiare la frutta fa bene e assumiamo una grande quantità di vitamine, dall’altra andiamo anche ad assumere pesticidi, sostanze attive che hanno degli effetti dannosi sulla nostra salute. Sono tanti i pesticidi trovati durante un’analisi condotta su ben 5.835 alimenti vegetali provenienti tanto dall’Italia quanto dall’estero. Venivano cercati residui di prodotti fitosanitari.
Sono stati rintracciati questi prodotti fitosanitari su quasi la metà degli alimenti analizzati, in particolar modo sulla frutta. Quasi il 70% conteneva pesticidi, anche se la maggior parte nelle quantità consentite. Solo l’1.2% della frutta era irregolare. Dall’altra parte però si parla di quasi metà della frutta con più di una sostanza chimica.
L’Environmental Working Group (EWG) ha stilato anche quest’anno la classifica della frutta più contaminata. Vediamola insieme:
- Uva: 89,2%
- Pere: 85,9%
- Pesche: 83,5%
- Fragole: 78,7%
- Mele: 75,9%
Questi frutti sono quelli con più multiresidui e alcuni di questi campioni avevano ben 11 residui contemporaneamente. Non sono ovviamente gli unici frutti contaminati, però come vediamo sono quelli tra i più consumati. Vediamo adesso un po’ più nel dettaglio i primi tre.
Per quanto riguarda l’uva, sono stati analizzati 194 campioni. Di questi lo 0,5% era irregolare. Il 77% degli altri campioni invece presentava un multiresiduo, considerato però ugualmente regolare. Il 10,3% invece, non aveva fitofarmaci. Sono stati individuati 51 principi attivi differenti tra cui Boscalid, Dimethomorph, Penconazole e Metrafenone.
Per quanto riguarda le mele, sono stati analizzati 278 campioni con un 1,8% irregolare. Il 22,3% invece è regolare e senza residui. Tutto il resto delle mele analizzate contenevano almeno un residuo di pesticidi. Ne hanno rintracciati 28, tra cui: Boscalid, Dodine, Fludioxonil, Etofenoprox e Captan. Si tratta di fungicidi e insetticidi.
Infine per quanto riguarda le pere sono stati messi in analisi ben 163 campioni. 29 i principi attivi individuati e circa l’85,9% ne presentava almeno uno. I principali presenti erano: Boscalid, Acetamiprid, Tebuconazole, Captan e Pyraclostrobin.