Sei un amante dei cibi piccanti? Ti invitiamo a prestare molta attenzione alle controindicazioni riguardanti i medesimi. I cibi piccanti infatti, non sono cibi qualsiasi, al contrario presentano nella propria composizione chimica delle molecole particolari. Queste ultime interagiscono con i tessuti, sia dal punto di vista chimico che fisico. Sono tutte quelle molecole innestanti la percezione del gusto piccante. Scopriamo insieme quali sono le controindicazione e gli effetti.
Le controindicazioni del cibo piccante
Le molecole innestanti la percezione del gusto piccante si trovano in diversi alimenti e sono tantissime. Abbiamo ad esempio la capsaicina,una sostanza contenuta nel peperoncino, ma non solo. Abbiamo la molecola di gingerolo, contenuta nello zafferano, la piperina e la cavaicina contenute nelle varietà di pepe. Ancora abbiamo l’allicina per vegetali quali aglio, scalogno, cipolla, ed altri. Infine, l’isotiocianato, una molecola contenuta nella composizione del wasabi, la salsa verde piccante tipica del Giappone, così come nei semi di senape e nel rafano.
Il cibo piccante può avere diverse controindicazioni, non tutti possono consumarlo senza preoccuparsi. Fra le reazioni abbiamo quelle dirette e quelle indirette. Le reazione dirette sono quelle aventi come oggetto direttamente i tessuti, mentre quelle indirette derivano dall’interazione con il sistema nervoso. Un esempio, su queste ultime, può essere dato dalla sensazione di calore in seguito all’ingestione di peperoncino, e dunque capsaicina. La conseguenza è un’eccessiva sudorazione, che potrebbe anche rivelarsi inopportuna in relazione alle condizione climatiche presenti e quindi causare forte disagio.
Tra le reazioni dirette abbiamo la diminuzione di sensibilità gustativa, irritazione delle mucose del tratto digerente, manifestazione acuta di compromissioni del tratto emorroidale già presente, percezione di forte bruciare per lesioni come ulcere e ragadi e infine, irritazione della prostata maschile.
Gli effetti del cibo piccante
C’è da fare un’annotazione per quanto riguarda la riduzione della sensibilità gustativa: questo accade perché determinate molecole, e in particolare la capsaicina del peperoncino, possono arrecare danni alle terminazioni dei recettori del gusto. La verità è che più si danneggiano, più di perderà in termini di sensibilità gustativa, e si crea anche l’effetto di assuefazione al piccante. Questo induce inevitabilmente a consumare più sale, grassi, zuccheri, proprio perché il gusto viene percepito di meno.
Possiamo dire però, che si tratta di una perdita della sensibilità che non è per forza definitiva, ma reversibile. Quindi, il gusto si può recuperare facilmente tornando a delle abitudini alimentari corrette. C’è anche un’annotazione da riportare per quanto riguarda l’irritazione delle mucose nel tratto digerente. Si tratta della formazione di gastriti e di un aggravamento per chi già soffre di colon irritabile. Chi ama e consuma il peperoncino, è soggetto ad acidità di stomaco e a reflusso gastro-esofageo.
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