L’allattamento materno assicurava al piccolo una buona alimentazione e mezzi per difendersi da malattie a quei tempi non facilmente curabili.
Al giorno d’oggi le mamme, dopo un breve periodo di allattamento al seno, passano a quello misto e poi all’artificiale.
La prolattina è l’ormone materno responsabile della produzione di latte. Quando il neonato viene attaccato al seno, a livello cerebrale si induce la produzione di questo ormone, favorendo così la formazione del latte.
Alcune donne però, dopo un paio di settimane vedono diminuire la montata lattea. Le cause che portano alla diminuzione nella produzione del latte sono diverse. Lo stress post partum, il ritorno al lavoro, la presenza in casa di altri bimbi cui tener dietro, pochi supporti ed aiuti alla neomamma fanno sì che, non essendo un elemento indispensabile per il benessere generale, l’organismo della domma-mamma inizia a non produrre più latte o almeno, a produrne poco.
L’importanza della pesata
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Se il neonato non cresce almeno di 120 grammi a settimana, il pediatra opterà per l’aggiunta di latte artificiale a quello materno dando così il via all’allattamento misto.
Molti consultori forniscono il servizio di consulenza alle madri, soprattutto alle primipare che portano il proprio bimbo una volta a settimana per pesarlo e valutare insieme all’ostetrica l’aumento del peso.
Durante i primi tre mesi di vita un neonato dovrebbe aumentare di 120/250 grammi a settimana.
La pesata quindi è importante per assicurare al nuovo nato un accrescimento regolare. Se così non fosse, il pediatra indicherà alla madre quanto latte aggiungere alla poppata.
L’allattamento misto può diventare un’altra fonte di stress per la giovane madre che, invece di attaccare di più il figlio al seno, stimolando la produzione di prolattina, diminuirà il numero delle poppate naturali così che anche il latte materno subirà un calo ulteriore.
Non è facile procedere con l’allattamento misto in quanto è necessario ricorrere alla doppia pesata: prima di attaccarlo al seno e dopo in modo da vedere quanto latte materno ha assunto e incrementarlo con quello artificiale indicato dal pediatra. Se consideriamo che nei primi mesi di vita un neonato mangia circa ogni 4 ore, diventa difficile pesarlo, allattarlo, di nuovo pesarlo per andare in cucina e preparare il biberon con l’aggiunta e infine procedere al cambio pannolino e cercare di farlo riaddormentare prima della successiva poppata.
L’abbandono definitivo della poppata naturale
Stando così la situazione, molte donne decidono per comodità ma anche per una oggettiva difficoltà, di passare in breve tempo al latte artificiale. Il biberon dà una maggior tranquillità alla madre che sa esattamente quanto latte il piccolo ha bevuto e inoltre, le permette anche di delegare la poppata ad un’altra persona che può essere la nonna o il padre del bimbo per potersi riposare o fare una passeggiata e concedersi un momento di relax.
L’importante è ricordarsi che non ci si deve sentire delle madri “cattive” per aver scelto il latte artificiale invece di perseverare con l’allattamento al seno perché è sempre meglio che un bimbo riceva da una mamma felice un biberon di latte piuttosto che il seno da una madre stressata e stanca.