L’acido butirrico è un acido grasso saturo non essenziale, composto da quattro atomi di carbonio. La sua presenza è principalmente riconducibile al latte dei ruminanti (in proporzione tra il 2 e il 4%) e in minima parte in quello delle donne. Ne consegue che tra il burro e i latticini in commercio dovreste riuscire a fare il “pieno” di questa sostanza. Ma quali sono le sue caratteristiche? E quali le sue utilità?
Acido butirrico intestino
La prima cosa da ricordare sull‘acido butirrico è il suo “odore”, particolarmente sgradevole. La sua formazione avviene infatti in seguito al degrado batterico dei trigliceridi cutanei, e ricorda pertanto quello che è comunemente l’odore di sudore di un corpo.
Naturalmente, il fatto che l’acido butirrico “puzza”, non è necessariamente equivalente a una condizione pregiudizievole, anzi. L’acido butirrico a livello intestinale rappresenta non solamente un’importante fonte di energia per le cellule della mucosa intestinale, quanto anche un buon contributo per poter inibire la proflierazione delle cellule cancerose.
Acido butirrico mucosa intestinale
In tal proposito è infatti bene ricordare che la mucosa intestinale può rinnovare di continuo le proprie cellule (gli enterociti hanno una vita piuttosto ristretta, con una “speranza” di esistenza limitata in pochi giorni), ed ha quindi delle esigenze nutrizionali particolarmente imponenti. La sua funzionalità risulta inoltre essere essenziale per l’assorbimento selettivo ed adeguato degli elementi nutrienti utili all’organismo e, come sopra abbiamo già avuto modo di ricordare, per la protezione da diverse malattie.
Quanto sopra dovrebbe pertanto indurvi a una riflessione di base: un giusto quantitativo di acido butirrico nel nostro organismo può sicuramente fornire un contributo positivo per la salute del nostro metabolismo e, in particolare, per la mucosa del colon.
Acido butirrico alimentazione
L’acido butirrico può essere assunto attraverso una specifica alimentazione e, in alcuni casi, si può integrare il fabbisogno mediante appositi prodotti come i suoi sali, quali quelli di calcio (il calcio butirrato) e di magnesio (il magnesio butirrato).
Ad ogni modo, guai a riporre eccessive speranze nell’apporto alimentare di acido butirrico, considerato che il suo contributo diretto mediante l’alimentazione non è molto importante. L’acido butirrico è infatti prodotto direttamente nel colon dalla fermentazione microbica dei carboidrati indigeribili. Pertanto, piuttosto che puntare ad assumere direttamente dell’acido butirrico, potrebbe essere utile agire per poter ingerire quotidianamente le giuste quantità di fibra (almeno 30 grammi al giorno) che fungeranno da leva propulsiva per il buon lavoro del nostro colon.
Dunque, in questo senso, giova ricordare come si sia più volte dimostrato particolarmente utile l’amido resistente (che si forma ad esempio nel pane raffermo o nella pasta lasciata freddare). Sul fronte degli integratori, per poter aumentare il processo di sintesi di acido butirrico, potrebbe essere opportuno assumere della pectina, della crusca d’avena, dei semi di psillio o più in generale, degli integratori di fibra.
Ricordate inoltre che prima di procedere a modificazioni della vostra dieta e del vostro regime alimentare, è sempre opportuno parlarne con il vostro medico di riferimento o con uno specialista. Spesso le assunzioni “fai da te” e i processi di auto elaborazione di un nuovo regime alimentare, pur con le migliori intenzioni, possono infatti comportare delle conseguenze totalmente opposte a quelle che si intenderebbero raggiungere. Provate dunque a parlarne con il vostro medico: siamo certi che riuscirà a fornirvi ogni ragguaglio per un miglior benessere.
Avvertenze
Per poter disporre di maggiori informazioni sulle caratteristiche del prodotto, vi consigliamo naturalmente di parlarne con il vostro medico di fiducia o con il farmacista. Il presente articolo è infatti redatto a scopo puramente informativo, e i suoi contenuti non possono essere sostitutivi di un’adeguata informativa medico – professionale.